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Mai come quest’anno il mondiale Superbike si preannuncia incerto e combattuto e le gare di Phillip Island lo hanno dimostrato. Come era stato evidenziato dai test e dalle qualifiche, i piloti in grado di lottare in ogni gara per la vittoria sono almeno otto. Lo spettacolare serpentone che ha condotto gara due per i primi dieci giri ne è la dimostrazione. Molte cose sono cambiate rispetto allo scorso anno. Melandri è arrivato in Aprilia, spingendo Laverty in Suzuki. Giugliano e Davies hanno accettato la sfida della Panigale e a far compagnia alle Superbike sono arrivate le Evo. Chi non è cambiato è Sylvan Guintoli che, così come lo scorso anno, si aggiudica una manche e torna in Europa in vetta alla classifica piloti. L’anno scorso le due gare di Phillip Island furono una passerella trionfale per le moto di Noale, che vinsero a mani basse entrambe le manche. Quest’anno invece devono ringraziare per la loro unica vittoria, il motore della GSX-R 1000 di Laverty, che ha negato al nord irlandese quella che sarebbe stata una storica e meritata doppietta. Ma con i “se” ed i “ma” non si fa la storia e la storia dice che Guintoli ora ha dieci punti di vantaggio in classifica su un pilota Kawasaki, che non è il campione del mondo Sykes, bensì il suo irriverente scudiero Loris Baz, capace di precedere Tom in entrambe le manche. Melandri è terzo davanti ad un grintoso Giugliano, con il quale la Ducati può ritornare a sorridere e a sperare. Vince Guintoli ma vince anche la Pirelli, che ancora una volta porta in Australia gomme in grado di durare tutta la gara, senza obbligare i piloti a cambiarle dopo pochi giri come è invece successo in MotoGP.
Le nuove Evo non hanno deluso e Salom, che in gara ha avuto la meglio su Canepa, dominatore nelle prove, si è inserito nella top ten, lasciandosi alle spalle qualche Superbike. Queste Evo saranno anche più lente e meno performanti rispetto alle Superbike (aspettiamo però che la Pirelli, ad iniziare da Aragon, consegni loro gomme dedicate) ma qui in Australia non hanno certamente sfigurato. E inoltre mancavano tre dei probabili protagonisti della Evo : Barrier, Scassa e Fabrizio. Torneranno tutti ad Aragon, per rendere ancora più avvincente questa categoria.
Chi ha fatto molta fatica non sono state le Evo, ma le ultime arrivate in Superbike, le EBR del team Hero EBR e la F4RR del Team MV Agusta Yakhnich. Moto nuove per la un mondiale in pista, che necessitano di tanto lavoro di sviluppo per arrivare a superare almeno le Evo. Ma la MV si è ampiamente consolata con la storica vittoria di Cluzel in Supersport. Era dal 1976 (con Agostini al Nurburgring in 500) che una moto di Schiranna non si aggiudicava una gara di un campionato mondiale. Fa piacere constatare che nelle moto c’è ancora un Italia capace di vincere.
Un plauso infine ai motociclisti australiani che in questi tre giorni hanno riempito il bellissimo circuito sulle rive dell’Oceano Pacifico. Sono stati oltre 56.000 gli spettatori che nel weekend hanno assistito allo spettacolo della Superbike, nonostante venerdì e sabato la pioggia non sia certo mancata.
