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Mannaggia a te, Giorgio. Che brutta sorpresa che mi hai fatto. Scoprire così, stamattina, che te ne sei andato per un maledetto infarto. E adesso come lo pareggiamo il conto di tutte le cervezitas e le tapas che ci dovevamo a vicenda?
Il Manziana l’ho conosciuto ormai tanti anni fa, quando lavoravo per un’altra testata. Ci siamo conosciuti nell’unica maniera in cui due come noi potevano fare amicizia: litigando. Perché Giorgio era incredibilmente competente e con un occhio “che faceva le curve” ma anche testardo, orgoglioso e mal disposto a sopportare le critiche. Ma ci siamo presi presto le misure, e insieme ne abbiamo fatte un bel po’. Ci siamo divertiti, anche se dovevo quasi riscrivere i tuoi articoli perché non hai mai voluto fare pace con la lingua italiana. Ma lo facevo volentieri, perché riuscivi tutte le volte a sbalordirmi per l’acutezza del tuo sguardo.
Siamo rimasti amici anche quando le nostre strade si sono separate. Ci sentivamo regolarmente, e mi veniva da ridere quando continuavi a chiamarmi “buana” nonostante ti dicessi tutte le volte di smetterla. Ma d’altra parte, da bravo sardo, eri un gran testone e sapevo bene che non l’avresti mai piantata. E sapevo che nell’ambiente ti conoscevano e stimavano in tanti, fra quelli che contano davvero. Con qualcuno non andavi d’accordo, ma eri e sei sempre stato un amico e un collaboratore di una lealtà d’altri tempi.
Ci mancherai, Manz, e non perché non sapremo più che tempo fa a Malaga. Mi piace pensare che però magari sei finito in qualche sala d’attesa con Nicky e Angel. Fattene raccontare un po’ che quando ci rivedremo mi aggiornerai. Un abbraccio.