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Quali sono state le chiavi del GP?
1) Il primo giro di Jorge Lorenzo. C’era una sola possibilità per provare a fermare Jorge: stargli davanti al via, provare a rallentarlo, impedirgli di imporre il suo ritmo asfissiante. Ma nessuno c'è riuscito: alla fine del giro iniziale, Jorge aveva ‘”425 di vantaggio su Dovizioso, 1”057 su Iannone, 1”607 su Marquez. Fine dei giochi;
2) Le qualifiche e la partenza di Rossi: Valentino nel primo giro non è riuscito a recuperare posizioni e la sua rincorsa è quindi partita da lontano. Il compagno di squadra sarebbe stato comunque imbattibile, ma scattando meglio al semaforo, Rossi avrebbe potuto provare a dargli quanto meno fastidio.
3) Le cadute. Nove in totale: non hanno influito sulla vittoria di Lorenzo (lui era abbondantemente davanti), ma su tutto il resto del GP sì.
Ma perché si cade così tanto? Ecco il parere di qualche pilota.
Rossi: «Credo che sia per diversi motivi: intanto la domenica, a differenza delle prove, entriamo in pista dopo la Moto2 e, di conseguenza, l’asfalto è più scivoloso. Poi si gira naturalmente con il serbatoio pieno e la moto è più difficile da controllare. Infine, in gara si dà sempre un po’ di più per difendere o conquistare una posizione».
Lorenzo: «Con le Michelin non abbiamo ancora la situazione sotto controllo al 100%, la moto si muove molto, è meno stabile, bisogna stare attenti in frenata: la guida è più fisica e richiede maggiore concentrazione».
Vinales: «Sicuramente nel 2015 la moto era più stabile e semplice da controllare in frenata».
Dovizioso: «E’ una caratteristica delle gomme, non riesci a recuperare quando perdi grip. Dopo tanti anni con le Bridgestone eravamo abituati a guidare in una certa maniera, adesso dobbiamo imparare a gestire questa improvvisa perdita di aderenza».
La caduta di Marquez è stata “causata”, in qualche maniera, dalla scivolata di Dovizioso, volato via proprio davanti allo spagnolo?
No, assolutamente no: nelle immagini rallentate si vede chiaramente che quando Andrea inizia la sua caduta, Marc ha già perso il controllo dell’anteriore. Quindi, è caduto prima Marquez (per una frazione di secondo) di Dovizioso.
Iannone dice che nel giro nel quale è caduto non stava tirando: è vero?
No, Andrea stava andando fortissimo, tanto che nei primi due settori del settimo giro ha ottenuto il suo miglior crono. Eccoli nel dettaglio. T1: al primo giro 26”428, poi 21”493, 21”367, 21”298, 21”319, 21”464, 21”294. T2: 21”760, 21”574, 21”490, 21”500, 21”448, 21”536, 21”329. Al settimo giro, Lorenzo ha fatto registrare 21”501 nel T1 e 21”524 nel T2: insomma, Iannone stavo tirando, eccome.
Quanti secondi ha perso nei primi giri Rossi, prima di conquistare la seconda posizione?
3”043 al primo giro (era 7°), 3”087 al secondo (6°); 3”542 al terzo (5°), 3”308 al quarto (5°), 3”730 al quinto (5°), 4”072 al sesto (5°), 4”153 al settimo (4°), 4”500 all’ottavo (4°), 4”435 al nono (4°), 4”481 al decimo (4°), 4”438 all’11esimo (4°), 4”407 al 12esimo (4°), 5”253 al 13esimo (3°), 5”393 al 14esimo (2°). Da lì in poi, il distacco di Rossi su Lorenzo è aumentato costantemente, tranne al 16esimo giro, quando Valentino ha girato in 1’33”611 contro 1’33”722 di Jorge.
Il podio conquistato da Maverick Vinales, cambia qualcosa in prospettiva futura?
Intanto, va precisato che il team manager Davide Brivio ha negato che ci sia un’opzione sul contratto di Vinales che lo obbliga a rimanere in Suzuki nel caso avesse conquistato un simile risultato. Per quanto riguarda il pilota, ecco cosa ha risposto: «Non cambia assolutamente nulla. Adesso ho solo bisogno di stare a casa tranquillo a rilassarmi, ma la decisione è già stata quasi presa. Voglio decidere prima del Mugello, perché così è difficile mantenere la concentrazione».
Giri veloci in gara (tra parentesi a che giro è stato ottenuto).
Rossi 1’33”293 (4°); Iannone 1’33”374 (4°); Lorenzo 1’33”432 (13°); Dovizioso 1’33”520 (3°); Marquez 1’33”576 (6°); Vinales 1’33”803 (14°); P.Espargaro 1’33”917 (10°); Pedrosa 1’33”941 (16°); Smith 1’34”040 (4°); A.Espargaro 1’34”054 (6°)