Ecco i nostri voti ai protagonisti del primo round mondiale di Phillip Island
Eugene Laverty – Aiuta il team Crescent Suzuki a migliorare la GSX-R1000 sino a renderla vincente, ma evidentemente non ancora del tutto affidabile. La sua vittoria nella prima manche ci ricorda quella di Carlos Checa del 2010, quando lo spagnolo vinse al debutto con un nuovo team ed una nuova moto. Proprio come Eugene. E’ andato fortissimo nei test invernali, in prova ed in gara. Se la Suzuki saprà assecondarlo…… Voto 8,5
Marco Melandri – In gara uno viene travolto dal ciclone Laverty proprio mentre sta portando a termine una gara tattica. Nella seconda paga carissimo un errore di guida. La sua moto sbanda in rettilineo e lui si innervosisce. Dalle prove sembrava che avesse trovato il giusto feeling con la RSV4 ma le gare hanno dimostrato che c’è ancora del lavoro da fare. Alla fine porta a casa un podio e cede solo 13 punti al leader Guintoli. Ma da lui ci aspettiamo ben altro. Voto 6,5
Loris Baz – In un circuito dove le Kawasaki non hanno mai brillato, Loris riesce a salire sul podio e a precedere il suo compagno di squadra, nonché campione del mondo, sia in gara che in classifica. Si era già visto nei test che quello di quest’anno è un Baz diverso, anche perché il francesino sa è gounto il momento di dimostrare che merita una moto ufficiale. A Phillip Island c’è riuscito. Voto 7
Tom Sykes - Phillip Island non gli piace e non si adatta alla sua Ninja, per cui il simpatico Tom punta a limitare i danni e ci riesce, tornando a casa con tre punti in più rispetto allo scorso anno. Non brilla in Superpole (dove cade) e nemmeno in gara. Il podio è un gentile omaggio del motore di Laverty. Ma la prossima gara sarà ad Aragon e li vedremo un altro Sykes. Voto 6,5
Davide Giugliano – La Ducati ai ducatisti. Davide è in grado di risvegliare l’orgoglio dei tifosi delle rosse di Borgo Panigale. Il Giugliano tutto grinta ed irruenza visto all’inizio dello scorso anno ha lasciato il posto ad un pilota maturo, che a Phillip Island ha ottenuto il massimo che si poteva ottenere, senza rischiare oltre il dovuto. Sfiora la pole position ed arriva per due volte ad un passo dal podio. Voto 7,5
Jonathan Rea – Johnny ed il suo team si sono lasciati alle spalle un anno orribile e rimboccatisi le maniche stanno cercando di rendere competitiva la nuova CBR. Dopo aver lavorato molto sulla parte elettronica è giunto ora il momento di sistemare il set up. Al resto penserà la classe di Rea che in questo primo round raccoglie due piazzamenti e una ventina di punti. Work in progress. Voto 6
Chaz Davies – Vince l’oscar della sf….ortuna. Cade pesantemente nelle prove, in Superpole una sbandata lo costringe a partire in gara dalla quarta fila, in gara uno ha grossi problemi di gomme e finalmente nella seconda manche raccatta qualche punto. Weekend da dimenticare, ma Chaz è un duro e farà certamente meglio in Europa. Voto 6
Toni Elias – L’anno scorso il team Red Devils aveva iniziato alla grande per poi spegnersi nelle gare successive. Dopo Phillip Island la squadra di Petricca spera che ora avvenga il contrario. Un fine settimana difficile per Toni. Moto conosciuta, ma squadra completamente nuova. E poi Elias non saliva in moto dall’Ottobre 2013 (gare di Jerez). Una caduta in gara uno ed un mesto nono poto in gara due. Per lui la prossima gara di casa arriva nel momento opportuno. Voto 5
Alex Lowes – Un conto sono le prove ed un altro le gare. E’ già difficile esordire in Superbike, se poi ci si mettono anche una brutta caduta ed una caviglia dolorante, allora il compito diventa improbo. Alex non riesce a camminare e qualcun altro in quelle condizioni non avrebbe nemmeno corso. Lui ci ha provato e lo premiamo con una sufficienza, in attesa di rivederlo in pista in Spagna. Voto 6
David Salom – Incaricato dello sviluppo della Kawasaki Evo, David mette a frutto la sua esperienza e in gara stravolge il responso delle prove, che lo avevano visto sempre in seconda posizione. Questa Evo arriva nel momento giusto per Salom, spronato dalla possibilità di vincere un titolo mondiale e supportato da un team ufficiale. Voto 7,5
Niccolò Canepa – E’ duro accettare due secondi posti dopo aver dominato test e prove ed essere stato spesso vicino alle Superbike. Però non dimentichiamoci che Niccolò non ha svolto test invernali e la sua squadra ha iniziato a lavorare sulla Panigale Evo solo nei test di inizio settimana. Bicchiere mezzo pieno ed ottimo inizio per Canepa ed il team Althea. Voto 7