Carmelo Ezpeleta: "Il 2012 sarà un campionato di transizione"

Carmelo Ezpeleta: "Il 2012 sarà un campionato di transizione"
Il numero uno della Dorna, ha le idee chiare sul futuro del motomondiale: bisogna limitare i costi e, soprattutto, lo strapotere della Case, concesso loro negli anni dallo stesso Ezpeleta | G. Zamagni
11 gennaio 2012

Punti chiave

MADONNA DI CAMPIGLIO – Adesso si cambia rotta e le tanto criticate CRT servono proprio a questo: avere una alternativa per combattere le moto super ufficiali.
Come al solito presente a Madonna di Campiglio, Ezpeleta ha fatto il punto della situazione, dicendo parecchie cose interessanti.

“Il 2012 sarà un campionato di transizione, con 21 moto in pista: 12 ufficiali e 9 CRT, che potranno disporre di gomme sviluppate appositamente dalla Bridgestone. Per quello che si è visto, le prestazioni delle CRT non sembrano troppo lontane da quelle delle ultime moto del 2011, ma è chiaro che bisogna cercare di avere il minor divario possibile con le ufficiali, che devono essere limitate nello sviluppo tecnologico e nei costi. Al momento ci sono tre Case costruttrici: sto parlando con loro e ho delle idee per allestire un campionato competitivo e spettacolare. In un momento di crisi come questo, bisogna tagliare la tecnologia: entro il mese di maggio bisogna trovare la soluzione per il regolamento del campionato 2013”.

Insomma, saranno mesi di trattativa e discussioni. “Lo sviluppo tecnologico – continua Carmelo – porta due problemi: 1) Il costo del leasing è diventato insostenibile; 2) le moto ufficiali sono troppo competitive e creano problemi per lo spettacolo. Possiamo risolverli entrambi, ma bisogna stabilire nuove regole: il mondiale 2013 sarà completamente differente dall’attuale!”.

Ezpeleta non ha dubbi, ma le Case non sembrano altrettanto propense. In ogni caso la strada è stata imboccata e secondo il capo del motomondiale nel 2012 non ci saranno problemi di sicurezza, come invece ipotizzato da molti a causa della grande differenza delle prestazioni delle moto in pista.
“E’ chiaro che per arrivare a 21 moto, 4 dovevano essere completamente nuove, così come i piloti: ci sono però gli strumenti per intervenire e fermare chi rappresenta un problema per la sicurezza. In ogni caso, sono convinto che la differenza tra il primo e l’ultimo in MotoGP sarà inferiore a quella esistente tra il primo e l’ultimo in F1”.

Ecco comunque come Ezpeleta pensa di intervenire per il futuro.
“Le moto per i team non ufficiali non dovranno costare più di un milione di euro: questo è l’obiettivo. E’ chiaro che le Case devono arrivare a costruire delle CRT da mettere in vendita e per farlo ci sono diversi metodi. Per esempio, si può limitare al massimo a due le moto ufficiali per ogni Casa e, soprattutto, si può vietare, per regolamento, il leasing (adesso i team che pagano una moto ufficiale la devono restituire a fine stagione, nda). Attualmente, un team di MotoGP riesce a raccogliere 2-2,5 milioni di euro: se la moto costa un milione, ce la può fare, ma se ne costa 3, come adesso, è costretto a chiudere”.
Ma riuscirà Ezpeleta a convincere i costruttori?
“Ne sono convinto”.

 

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