Cecchinello: "Bene Crutchlow, Miller progetto a lungo termine"

Cecchinello: "Bene Crutchlow, Miller progetto a lungo termine"
Il proprietario del team LCR fa il bilancio dopo sei giorni di test a Sepang. "Cal molto aggressivo in frenata, Jack deve cambiare stile di guida. Il podio? Bisogna essere bravi ad approfittare delle situazioni favorevoli"
2 marzo 2015

Punti chiave

Il primo test era stato piuttosto deludente, con Cal Crutchlow decisamente staccato e Jack Miller inevitabilmente nelle retrovie; a fine febbraio Lucio Cecchinello ha visto una buona crescita dei suoi piloti, con Crutchlow molto più vicino ai primi e Miller in crescita, nonostante le ovvie difficoltà di adattamento alla categoria e a una moto ancora tutta da sviluppare, in particolare nella parte elettronica.

 

Lucio, qual è il bilancio dopo sei giorni di test a Sepang?

«Positivo, soprattutto per quanto riguarda Cal Crutchlow: siamo nella posizione nella quale dovevamo essere (Cal ha chiuso il secondo test al terzo posto a 0”543 da Marquez, NDA). Ma, ovviamente, non possiamo esaltarci più di tanto, bisogna continuare a lavorare perché sono tutti lì».

 

E per quanto riguarda Miller?

«Con Jack sappiamo che stiamo affrontando un progetto molto particolare: guardando il lato positivo, si può dire che Miller è già veloce come Laverty e quasi come Hayden (ha finito a 0”7 dall’iridato 2006, NDA). Va detto che, secondo la mia valutazione, la RCV con le valvole pneumatiche e l’elettronica Magneti Marelli non è ancora al 100% del suo potenziale. Guardando i dati della telemetria, si vede che Jack ha dei punti di forza molto importanti, come la frenata. Inoltre, nei tratti veloci è già in linea con i migliori: questo ci fa ben sperare. C’è molto da lavorare con lui sullo stile di guida, perché è ancora troppo vicino a quello della Moto3: si muove poco in sella, piega molto, sta tanto sull’angolo della gomma».
 

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Rispetto ai primi test, Crutchlow ha fatto un bel salto in avanti sia sul singolo giro sia sul passo: a che cosa è dovuto questo miglioramento?

«Cal non è un pilota che si allena con la moto durante l’inverno: dopo Valencia non era più salito in sella. Quando è arrivato a Sepang1 ci aveva subito avvertito di non guardare troppo i tempi che avrebbe fatto, perché se la sarebbe presa con calma, anche per evitare di farsi male al primo test come gli era già successo in passato. Ci aveva assicurato che sarebbe stato pronto per il Qatar e nel secondo test i miglioramenti sono stati evidenti. Poi, sicuramente, c’è stato anche un passo in avanti da parte nostra: Cal aveva iniziato i precedenti test con tutti i dati di Stefan Bradl e abbiamo dovuto trovare la “sua” strada. Crutchlow, per esempio, richiede tarature delle sospensioni più dure, anche perché è più pesante. Ma non solo: Cal “morde” tanto il freno, è molto violento in staccata, scompone più di altri la moto. Dobbiamo migliorare questo aspetto, ma rispetto ai primi test abbiamo già fatto un passo in avanti».

 

Il podio è un sogno realizzabile?

«Realisticamente credo che il podio sarà occupato dai “fantastici 4” (Marquez, Rossi, Lorenzo e Pedrosa, NDA). Ci sono sempre, però, dei GP dove può capitare qualcosa: lì bisogna essere bravi a dare la zampata».