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M1: LA MIGLIOR MOTOGP, MA…
Per il secondo GP consecutivo, sul podio non c’era nemmeno un pilota Yamaha: era addirittura dal GP d’Olanda del 2014 che non accadeva. Eppure, si dice, la M1 è la miglior moto della categoria. A #DopoGP, l’ingegner Giulio Bernardelle spiega cosa non ha funzionato al Sachsenring.
ZERO, COME LE YAMAHA SUL PODIO IN GERMANIA
NEI PRIMI TRE DOPO OLTRE UN ANNO
Cal Crutchlow non saliva sul podio dal GP Argentina 2015 (allora giunse terzo, dietro a Rossi e Dovizioso) e per la terza volta nella sua carriera è arrivato secondo al traguardo.
UNO, COME COME IL NUMERO DI PODI CONQUISTATI DA CRUTCHLOW NEL 2016
MAI COSI’ VELOCI IN QUALIFICA
Andrea Locatelli ed Hèctor Barberà hanno conquistato in qualifica il terzo e il secondo tempo, rispettivamente in Moto3 e MotoGP: mai erano partiti in prima fila nella loro categoria. Per Locatelli, ovviamente, avendo corso solo in Moto3, si è trattato anche della prima volta in prima fila (nel motomondiale) nella sua carriera.
DUE, COME I PILOTI PER LA PRIMA VOLTA IN PRIMA FILA
“C’E’ OLIO IN PISTA”? “NO”
Incredibile quanto accaduto durate le qualifiche della Moto3: nonostante fosse evidente, dalle immagini televisive, l’olio lasciato sulla pista dalla Mahindra di Denny Webb, i commissari di percorso, a precisa domanda della direzione gara, hanno risposto negando che ci fosse del liquido sull’asfalto. Questo nonostante i piloti cadessero a ripetizione, e tra di essi lo sfortunatissimo Niccolò Antonelli, che si è fratturato la spalla sinistra: è stato costretto a saltare il GP e a farsi operare. Solo dopo altre quattro cadute la Race Direction ha deciso di interrompere la sessione e di andare a verificare sul luogo delle tante scivolate (alla curva 4), scoprendo, ovviamente, che l’olio effettivamente c’era.
TRE, IL VOTO AI MARSHALL TEDESCHI
IN FUGA DAL MUGELLO
Màrc Màrquez va in vacanza con 48 punti di vantaggio su Jorge Lorenzo, e 59 su Valentino Rossi: un margine molto elevato, accumulato in gran parte negli ultimi quattro GP, nei quali Màrquez ha totalizzato 85 punti, contro i 32 di Lorenzo e i 33 di Rossi. Quattro gare da incubo, tra rotture, cadute e sbagli tattici per il team Yamaha.
QUATTRO, COME I GP DA INCUBO PER LA YAMAHA
UN MOMENTO DIFFICILISSIMO
Per Jorge Lorenzo è un momento davvero difficile, come conferma anche il dato relativo alle sue cadute: solo nel GP di Germania, il pilota della Yamaha è scivolato tre volte (FP1, Q1 e Q2), esattamente come le cadute da lui stesso totalizzate in tutto il 2015. Meno male che a inizio stagione aveva dichiarato di essere entusiasta del comportamento delle Michelin.
CINQUE, COME LE CADUTE IN PIU’ DI LORENZO RISPETTO AL 2015
GIUSTO PROVARCI
Franco Morbidelli è caduto al 23esimo giro, dopo essere stato al comando della Moto2 dal 17esimo al 22esimo giro. E’ chiaro che quando scivoli è perché esageri, ma nel caso del Morbido è più che comprensibile: ha visto la possibilità di conquistare il primo successo in carriera, ma gli è andata male. Secondo me è stato giusto provarci, anche se il risultato, purtroppo, non l’ha premiato.
SEI ,COME I GIRI AL COMANDO DI MORBIDELLI
PETRUCCI PRIMO PER SETTE GIRI
A proposito di piloti al comando, per la prima volta nella sua carriera lo è stato anche Danilo Petrucci. Il pilota del Team Pramac, per la verità, ci era riuscito anche ad Assen, ma l’esposizione della bandiera rossa per la troppa acqua in pista, aveva di fatto annullato il suo mezzo giro al comando, che quindi non compare nelle statistiche. Fino ad oggi, sette piloti hanno effettuato almeno un giro in testa: Lorenzo (71 giri); Rossi (49); Màrquez (47); Dovizioso (18); Miller (11); Petrucci (7); Iannone (5).
SETTE, COME I PILOTI IN PRIMA POSIZIONE
UN ALTRO ITALIANO VELOCISSIMO
Sono tanti i piloti italiani che vanno fortissimo in Moto3: purtroppo non c’è nessuno che riesca ad essere costante, e per questo non siamo messi benissimo in classifica generale; ma ogni GP possiamo lottare per la vittoria o, quanto meno, per il podio. Con il secondo posto di Andrea Locatelli, sono ben otto i piloti italiani che hanno conquistato almeno un podio in questa stagione: ovvero Fenati, Bagnaia, Bulega, Bastianini, Antonelli, Di Giannantonio, Migno e, appunto, lo stesso Locatelli.
OTTO, COME I PILOTI ITALIANI SUL PODIO IN MOTO 3 NEL 2016
TRE GRANDI PROTAGONISTI
Visto che siamo in tema di Moto3, è giusto sottolineare la prestazione di Andrea Locatelli (2°), Enea Bastiani (3°) e Fabio Di Giannantonio (5°), grandissimi per diversi motivi: Locatelli, come detto, ha conquistato il suo primo podio in carriera; Bastianini è andato forte per la prima volta in vita sua sul bagnato; Di Giannantonio, alla sua nona gara nel motomondiale, ha confermato di avere grande talento, ma anche grande maturità.
NOVE: E' IL VOTO CHE SI MERITANO LOCATELLI, BASTIANINI E DI GIANNANTONIO
UN TEAM MANAGER DA APPLAUSI
Il massiMo voto, però, questa volta non va a un pilota, ma a un team manager: Lucio Cecchinello, che, finalmente, ha potuto festeggiare il secondo posto del suo pilota. Cecchinello è un team manager per certi versi atipico: pur essendo un “privato” e sempre alle prese con il budget, non fa mai mancare nulla al suo pilota, cerca sempre di accontentarlo in ogni richiesta. Non solo: il team LCR è un esempio di professionalità, ma anche di familiarità e umanità, viste tutte le iniziative a favore di bambini in qualche modo in difficoltà. Bravo Lucio!
DIECI: VOTO DECISAMENTE MERITATO PER LUCIO CECCHINELLO