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Se ne era già parlato più volte alla fine della scorsa stagione, ma si era sempre nel campo delle ipotesi. Adesso, invece, c’è la conferma ufficiale, con tanto di foto: la Honda MotoGP utilizza un quattro cilindri con V a 90°! Sì, proprio come la Ducati, anche se, per la verità, la disposizione è completamente diversa, con i cilindri “bassi” rivolti verso il forcellone e non verso la ruota anteriore. La notizia arriva dalla Spagna, più precisamente dal settimanale Solo Moto e dall’ingegner Neil Spalding, tecnico attentissimo e “temuto” dai responsabili di tutte le Case motociclistiche proprio perché in grado di capire cose che gli altri giornalisti non possono vedere. Spalding avrebbe impiegato un anno per scattare la foto, ma alla fine è riuscito nell’impresa, realizzandola negli ultimi test a Sepang.
Secondo il settimanale spagnolo, alla HRC starebbero usando questa configurazione dall’inizio del 2012, ovvero da quando si è tornati ai motori da 1000 cc: un cambiamento voluto da Shuhei Nakamoto, numero due esecutivo della HRC, arrivato dalla F.1 e con grande esperienza di questo tipo di progettazione motoristica. Del resto, tutti gli ingegneri, compreso Jan Witteveen, intervistato da moto.it in occasione del GP di San Marino a Misano dello scorso settembre, sostengono che questa configurazione sia dal punto di vista teorica la migliore in assoluto, a cominciare dall’assenza di vibrazioni: per questo non è necessario un contralbero. Il problema, come si vede chiaramente con la Ducati, è come sistemare il quattro cilindri all’interno del telaio, per non creare problemi all’avantreno, come succede alla Desmosedici, ma in Honda hanno risolto il problema ruotando all’indietro i cilindri.
Shuei Nakamoto, Gran Capo dell’HRC, è un veterano con un’esperienza trentennale maturata in Formula 1 prima, e poi nelle competizioni motociclistiche al massimo livello, ovvero il Motomondiale. Nakamoto San ha diretto parecchi progetti in questo senso, a partire dalle piccole RS125 fino alla RVF750 da endurance, la leggendaria V4che corse alla fine degli anni novanta. Ecco la sua spiegazione per la scelta di un motore completamente nuovo per la RC213V 1000: ovvero con cilindri a V di 90°, anziché a V stretta di 75° come sulla 800.
Ecco come Nakamoto ha motivato questa scelta decisamente radicale in un’intervista rilasciata a Neil Spalding per il quindicinale spagnolo Solo Moto. «La scelta del precedente motore coi cilindri a V molto stretta fu un compromesso obbligato dal fatto di ricavare più spazio per i collettori posteriori, che altrimenti sarebbero stati troppo vicini all’ammortizzatore posteriore surriscaldandolo. L’attuale motore della RC213V invece è un V4 a 90° da 1.000 cc a corsa lunga: fattore, quest’ultimo, che ovviamente porta le testate più in alto, andando a influire negativamente sulla distribuzione dei pesi. Ecco perché abbiamo aperto la V (ruotando poi il motore all’indietro, come giustamente ha sottolineato il nostro Zamagni…ndr ): per poter mantenere il peso in basso. Oltretutto questa soluzione ci ha consentito anche di guadagnare cavalli, perché non richiede alcun contralbero di bilanciamento (quindi perdite di potenza, ndr). Anche se non è stata questa la ragione del cambiamento». Potete scaricare qui il PDF dell'articolo Solo Moto.
Prima del GP di San Marino arriverà una Desmosedici completamente nuova, sia nella ciclistica sia nel motore
Desmosedici completamente nuova, sia nella ciclistica sia nel motore», facendo intendere che la famosa “V” – o “L” che dir si voglia” – di 90°, marchio da sempre dei propulsori Ducati, verrà modificata. Se così fosse, sarebbe una rivoluzione epocale, ancora più clamorosa del passaggio al telaio perimetrale in alluminio. In questo caso, si spiegherebbe anche lo spostamento dell’ingegnere Filippo Preziosi al prodotto stradale: una simile scelta implica una rottura netta con il passato. Chissà però cosa penseranno in Ducati adesso che hanno scoperto che la RC213V, indicata da tutti come la moto da riferimento della categoria, usa un quattro cilindri a 90°.