MotoGP 2016. Spunti, considerazioni e domande dopo il GP d'Italia 2016

MotoGP 2016. Spunti, considerazioni e domande dopo il GP d'Italia 2016
Cosa sta succedendo in Yamaha? Quali sono state le chiavi del GP? Perché Iannone è partito così male, mentre Dovizioso parte sempre bene?
22 maggio 2016

Quali sono state le chiavi del GP?

1) La rottura del motore di Valentino Rossi al nono giro: apparentemente Valentino era quello più a posto e con il passo migliore, aveva la possibilità di vincere;


2) L’errore in partenza di Andrea Iannone: aveva il ritmo per giocarsi la vittoria;


3) La minore accelerazione del motore Honda rispetto a quello della Yamaha: per questo Marquez ha perso la volata, non per aver commesso un errore.


Un motore rotto con Lorenzo nel warm up, uno con Rossi in gara: cosa sta succedendo in Yamaha?

Rossi: «Abbiamo controllato i dati, non c’è stato nessun problema di temperatura. Si può ipotizzare una serie venuta male per qualche ragione, per un montaggio sbagliato o per i materiali. Certo, è qualcosa di anomalo: l’ultima volta che la Yamaha aveva rotto un motore in gara era stato con me a Misano nel 2007, oggi ne abbiamo rotti due in due ore».


E adesso cosa succede con i motori congelati?

Rossi ha punzonato tre motori, quindi ne deve punzonare ancora quattro. I motori sono congelati, ma nello sviluppo: se c’è un pezzo difettoso per qualche motivo può essere sostituito prima della punzonatura, basta non cambiare le specifiche.


Perché Iannone è partito così male, mentre Dovizioso parte sempre bene?

Iannone: «Dall’inizio dell’anno ho problemi con la frizione, non ho feeling, non riesco a modularla. Sono molto dispiaciuto, perché avevo il passo per stare con Lorenzo e Marquez: non so se sarei riuscito a batterli, ma ci avrei provato».


Al 17esimo giro, Iannone ha superato Dovizioso, che ha ripassato il compagno di squadra al 18esimo, prima di essere superato nuovamente, nello stesso passaggio da Iannone: i due si sono ostacolati?

Iannone: «Speravo che Andrea non mi passasse, invece l’ha fatto alla San Donato e ho perso tempo. I nostri stili sono completamente differenti: lui è più efficace in frenata, io sono più veloce a centro curva».


Dovizioso: «Ci siamo superati due volte in 23 giri: direi che oggi non ci siamo dati fastidio».


Perché Dovizioso, brillante fino al 16esimo giro, ha dovuto rallentare nel finale?

Dovizioso: «Ho fatto una grande partenza, nei primi giri ho fatto quello che dovevo fare, ero veloce e avevo il passo per giocarmi il podio, ma, purtroppo, mi si è indurito l’avambraccio destro: ho perso precisione e fluidità nei movimenti, non potevo più guidare nella maniera corretta. Abbiamo la velocità, ma dobbiamo usare troppa energia: adesso che c’è una situazione stabile a livello contrattuale dobbiamo concentrarci su questi aspetti, dobbiamo trovare maggiore fluidità. In questi tre anni siamo cresciuti tanto, in qualche GP ce la possiamo giocare, ma in altre è troppo complicato, non riusciamo ad arrivare fino in fondo come gli altri».


Vinales sembrava avere un gran passo, invece ha chiuso sesto: cosa è successo?

Prima di tutto, il pilota della Suzuki ha avuto un problema in partenza: quando ha messo la quarta marcia, è come se fosse entrato il limitatore e la moto ha naturalmente perso grande velocità in accelerazione: Maverick ha chiuso il primo giro 11esimo. Poi è risalito, ma il suo ritmo è stato comunque inferiore a quello delle prove, come spesso accade con la Suzuki.


Perché Scott Redding si è ritirato al nono giro mentre era in decima posizione, dopo essere stato anche settimo?

Si è rotta la poma dell’acqua.


Come è andata l’Aprilia?

Malissimo: Bautista è caduto al primo giro, Bradl ha chiuso 14esimo a 40”094. Il suo miglior giro (1’49”248) è stato il penultimo in assoluto, 1”561 più lento del migliore di Iannone.


Giri veloci in gara (tra parentesi a che giro è stato ottenuto)

Iannone 1’47”687 (23esimo giro); Pedrosa 1’47”734 (23); Marquez 1’47”871 (19); Lorenzo 1’47”961 (19); Dovizioso 1’47”997 (3); Rossi 1’48”092 (8); Vinales 1’48”147 (16); P. Espargaro 1’48”357 (8); Smith 1’48”371 (6); Petrucci 1’48”428 (17).

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