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Il team Althea e la Ducati hanno interrotto una collaborazione che in pochi anni ha portato a grandi successi, dal titolo mondiale di Carlos Checa a quello della Superstock 1000 di Davide Giugliano, senza dimenticare il titolo costruttori della Superbike nel 2011. Per comprendere i perché di questo divorzio abbiamo sentito telefonicamente colui che ha creato questo progetto vincente: Genesio Bevilacqua.
Eravamo a conoscenza del fatto che i destini del team Althea e della Ducati in Superbike si sarebbero discussi in questi giorni, ma solo questa mattina siamo riusciti a parlare con l’imprenditore di Civita Castellana.
«La nostra avventura con Ducati sembra arrivata al capolinea – debutta Genesio – dopo tre anni di successi che hanno portato prestigio a noi ed alla casa di Borgo Panigale. A Giugno avevo preparato e sottoposto a Ducati un programma completo che riguardava ovviamente la stagione 2013. Non era molto diverso da quello del 2012, ma teneva ovviamente in debita considerazione lo sviluppo della nuova Panigale. Dopo mesi di rinvii la risposta di Ducati è arrivata solo in questi giorni, con una controproposta che non ci interessa e che non abbiamo accettato».
Quali sono i principali motivi di disaccordo?
«Noi siamo abituati a fare le cose al meglio. Sin dall’inizio della nostra storia in Superbike abbiamo portato avanti un progetto vincente e volevamo proseguire sulla stessa strada. Senza i presupposti per far bene non siamo interessati a continuare. Il principale motivo di disaccordo è ovviamente sul lato economico e ci ha stupito soprattutto il fatto che un’azienda come Ducati, da poco rilevata da un colosso come Audi, non abbia interesse ad investire su un nuovo prodotto, su un progetto che porterebbe a ripetere i successi del passato con i conseguenti benefici che ne deriverebbero in termine di vendite. Così come era successo nel 2012, noi eravamo pronti ad investire tutte le nostre risorse e a confermare i nostri sponsor nel nuovo progetto Panigale ed era ovvio che ci aspettassimo lo stesso impegno anche da parte di Ducati. Ma così non è stato»
Maggiore la delusione o la rabbia?
«Solo delusione e tanto rammarico per un rapporto che finisce con una Casa nella quale abbiamo sempre creduto e alla quale riteniamo di aver portato solo successi e prestigio. Come sai il mio team è nato nel 2010 con un budget raccolto dal sottoscritto, con le moto che io avevo nel mio garage e dando fiducia ad un grande pilota che però in molti consideravano sulla via del tramonto. Abbiamo debuttato con la grande vittoria di
Il supporto economico della casa di Borgo Panigale, che si è accollata il contratto di Checa e ci ha passato alcuni sponsor, ha significato anche il dover accettare scelte tecniche che non abbiamo condiviso in pieno
Carlos a Phillip Island e concluso con il terzo posto nella classifica piloti. L’anno successivo abbiamo proseguito ancora con le nostre forze, pagando tutto da soli, compresi piloti e tecnici, anche gli ingegneri Ducati ed abbiamo vinto il titolo mondiale Superbike e la Superstock 1000 FIM Cup, mettendo in luce una delle migliori speranze del motociclismo italiano: Davide Giugliano. Un’impresa che sembrava impossibile da parte di una squadra privata nata solo l’anno prima. Nell’ultimo appuntamento del mondiale 2011 a Portimao, quando eravamo già campioni del mondo, abbiamo rischiato di veder interrotto il nostro rapporto con Ducati che però all’ultimo momento ha accolto le nostre proposte per un altro anno insieme. E per questo ringrazio ancora oggi la Ducati. Per assurdo però proprio l’anno che ci ha visti supportati dalla casa italiana è stato il peggiore dei tre e non ti nascondo che non sono per niente contento di come sono andate le cose. Il supporto economico della casa di Borgo Panigale, che si è accollata il contratto di Checa e ci ha passato alcuni sponsor, ha significato anche il dover accettare scelte tecniche che non abbiamo condiviso in pieno. Ma è andata così ed oltre ad aver lanciato Giugliano in Superbike abbiamo comunque raccolto podi e vittorie»
Checa è un pilota Ducati, ma quale sarà il futuro di Davide (leggi l'intervista a Giugliano)?
