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Ne ha viste di tutte i colori, nella sua vita, perché la professione di medico traumatologo del 118 senese lo mette davanti a tante situazioni difficili, ma anche perché ha la passione di andare in moto. Marco Guidarini ha da molti anni intrapreso una coraggiosa crociata per rendere meno complessa e pericolosa l’esperienza di usare la strada con le due ruote. E’ presidente dell’AMI (Associazione Motociclisti Incolumi onlus) e ogni giorno si oppone ai tanti rischi potenziali che troppo spesso ci fanno compagnia: guardrail killer, buche che si trasformano in trappole, asfalto malridotto, segnali stradali inutili e troppo a ridosso della carreggiata.
L’ultima sua fatica è un prezioso manuale di sopravvivenza urbana, “Una guida per chi guida”, scritto con passione e competenza per dare possibilità a tutti gli amanti delle due ruote di guidare in sicurezza, prevenendo molte cause d'incidente.
«Dati Istat riportano che lo scorso anno ci sono stati 1.270 motociclisti vittime di incidenti - ci rivela Guidarini -. In fatto di sicurezza, la qualità dell'asfalto è elemento decisivo, visto che conta per il 70%,, determinando situazioni di alto rischio, quali frenate inefficaci e difficoltà di controllo del veicolo».
Fare jogging e andare in palestra 2-3 volte a settimana rappresenta un primo, importante passo per gestire la moto con sufficiente sicurezza
Il manuale è una guida a 360°, perché parla anche di alimentazione e preparazione fisica, elementi indispensabili quando si viaggia su due ruote. I consigli di Guidarini, si concentrano in modo particolare sull’attività fisica, che va curata e mai trascurata: fare jogging e andare in palestra 2-3 volte a settimana rappresenta un primo, importante passo per gestire la moto con sufficiente sicurezza. Ma, aggiunge l’autore, sono gli sport da combattimento a migliorare l'elasticità e i riflessi, come anche la visione laterale dell'occhio. Tutti aspetti molto importanti quando si viaggia in moto; inoltre, serve anche un buon allenamento dei muscoli di schiena e glutei, molto sollecitati vista la posizione assunta quando si sale in sella.
Forte della sua esperienza, Guidarini indica uno dei pericoli maggiori e troppo spesso ignorati nei segnali stradali verticali: di solito indicano un pericolo generico, ma invece rappresentano «una delle cause più frequenti d'incidenti, anche se si va a soli 30 chilometri l'ora: infatti sono sovente posizionati in piena curva, senza tener conto delle dinamiche che interessano i centauri coinvolti in scivolate ed attestano una cultura della sicurezza stradale assolutamente auto-centrica, che non tiene in nessun conto gli altri utenti. Per prevenire eventi troppo spesso classificati come “incidenti” o “fatalità” basterebbe seguire un metodo scientifico, che consenta di ridurre le conseguenze di imprudenza, imperizia e negligenza».