Ciabatti: "Max Biaggi? Un test fine a se stesso"

Ciabatti: "Max Biaggi? Un test fine a se stesso"
"Non c’è nessun secondo fine - precisa il direttore del progetto MotoGP Ducati -: ci fidiamo completamente dei nostri piloti, volevamo solo soddisfare una richiesta di Biaggi, non ci aspettiamo chissà quali indicazioni" | G. Zamagni
5 giugno 2013

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Quando domenica, al Mugello, mi avevano detto della possibilità, più che concreta, che Max Biaggi provasse la Desmosedici, non gli avevo dato troppo peso. “Avrà voluto dire la SBK Panigale”, avevo pensato tra me. Poi, però, ieri la notizia è diventata ufficiale, anticipata dal sito gpone: Biaggi salirà sulla moto di Spies domani e dopodomani al Mugello. Perché? È la prima domanda che mi sono posto: con tutto il rispetto per Max – un autentico fuoriclasse – non ci si può dimenticare che non sale su una MotoGP dal 2005 – con tutto quello che comporta l’evoluzione in 8 anni in termini di telaio, motore, elettronica – e, soprattutto, non ha mai provato le Bridgestone. Indipendentemente dal tempo sul giro di Max, a cosa può servire un test così? Dato che non riuscivo a darmi una risposta ho chiesto spiegazioni a Paolo Ciabatti, direttore del progetto MotoGP Ducati.


Paolo, parliamo dell’operazione Biaggi, verso la quale io sono molto, molto, molto critico.
“E’ un’operazione che è nata un po’ di tempo fa: Max aveva espresso il desiderio di provare le nostre moto. Inizialmente erano state fatte delle ipotesi sulla SBK, ma lui aveva la curiosità di scoprire come vanno le attuali MotoGP: con Max c'è sempre stato un ottimo rapporto e così siamo rimasti d’accordo che, appena ci sarebbe stata l’occasione, gliel’avremmo fatta provare. L’occasione si è presentata sabato, dopo che Spies ha deciso di smettere per un po’ di correre e continuare la riabilitazione della sua spalla fino alla completa guarigione: dato che la moto di Ben sarebbe comunque rimasta al Mugello perché era previsto di fare il test anche con lui, abbiamo deciso di esaudire il desiderio di Biaggi, considerando anche il suo rapporto con il titolare di Pramac, Paolo Campinoti. Ma è un test che non avrà alcun sviluppo nell'immediato: Pirro sarà comunque il sostituito di Spies nelle prossime gare con la moto laboratorio e non ci aspettiamo da Max chissà quali nuove indicazioni o qualcosa che non conosciamo già. La nostra moto ha delle problematiche ben chiare, già perfettamente evidenziate dai nostri cinque piloti (Dovizioso, Hayden, Iannone, Spies, Pirro, NDA). Nessuno ha la bacchetta magica, non ci aspettiamo di avere un parere diverso da quello che già conosciamo: abbiamo solo soddisfatto la voglia di un pilota che ha fatto la storia del motociclismo e che si è accordato con Paolo Campinoti con il nostro benestare”.


Vero, Biaggi ha fatto la storia del motociclismo, ma non della Ducati.
“Ha corso anche con la Ducati in Superbike nel 2008”.


Scusa, ma non capisco: che meriti ha Biaggi nei confronti della Ducati? Allora perché non farla provare, che so, a Cadalora? Essendo Max, è naturale pensare che c’è sotto qualcos’altro, tipo: non vi fidate dei piloti che avete adesso. Come peraltro già successe nel 2004 quando faceste provare la Desmosedici a Ruben Xaus.
“Non è così. La Ducati ha già cinque piloti, più il collaudatore Battaini, che dicono le stesse cose: è chiaro che non abbiamo bisogno di un parere in più, seppur illustre, per sapere quali sono i nostri problemi. Non è certo questo il motivo del test: ha tutto un altro scopo, non quello di mettere in discussione i nostri piloti”.