«La cosa che più mi è dispiaciuta, nelle decisioni della Ducati, è stata la mancanza di chiarezza nei confronti di Giugliano. L’averci sottoposto i loro programmi solo ora mi è sembrata una grave mancanza di rispetto nei confronti di un pilota che di fatto al momento attuale è senza una moto. Per fortuna fa parte della mia struttura e non lo abbandoneremo di certo. Anzi abbiamo già programmi ambiziosi»
Cosa farà il prossimo anno la tua squadra?
«E’ presto per dire di preciso cosa faremo, ma ti posso assicurare che il lavoro che abbiamo fatto in questi anni non è passato inosservato e sono stato piacevolmente stupito nel vedere quante strade si sono aperte davanti a noi. Il mio team proseguirà e non certo per fare da comparsa. Proseguiremo con il ruolo di protagonisti che ci compete»
Stiamo valutando solo proposte che riguardano la Superbike e la GP
Resterete in Superbike? Ora che Dorna gestisce entrambi i campionati potrebbe essere più facile passare magari in uno dei campionati GP.
«Stiamo valutando solo proposte che riguardano la Superbike e la GP e spero di potervi dare presto maggiori indicazioni. Stiamo considerando solo progetti interessanti che ci possano permettere di competere ad alto livello. Gli altri non ci interessano. Sappiamo che è tardi ma faremo di tutto per farci trovare pronti per la prossima stagione»
Non pensi ci possa essere un ripensamento da parte di Ducati?
«Non credo, ma anche se ci fosse non ritengo possibile un’apertura da parte nostra. Sono stati messi in discussione non solo i fattori economici, ma sono state anche le questioni di principio ad aver portato alla fine del nostro rapporto. Ora devo pensare a far proseguire la nostra struttura e a creare i presupposti affinché Davide Giugliano, i fratelli Coppola e tutti i ragazzi che compongono il mio team possano continuare a lavorare e a trovare le soddisfazioni che meritano. Non so se io sarò ancora parte attiva del team anche perché ho dei collaboratori che potrebbero continuare a mandare avanti la mia struttura anche senza la mia presenza in pista. Lo valuterò assieme alla mia famiglia».
Hai già parlato con Checa?
«Ancora no. Lui è un pilota Ducati e se ci sentiremo sarà solo per un saluto».
Ma secondo te in quale squadra correrà Carlos il prossimo anno?
«Non lo so e devo dirti sinceramente che non mi interessa più di tanto. Ovviamente mi spiace non poter più lavorare con un campione ed una persona eccezionale qual è Carlos, con il quale abbiamo diviso momenti indimenticabili. Resterà la nostra amicizia. Gli auguro di poter essere competitivo anche il prossimo anno anche se al momento non intravedo una soluzione vincente. Ma è un problema che non mi riguarda».
Queste le dichiarazioni di Bevilacqua. Così come ci lasciò stupiti la decisione di Ducati – poi fortunatamente modificata – di non accettare le proposte di Checa e del team Althea al termine della stagione 2011, siamo sorpresi anche da questa ulteriore decisione della casa di Borgo Panigale che si ritrova di fatto a fine ottobre senza una squadra e con una moto ancora da sviluppare. Speriamo che Ducati ci sorprenda tirando fuori un asso dalla manica che risolva la questione. In caso contrario potrebbe trattarsi di un errore con implicazioni non solo sportive. Parlando di squadre che ancora non hanno deciso con quale moto correre resta solo l’ipotesi ParkinGo che però ci risulta in bilico tra Aprilia e BMW. Sappiamo della voglia di Batta e del suo team Alstare di rientrare in Superbike e questa forse potrebbe essere una strada percorribile anche se tutta da valutare. In caso contrario alla casa italiana non resterebbe che creare una propria struttura, avvalendosi dei numerosi tecnici rimasti senza lavoro a seguito della decisione di BMW di schierare una sola squadra o fuoriusciti dal travagliato team Effenbert. Sarà comunque un lavoro non certo facile per la Ducati e per Ernesto Marinelli, responsabile del progetto Superbike.