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MISANO ADRIATICO – Commovente come ogni addio, sincero e genuino com’è nelle qualità di un personaggio sicuramente straordinario: a 38 anni, dopo 22 anni di corse, 324 GP, tre titoli iridati (1 in 125 e 2 in 250), 29 vittorie (8 in 125, 12 in 250, 9 in 500/MotoGP), 99 podi (20+37+42), 41 pole position, Loris Capirossi ha detto basta: “Questo sarà il mio ultimo GP in Italia, quello di Valencia sarà l’ultimo della mia carriera”.
Poi le lacrime, come è giusto che sia, l’applauso di chi lo stava a sentire, l’omaggio dei suoi colleghi, l’abbraccio di Casey Stoner, la commozione generale. Perché Capirossi può essere criticato per tanti aspetti, come ogni essere umani, ma tutti gli vogliono bene e lo rispettano. “Sono orgoglioso di questo” afferma giustamente, consapevole di avere solo amici in un mondo dove, invece, solitamente si parla solo male di qualcuno.
“Mi fa effetto sentire parlare tutti i miei colleghi della moto del 2012, ma credo che la mia sia la giusta decisione: la mia carriera di pilota finisce a Valencia. In questi 22 anni di gare, ho accumulato ricordi strepitosi, ma il più bello rimane la conquista del primo titolo in 125 nel 1990: è passato tantissimo tempo, ma ancora oggi è un pensiero meraviglioso. Ho ricevuto qualche offerta, ma è sempre più difficile avere una moto competitiva e ci sono tanti piloti giovani che vanno forte. E’ un po’ frustrante smettere dopo una stagione così difficile, ma è la decisione giusta”.
C’è stato un motivo o un momento particolare che ti ha portato a questa decisione?
“No. La verità è che io sono un combattente, ma il 2011 è stato molto più difficile delle aspettative. Io sono caratterialmente molto positivo, ma, come ho detto, mi sono reco conto che è sempre più difficile trovare una moto all’altezza della situazione”.
Molti campioni, anche di altri sport, sono poi tornati sui loro passi: vedremo Capirossi di nuovo in pista fra qualche anno?
“La mia è una decisione irrevocabile. Ci ho pensato molto prima di prenderla, sono sicuro che non tornerò indietro: dopo Valencia non correrò più?”
Cosa farai da “grande”?
“Questa decisione ha richiesto molto tempo, non ho ancora pensato al futuro. Ma qualcosa farò (Loris potrebbe lavorare per la Dorna, nda)”
Per che cosa ti piacerebbe essere ricordato?
“Sicuramente per quello che ho fatto, ma anche perché sono sempre stato uno gentile e carino con tutti: se mi guardo indietro, nessuno mi vuole male”.
Cosa ti mancherà di più dei GP e cosa di meno?
“Mi mancheranno l’adrenalina, la pressione prima di una gara, il GP, combattere con gli altri, avere sempre un obiettivo. Non mi mancheranno sicuramente i giornalisti… (ride, nda)”.
Quale è stato il momento più brutto della tua carriera?
“Il 1997, quando sono tornato in 250: fu una stagione difficilissima, volevo ritirarmi. Poi Carletto (Carlo Pernat, da anni manager, ma soprattutto amico di Loris, nda) mi ha promesso un’Aprilia competitiva e una nuova squadra: mi ha convinto e nel 1998 ho vinto il titolo”.
A proposito del 1998 – dopo tanti anni quell’episodio è ormai in “prescrizione” – come giudichi quell’ultimo sorpasso in Argentina su Tetsuya Harada?
“L’ho fatto perché si poteva fare e il mondiale l’ho vinto io, senza discussioni: se non ci avessi provato, mi sarei dato del “non pilota” per tutta la vita. Ma le situazioni cambiano: oggi mio figlio Riccardo va a scuola con la figlia di Tetusya, si tengono per mano, giocano insieme. E io e Harada siamo molto amici”.
Poco più in là, la moglie Ingrid è altrettanto emozionata.
“Come Loris – confida – avrei preferito che smettesse dopo una stagione da protagonista: così sicuramente non è troppo bello. Cosa faremo? Sicuramente allargheremo la famiglia!”.
Poi l’omaggio di Valentino Rossi.
“Ho grandi ricordi di Loris – dice il nove volte iridato -: il primo addirittura dalla televisione, quando ancora non correvo e Capirossi già conquistava il titolo in Australia. Lo seguivo sempre con attenzione, anche perché lui era il principale rivale di Biaggi… con lui ho fatto delle gare storiche in 250, era bello combattere con lui negli ultimi giri, sia nel ’99 con la 250, sia ai tempi della 500. In particolare, ho impresso nella mente il GP del Mugello e quello di Sepang nel 2006, con sfide fino all’ultima staccata. Posso tranquillamente affermare che si ritira uno dei migliori piloti di questo sport”.