Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
LOSAIL Successo perentorio di Jorge Lorenzo, davanti a uno strepitoso Andrea Dovizioso e a Marc Marquez. Quarto Valentino Rossi, caduto Andrea Iannone al sesto giro.
Grande Lorenzo: mentre i rivali hanno girato con tempi altalenanti da metà gara in poi, Jorge, in versione martello, ha girato costantemente sullo stesso crono, per poi piazzare un’incredibile 1’54”927 al 20esimo giro. Pazzesco. E imprendibile per tutti: il suo successo non è mai stato in discussiione, anche se, a differenza del solito, non è andato subito al comando. Lo ha fatto al nono giro e da lì in poi i suoi avversari hanno capito che si lottava solo per il secondo gradino del podio.
«La scelta della gomma posteriore è stata oculata: avevo poco feeling con la dura, ho optato per la morbida, anche se Marquez e Rossi avevano la morbida. Fare 1’54”9 al 20esimo giro è incredibile: è bello iniziare il mondiale così, con una vittoria».
L’ultimo giro era iniziato con Marquez secondo, Dovizioso terzo e apparentemente in difficoltà, Rossi quarto, protagonista di una gara altalenante. Andrea sembrava in difficoltà, ma con grande intelligenza e bravura ha sfruttato la velocità massima della sua DesmosediciGP, ha sfilato Marquez e con una staccata micidiale è riuscito a chiudere la traiettoria alla prima curva. Ma Dovizioso era in evidente affanno in percorrenza, faticava a fermare la moto e Marquez, che nel suo codino aveva Rossi, non si è dato per vinto, riprovandoci all’ultima curva, dove Andrea ha usato nuovamente tutta la sua intelligenza: ha lasciato sfilare Marc, inevitabilmente lungo, ha tenuto la traiettoria interna e si è lanciato verso un secondo posto di grandissimo valore.
«Non è facile battere all’ultimo giro Marquez, anche perché avevo le gomme finite. L’ho passato alla prima curva e ho chiuso la linea, ma sapevo che ci avrebbe provato all’ultima curva: è andato lungo e l’ho ripassato. Avevo finito il 2015 con un brutto feeling, adesso stiamo lavorando nella maniera migliore», sorride il Dovi, troppo spesso sottovalutato. La realtà è che Andrea è un ottimo pilota, uno che sa come si guida una moto: gli manca la vittoria, ma può arrivare, perché la Ducati quest’anno sembra avere basi più solide rispetto all’anno scorso, anche se nel 2015 Andrea aveva sfiorato la vittoria in Qatar, mentre qui ha acciuffato con i denti il secondo posto solo nel finale. E resistere a uno come Marquez è tutt’altro che semplice.
«Alla fine sapevo di avere un’ultima possibilità, ma ero anche conscio che se lo avessi superato all’ultima curva, lui mi avrebbe ripassato prima del traguardo. Ci ho provato, ma sono andato largo: la gara perfetta sarebbe stata un secondo posto, ma 16 punti sono importanti per il campionato. Arrivano circuiti migliori per noi» dice Marquez, che per come aveva iniziato la trasferta in Qatar, può davvero gioire per questo risultato, anche se dopo le FP4 e il warm up, sembrava il principale favorito alla vittoria.
Così, Valentino Rossi si deve accontentare del quarto posto, anche se a soli 0”100 dal terzo di Marquez e a 0”368 dal secondo di Dovizioso. Rossi, come Marquez, ha optato per la dura posteriore, ma Valentino è stato protagonista di una gara altalenante: un ottimo giro, poi 6 decimi più lento, poi di nuovo veloce. Poi un errore, poi un altro bel tempo, che nell’ultimo giro lo ha portato in scia a due rivali, con la possibilità di provarci. In realtà, Rossi non ha mai nemmeno potuto pensare a forzare una staccata e il quarto posto è sicuramente un po’ amaro.
Così come è negativa la prestazione di Iannone, che al sesto giro, nel tentativo di resistere agli attacchi del compagno di squadra – i due si sono superati cinque volte in poche curve – ha esagerato e ha perso il controllo dell’anteriore, vanificando così la concreta possibilità di iniziare la stagione con un podio. Quinto Dani Pedrosa, sesto, a 15”423 dalla vetta, Maverick Vinales, partito con ben altri obiettivi: per dirla con le parole dei piloti, «una cosa sono le prove, un’altra la gara».
Tre punticini per l’aprilia di Alvaro Bautista, una caduta per Stefan Bradl.
Pos. | Points | Num. | Rider | Nation | Team | Bike | Km/h | Time/Gap |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
1 | 25 | 99 | Jorge LORENZO | SPA | Movistar Yamaha MotoGP | Yamaha | 167.1 | 42'28.452 |
2 | 20 | 4 | Andrea DOVIZIOSO | ITA | Ducati Team | Ducati | 167.0 | +2.019 |
3 | 16 | 93 | Marc MARQUEZ | SPA | Repsol Honda Team | Honda | 167.0 | +2.287 |
4 | 13 | 46 | Valentino ROSSI | ITA | Movistar Yamaha MotoGP | Yamaha | 167.0 | +2.387 |
5 | 11 | 26 | Dani PEDROSA | SPA | Repsol Honda Team | Honda | 166.2 | +14.083 |
6 | 10 | 25 | Maverick VIÑALES | SPA | Team SUZUKI ECSTAR | Suzuki | 166.1 | +15.423 |
7 | 9 | 44 | Pol ESPARGARO | SPA | Monster Yamaha Tech 3 | Yamaha | 165.9 | +18.629 |
8 | 8 | 38 | Bradley SMITH | GBR | Monster Yamaha Tech 3 | Yamaha | 165.9 | +18.652 |
9 | 7 | 8 | Hector BARBERA | SPA | Avintia Racing | Ducati | 165.8 | +21.160 |
10 | 6 | 45 | Scott REDDING | GBR | OCTO Pramac Yakhnich | Ducati | 165.6 | +24.435 |
11 | 5 | 41 | Aleix ESPARGARO | SPA | Team SUZUKI ECSTAR | Suzuki | 164.8 | +35.847 |
12 | 4 | 50 | Eugene LAVERTY | IRL | Aspar Team MotoGP | Ducati | 164.5 | +41.756 |
13 | 3 | 19 | Alvaro BAUTISTA | SPA | Aprilia Racing Team Gresini | Aprilia | 164.4 | +41.932 |
14 | 2 | 43 | Jack MILLER | AUS | Estrella Galicia 0,0 Marc VDS | Honda | 164.4 | +41.982 |
15 | 1 | 53 | Tito RABAT | SPA | Estrella Galicia 0,0 Marc VDS | Honda | 163.6 | +54.953 |
Not Classified | ||||||||
6 | Stefan BRADL | GER | Aprilia Racing Team Gresini | Aprilia | 163.5 | 11 Laps | ||
76 | Loris BAZ | FRA | Avintia Racing | Ducati | 164.0 | 14 Laps | ||
35 | Cal CRUTCHLOW | GBR | LCR Honda | Honda | 165.0 | 16 Laps | ||
29 | Andrea IANNONE | ITA | Ducati Team | Ducati | 165.7 | 17 Laps | ||
68 | Yonny HERNANDEZ | COL | Aspar Team MotoGP | Ducati | 156.8 | 21 Laps |