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VALENCIA – Il secondo è il primo dei perdenti o è comunque un grande campione? Ci sarà, ovviamente, spaccatura su questo argomento, ma credo che tutti siano d’accordo che quella di Valentino Rossi è stata una grande stagione, ben al di sopra delle aspettative. Il secondo posto di Valencia è l’ulteriore conferma: dopo il fenomeno Marc Marquez, il più forte di tutti è stato lui, il fuoriclasse della Yamaha.
«E’ stata una gara difficilissima, disputata nelle peggiori condizioni per un pilota: quando è così, diventa molto pericoloso, è un attimo fare un errore, se vai appena fuori traiettoria finisci a terra. Se poi si considera che questa è stata una pista sempre difficile per me, sono contento di aver finito con un secondo posto una stagione positiva. Mi sentivo bene sulla M1, non ero lontano da Marquez, ma, come nelle libere, avevo problemi nelle curve a destra: con questa temperatura, noi soffriamo di più e così non sono riuscito a tenere il suo ritmo. In ogni caso, sono stato l’unico a stargli vicino in ogni condizione: mi sarebbe piaciuto stare con lui fino alla bandiera a scacchi, ma la gomma posteriore era troppo distrutta, specie sul lato destro. Sicuramente è stato un buon anno, con due vittorie, tanti podi (13, NDA) e il secondo posto nel mondiale».
Durante la gara, hai mai pensato a rientrare al box per il cambio moto?
«Sì, tante volte, perché la situazione era abbastanza difficile. Ma era da stamattina che pioveva un po’, poi smetteva subito, poi sgocciolava nuovamente: per questo ho deciso di continuare anche se, a volte sembra un rischio eccessivo, perché guidare con le slick, a 200 km/h in curva sul bagnato è da pazzi…».
Guidare con le slick, a 200 km/h in curva sul bagnato è da pazzi…
Quando ha iniziato a piovere più forte, ti sei perfino avvicinato a Marquez: rischiavi più di lui?
«Avevo un buon feeling con la moto e per me era un po’ più facile, perché avevo Marquez davanti: se lui non cadeva, significava che si poteva spingere… In queste situazioni, chi è dietro è sempre avvantaggiato».
Hai fatto tantissime stagioni straordinarie: questa dove la poni nella tua personale classifica?
«Sicuramente è un anno molto importante e con tanti significati, molto positiva per me come pilota, ma non la posso certo mettere alla pari di quando vincevo il mondiale. Certamente è stata più che buona, sono stato tante volte davanti e anche da Valencia vado via con una pole position e un secondo posto».
Lorenzo è sembrato un po’ in affanno psicologicamente, ieri per le sue dichiarazioni dopo la tua pole, oggi per il comportamento in gara: credi che quest’anno ti abbia sofferto particolarmente?
«Corro da tanto insieme a Jorge, lui è uno che ha un grande talento e che non si arrende mai. Con lui è importante provare sempre a stargli davanti: dopo la vittoria di Aragon, pensava probabilmente battermi facilmente fino alla fine del campionato, invece io gli sono arrivato davanti nelle ultime tre gare. Per mettere in difficoltà uno come Lorenzo devi andare forte come lui: essergli arrivato davanti in campionato per me è una soddisfazione e una questione d’onore».
Per mettere in difficoltà uno come Lorenzo devi andare forte come lui: essergli arrivato davanti in campionato per me è una soddisfazione e una questione d’onore
Prima del Qatar, avresti immaginato di chiudere al secondo posto nel mondiale?
«Dopo il secondo posto in Qatar, ero contento della mia prestazione e ho subito capito che sarei stato competitivo, ma ho anche temuto che sarebbe stato molto difficile battere Marquez: avevo ragione, perché la differenza è stata grande. Devo migliorare, concentrarmi su di me, sulla squadra e sulla moto per fare un altro passo in avanti».
Puoi specificare meglio questo concetto?
«Io e Silvano Galbusera (il capo tecnico, NDA) ci conosciamo solo da un anno: lui nel 2015 avrà più esperienza sulla moto e sulle piste, c’è margine di miglioramento. La Yamaha è diventata più competitiva durante l’anno, ma in frenata e in inserimento non siamo ancora all’altezza della Honda: non sarà facile, ma bisogna provare a fare un altro passo in avanti. Per quanto mi riguarda, devo essere più efficace in entrata di curva: Marquez usa la moto in una maniera differente, è più veloce di me. Si può migliorare».
Cosa proverete nei test?
«Avremo la M1 2015, ma non la versione definitiva, con modifiche al telaio e al motore. Sicuramente sarà un test importante, ma lo sarà molto di più quello di febbraio 2015 in Malesia».
Cosa pensi del titolo conquistato in Moto3 da Alex Marquez?
«Mi piace Miller, ma nelle ultime gare Alex mi è piaciuto molto: è sempre stato calmo, ha fatto quello che doveva fare. Sarà un altro rivale tosto: spero di correre ancora quando lui arriverà in MotoGP…».
La Spagna, negli ultimi cinque anni, ha conquistato per tre volte (nel 2010, 2013 e 2014) i tre titoli in palio: ormai sono irraggiungibili?
«Sicuramente sono avanti e abbiamo ancora da imparare, ma ci stiamo avvicinando: vedo tanti giovani piloti che hanno un grande potenziale».