MotoGP. Ducati e il futuro di Stoner

MotoGP. Ducati e il futuro di Stoner
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
La presentazione del team Ducati è stata l'occasione per parlare del Futuro di Stoner con Paolo Ciabatti e con Michele Pirro
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
23 febbraio 2016

Punti chiave

Il collaudatore della Desmosedici è quello che ha visto Stoner più da vicino. Lo ha studiato. Pensa che averlo in squadra possa essere certamente un vantaggio: se un pilota sa andare forte con qualsiasi moto, sostiene Pirro, qualcosa da insegnare certamente ce l'ha. Però non si deve pensare di seguirlo fedelmente in tutto. Come guida lui non guida nessuno, e replicare i suoi set up non è utile.

Michele Pirro

«Stoner -analizza Michele- guida veramente in modo diverso da tutti. Se vai a vederlo da bordo pista, su una curva, e magari in quel punto lì siamo tutti col gas aperto al 30%, lui è al 50 e passa più interno. L'unico. Guida molto sul posteriore, non mette mai in crisi l'anteriore e si appende molto alla moto».

 

E' una questione di sensibilità? Da quel che ho capito lui ha sviluppato una capacità che nessun altro ha. Va forte anche se l'avantreno è fuori controllo...

«Proprio così, e non è che si possa seguirlo modificando il proprio stile di guida. Lui è Stoner, ha guidato sempre così. È il pilota che ha fatto la differenza con la Ducati, e lo stesso Valentino si è scontrato con la difficoltà di replicare le sue vittorie. Casey ha fatto davvero la differenza, ma lo ha fatto anni fa, e con la moto di oggi non è la stessa cosa. Oggi la Ducati è molto più equilibrata, e difatti lui è andato forte con la GP15 ma non è che sia andato due secondi più forte degli altri. Ha girato in Malesia sui 2 minuti e 00, sui suoi tempi di cinque anni fa. Non credo insomma che oggi farebbe la stessa differenza di allora».

 

Ma in Qatar, cosa dici, Stoner potrebbe correre?

«Dipende solo da lui -conclude Pirro- e dalla sua motivazione. Ma io credo che potrebbe anche farlo. Credo che ci abbia pensato. E se dovesse correre in Qatar sono sicuro che immaginerebbe di poter far bene, molto bene...».
 


Paolo Ciabatti

A Paolo Ciabatti, direttore sportivo di Ducati Corse, chiediamo qualche notizia sui progetti futuri di Ducati, con particolare riferimento alla figura di Stoner e alle voci, subito da Ducati smentite, circa una proposta diretta a Jorge Lorenzo.


La sensazione è che abbiate il sogno di schierare Casey Stoner nel 2017. Pure fantasie?

«Casey in Ducati nasce da una serie di cose. Lui aveva voglia di tornare in Ducati, i nostri clienti sono degli appassionati e Casey è una bandiera. Ma ciò che lui voleva era di essere coinvolto a 360°, collaudi, sviluppo, testimonial. Ma naturalmente resta una bella manetta, e se a Sepang, dove è stato velocissimo, poteva essere nato qualche malumore, in Australia tutto è rientrato. Chi è venuto a Phillip Island ha visto un bel clima di collaborazione, lui era un vero consulente e ha stabilito un rapporto molto buono con i due Andrea. Resta un talento immenso, ma che ha fatto una scelta di vita diversa».

 

Questo non vi impedisce di provare a fargli cambiare idea.

«Il modo migliore per fargli cambiare idea è quello di lasciarlo in pace. Nessuno può convincere Casey con la forza della persuasione, l'idea deve venire a lui e adesso di sicuro non ce l'ha. Vogliamo semplicemente che ci dia una mano per fare una moto migliore nei tempi più brevi possibile».

 

E Lorenzo? Smentita l' offerta, resta un certo interesse per il maiorchino...

«Abbiamo smentito perché non vero. E poi è presto per qualsiasi cosa. Vero, i contratti dei big sono tutti in scadenza, e naturalmente stiamo valutando l'assetto ideale del nostro team per il 2017. Lorenzo o Marquez. Hanno conquistato due titoli a testa negli ultimi quattro anni. Si possono ignorare? Potrebbero essere adatti alla Ducati, è ovvio, ma contatti ancora non ce ne sono stati. Adesso siamo concentrati sul 2016, vogliamo cominciare bene la stagione, questa è la verità. Poi tra qualche settimana ragioneremo sui nuovi assetti e faremo i passi necessari».