Però a me viene naturale pensare che non vi fidiate dei piloti, come peraltro ha detto più volte Valentino Rossi nella passata stagione.
“Non è vero. Ripeto: sappiamo perfettamente quali sono i nostri problemi, chiaramente indicati da tutti i nostri piloti e quindi non abbiamo bisogno di nessuna verifica”.


D’accordo, ma stiamo parlando di un test fatto fare a Biaggi, non a pincopallo: sai benissimo cosa significa questo.
“Sì, ma è un Biaggi che ha quasi 42 anni e ha smesso di correre in SBK lo scorso ottobre: non dimentichiamo che Checa, iridato SBK nel 2011 e terzo nel 2010, proprio in quell'anno fece le ultime due gare del campionato MotoGP col Team Pramac come sostituto di Kallio, ritirandosi in una e arrivando ultimo nell’altra. Il nostro scopo non è quello di ottenere chissà quali indicazioni, ma soltanto di accontentare la richiesta di un grande campione. Pensare che non ci fidiamo dei nostri piloti attuali è solo dietrologia. Immaginavo che si potesse pensare chissà cosa, ma non abbiamo nessuna intenzione di mettere in discussione quanto hanno detto Dovizioso, Hayden, Iannone, in parte Spies (per quel poco che ha provato la nostra moto), Pirro, ma anche Rossi e altri piloti in passato. Sappiamo perfettamente che la moto non gira o, per dirla con le parole di “Dovi” non torna, e se non riusciamo a risolvere questo problema possiamo essere competitivi solo per un giro "secco", in particolari condizioni e grazie alla “manetta” di Andrea: non abbiamo bisogno di nessun parere aggiuntivo da questo punto di vista. Scusa Giovanni, ma secondo te, in una fase così particolare della stagione, potremmo pensare di fare qualcosa che possa screditare i nostri piloti?”.


Purtroppo, in Ducati è già successo: nel 2004, piloti ufficiali Capirossi e Bayliss, la Desmosedici venne fatta provare a Xaus.
“Ma la situazione è completamente differente! Una cosa è far provare la moto a un pilota giovane come Ruben che allora correva in MotoGP con il team Ducati satellite di Luis D’Antin, un’altra è farla provare a un pilota che ha 42 anni e che ha appeso il casco al chiodo alla fine del 2012: posso capire che allora i piloti titolari la potessero prendere male, ma adesso è tutta un’altra situazione”.


Insisto: ma in mezzo c’è Biaggi, un pilota che molti appassionati credono ancora in grado di vincere in MotoGP e, di conseguenza, capace di dare dei giudizi attendibili, magari a scredito dei piloti attuali.
“I nostri piloti ci hanno indicato dei problemi che erano anche già noti: ci fidiamo di loro, sappiamo che finché non li risolveremo non avremo una moto vincente. Non abbiamo bisogno di ulteriori conferme: questo concetto deve essere chiaro”.


I vostri piloti sapevano di questo test?
“Sono stati avvertiti ieri pomeriggio (martedì, NDA), appena abbiamo deciso insieme a Pramac che avremmo fatto provare la moto di Spies a Biaggi”.


Continuo a pensare a questa operazione come un qualcosa di inopportuno.
“Ogni azienda prende decisioni delle quali poi si assume la responsabilità, ma lo scopo è assolutamente chiaro, senza secondi fini e, lo ribadisco un'ultima volta, non c’è nessuna intenzione di mettere in discussione i nostri piloti”.


Continuo a non capire un aspetto: se l’Aprilia, con la quale Biaggi ha conquistato cinque titoli, decidesse, per gratitudine, di far provare a Max di tutto e di più, sarebbe comprensibile. Ma perché la Ducati deve fargli provare la sua GP13?
“Perché questo test è nato per una serie di vari motivi, ed è un test che Max vuole fortemente: ci è sembrato bello accontentarlo. Può essere criticabile, ma è così. Nessuno pensa che la nostra moto oggi sia vincente e che i nostri piloti non la sappiamo guidare: tutt’altro”.

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