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SCARPERIA – “Non capisco perché – attacca – non siano stati presi provvedimenti su Simoncelli: andrebbe sanzionato per il suo modo di guidare. Tutti hanno visto quello che ha combinato, ma alla Honda fanno finta di non vedere”.
“In realtà – ribatte Livio Suppo, braccio destro di Shuhei Nakamoto, responsabile in pista della HRC – dopo Le Mans la Honda ha parlato con Simoncelli, facendogli capire che se tutti i piloti dicono una cosa un motivo ci sarà”.
Ma a Pedrosa, evidentemente, tutto questo non basta. Così come continua a non accettare le scuse di Simoncelli. “Avrebbe dovuto chiamarmi la domenica sera dell’incidente: allora sì sarebbe tutto finito. Dice che mi ha mandato un sms, ma non l’ho mai ricevuto: è uno falso”.
Parole pesanti, poco credibili, perché Marco è un ragazzo onesto, non può certo essersi inventato una cosa del genere (noi quel famoso SMS lo abbiamo visto NDA). Ma, d’altra parte, è anche capibile il nervosismo di Pedrosa, anche se non è accettabile che rifiuti le scuse di Simoncelli: Dani si vede sfuggire un mondiale, dove avrebbe potuto essere grande protagonista. E ancora, come reagiremmo noi italiani se un pilota spagnolo avesse abbattuto prima Simoncelli e poi Rossi?
Alle 17.30, come al solito, si è poi riunita la Safety Commission, alla quale hanno partecipato sia Lorenzo sia Pedrosa.
“Abbiamo spiegato a Marco – racconta il pilota della Yamaha – perché riteniamo il suo stile di guida troppo aggressivo, ma non credo che l’abbia capito…”.
“Mi sembra che parliamo due lingue differenti” ha replicato Simoncelli.