MotoGP Motegi. La guerra di Spagna

MotoGP Motegi. La guerra di Spagna
Marquez torna sulla bandiera nera di P.I: un errore, può capitare. ma la mia squadra è più unita che mai". Lorenzo parla del contatto con il rivale: "Andrebbe penalizzato" | G. Zamagni, Motegi
24 ottobre 2013

Punti chiave


MOTEGI – Le possibilità che possa piovere sono elevatissime, praticamente certe per domani e per sabato è addirittura annunciato la coda dell’uragano “Francisco”, che metterebbe a rischio le qualifiche (era già successo qualcosa di simile nel 2009), anche se sulla sua intensità non c’è accordo sulle previsioni. Ma più che quello che succederà da domani, si parla ancora di quanto accaduto a Phillip Island, dello sbaglio fatto da Marquez e dalla sua squadra, ma anche del contatto tra il capoclassifica iridato e Jorge Lorenzo.


MARQUEZ: “UNO SBAGLIO GRAVE, PUO’ SUCCEDERE”


La squalifica di Marc ha lasciato strascichi e il prematuro “licenziamento” di tre meccanici italiani – che nel 2014 verranno sostituiti da altrettanti tecnici spagnoli - non contribuisce certo a rasserenare gli animi. Anche se Marquez assicura: «Dopo quanto accaduto a Phillip Island, dentro al box c’è grande determinazione e voglia di riscatto». Vorrebbe parlare d’altro, ma, naturalmente, non può. «Adesso è facile dire che era chiaro quando bisognava effettuare il cambio moto, ma in quel momento c’era grande confusione e tutti noi pensavamo che potessimo entrare un giro più tardi: è evidente che è stato un errore grande, ma se dovesse ricapitare una situazione del genere, sicuramente non accadrebbe di nuovo. Io sono contento di come lavora la squadra, ma siamo tutti umani, si può sbagliare».
 

Quando succede una cosa così, è chiaro che si cerca sempre un colpevole: Marquez difende a spada tratta il suo capo tecnico Santiago Hernandez, secondo molti il vero responsabile di quanto accaduto. «Non è vero, non è così, non eravamo solo io e lui a fare la strategia, come qualcuno ha detto. C’erano molte altre persone (sicuramente Emilio Alzamora e un altro uomo della HRC, NDA) e, come sempre, si vince e si perde tutti assieme».

 

Jorge Lorenzo
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LORENZO: “MARQUEZ DA PUNIRE”


Non fa tempo a tirare il fiato, che Marc viene investito – seppure a distanza – di un’altra polemica, ancora una volta da Jorge Lorenzo.
«Dopo il GP, a caldo, avevo detto che la colpa del contatto tra me e Marquez era da dividere in parti uguali. Ma gli uomini Yamaha (il team manager Maio Meregalli e l’assistente di Lorenzo Wilco Zeelenberg, NDA) mi hanno fatto cambiare idea: rivedendo le immagini è evidente che Marquez entra in pista senza guardare, mentre io e Pedrosa arrivavamo molto più veloci di lui. Avrebbe dovuto farci passare, non mettersi in traiettoria. Per questo dico che la direzione gara dovrebbe fargli qualcosa, non so se punirlo con un punto (in questo caso Marquez dovrebbe partire domenica dall’ultima posizione, NDA) o con un semplice richiamo, ma qualcosa dovrebbe fare. Per questo Meregalli e Zeelenberg hanno chiesto un ulteriore incontro con la direzione gara», spiega un po’ a sorpresa il campione della Yamaha, non si capisce bene se per provare, in qualche modo, a innervosire il rivale, o perché piuttosto, come era già successo in Malesia, ne subisce la spavalderia. Una tesi, quest’ultima, che prende valore quando Meregalli appare sorpreso – ma anche indispettito – dalla rivelazione del suo pilota.


«Noi siamo stati in “Race Direction” – chiarisce il team manager Yamaha – per capire come mai non avessero ancora fermato Marquez e dopo la gara per vedere le immagini della sua uscita dalla Pit Lane. Questo è quello che abbiamo fatto. Dopo la gara, assieme a Lorenzo abbiamo parlato con Mike Webb: lì avremmo dovuto vedere delle altre immagini, ma non c’era il tempo di farlo e lo dovremmo fare qui. Ma non c’è niente di più, il regolamento parla chiaro: se vuoi fare reclamo hai tempo al massimo 60 minuti entro la fine della gara. Non riesco a capire perché sia uscita una cosa del genere».


PEDROSA TERZO INCOMODO


Se non lo capisce lui, figurarsi come lo possiamo capire noi. Meglio allora pensare alla gara di domani, dove l’incognita del meteo potrebbe dare una mano a Lorenzo. «Prima di Phillip Island consideravo chiuso il discorso del mondiale, adesso c’è qualche possibilità in più», dice determinato Jorge, mentre Marquez si gioca il secondo “match ball”: se Marc vincerà il GP e Jorge arriverà terzo, sarà matematicamente campione del mondo. Indipendentemente da quello che farà Dani Pedrosa, qui vincitore l’anno scorso e sempre velocissimo. Dani – ci si può scommettere quello che si vuole – non farà nessun gioco di squadra, penserà solo a fare la sua gara fregandosene di Marquez. Anzi, anche se non lo dirà mai apertamente, se in qualche modo può dare una mano a Lorenzo lo farò. Non dimentichiamo che se Jorge vincesse gli ultimi due GP, a Marc non basterebbero due terzi posti per conquistare il titolo.

Da Automoto.it