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Eccola finalmente! Bisognerà pazientare ancora qualche settimana per il lancio stampa, e poco di più prima di vederla dai concessionari ma la CRF 1000L Africa Twin, ora possiamo davvero dirlo, è arrivata. Perché dopo la nostra anticipazione di inizio maggio, in cui vi avevamo svelato molti dettagli su quella che è sicuramente la moto più attesa del momento, abbiamo finalmente tutte le informazioni sull’Africa Twin che verrà.
Iniziamo con il dire che la CRF1000L sarà proposta in tre diverse versioni: standard, ABS e DCT-ABS, con (ingiustificato) sollievo per i più duri e puri che rifiutano le nuove frontiere della tecnica motociclistica. Per tutte, naturalmente, la base resterà invariata: un propulsore bicilindrico parallelo capace di 95cv/70kW di potenza massima e 98Nm come picco di coppia, telaio a semi-doppia culla, sospensioni a lunga escursione e cerchi da 21 e 18” rispettivamente all’avantreno e al retrotreno.
Arriverà entro la fine del 2015 ad un prezzo base indicativo di 12.400 Euro f.c.
Nata per recuperare il ruolo di riferimento per i più avventurosi fra i motociclisti già ricoperto dalle Africa Twin XRV 650 e 750, la CRF 1000L è stata pensata per offrire il meglio sulle lunghissime percorrenze tanto sull’asfalto quanto in fuoristrada. Pur non condividendo nulla – nemmeno nello schema motoristico – con la progenitrice, crediamo che anche il più talebano fra i fan della prima “Africa Queen” possano riconoscere nell’attuale proposta Honda lo stesso spirito dell’antenata – anzi, forse può vantare un maggior blasone fuoristradistico.
Se infatti il precedente propulsore XRV affondava le sue radici nel tranquillo bicilindrico della custom della serie VT, l’attuale bicilindrico in linea da 1000 cc deriva – lo dice il nome stesso – dai CRF-R cross ed enduro, da cui mutua diverse soluzioni orientate al massimo contenimento degli ingombri (fondamentale, soprattutto in altezza, per offrire una luce a terra adeguata alle ambizioni fuoristradistiche dell’Africa Twin) fra cui la testata con distribuzione Unicam e la lubrificazione a carter umido.
L’accensione viene demandata ad un sistema a doppia candela che migliora la combustione a tutti i regimi linearizzando la curva di erogazione, obiettivo perseguito anche con la fasatura dell’albero motore a 270°. Qualunque preoccupazione in materia di vibrazioni relativamente allo schema tecnico viene dissipata dall’adozione di ben due contralberi, uno dei quali comanda le pompe di olio ed acqua con quest’ultima ospitata all’interno del carter – lato frizione – per una maggior protezione e pulizia dell’insieme.
Sulla versione standard il cambio allunga la lista delle soluzioni mutuate dalle CRF da cross, con cui condivide il sistema di azionamento. La frizione è assistita con antisaltellamento, per evitare bloccaggi indesiderati del retrotreno nelle scalate più cattive.
La versione DCT propone invece il già apprezzato cambio a doppia frizione in un’inedita declinazione con funzionalità off-road. Una primizia assoluta per il settore delle maxi-trail, che rappresenta il giusto coronamento per un vecchio pallino Honda: proprio lei aveva infatti sperimentato un’unità basata sul sistema Badalini (che la Casa di Tokyo utilizza fin dallo scooter Juno del 1961) sulla CR 250R Automatic schierata nel campionato cross All-Japan 1991.
In questa più recente versione, il cambio a doppia frizione Honda DCT offre come sempre la possibilità di scegliere fra la modalità manuale (MT – Manual Transmission) in cui il pilota controlla il cambio attraverso le palette al manubrio, sia due modalità automatiche (D – Drive ed S – Sport) completamente gestite dalla centralina. La modalità D bilancia efficienza e comfort, mentre la S, che mette invece l’accento sulle prestazioni, è per la prima volta gestibile secondo tre diverse strategie denominate S1, S2 ed S3.
Un’ulteriore possibilità viene dalla nuova funzionalità G, dedicata al fuoristrada più impegnativo. Attivabile da un tasto separato e posizionato sul lato destro del cupolino, a prescindere dalla modalità e strategia scelta ne varia l’applicazione pratica privilegiando trazione e motricità attraverso la riduzione dell’entità di intervento della frizione durante i cambi marcia.
Il tutto è coadiuvato da un sensore che comunica alla centralina di controllo DCT l’inclinazione della moto, informazione sulla cui base il sistema può decidere con maggior precisione il momento migliore per effettuare la cambiata.
Il telaio è un’unità in acciaio a semi-doppia culla, pensata naturalmente specificamente per l’impiego tanto su strada quanto in fuoristrada, con forte accento sulla centralizzazione delle masse, motivo per cui diverse componenti di massa rilevante (la batteria, per esempio) sono state spostate subito dietro la bancata dei cilindri.
Il comparto sospensioni conta naturalmente su unità Showa pluriregolabili, con una forcella rovesciata all’avantreno e monoammortizzatore con registro precarico remoto a comando idraulico. I freni sono Nissin, con pinze radiali a 4 pistoncini e dischi flottanti da 310mm con profilo a margherita, controllati nella versione ABS e DCT-ABS da un sistema antibloccaggio escludibile sulla ruota posteriore. Completa il quadro della dotazione elettronica il controllo di trazione HSTC (Honda Selectable Torque Control) configurabile su tre livelli d’intervento oppure escludibile per l’uso in fuoristrada.
I cerchi, come avevamo anticipato, sono a raggi rispettivamente da 21 e 18” all’avantreno e retrotreno calzanti pneumatici 90/90-21 e 150/70-18 come sulle offroad specialistiche – le misure sono le stesse impiegate dalla CRF450 Rally.
Il serbatoio offre una capienza di 18,8 litri per un’autonomia stimata attorno ai 400km. La sella è regolabile su due diverse altezze (850 oppure 870mm) ed il peso complessivo, naturalmente a secco, è lodevolmente contenuto in 208kg per la versione standard.
Tutte le versioni di CRF 1000L Africa Twin saranno vendute in quattro colorazioni: CRF Dakar Rally, HRC Tricolour, Silver, Black, tutte con gruppi ottici a LED.
Motore |
Bicilindrico parallelo con manovellismo a 270°, distribuzione Unicam a 8 valvole, raffreddato a liquido. |
Cilindrata |
998 cc |
Potenza massima |
70 kW (95 CV) @ 7.500 giri/min (95/1/EC) |
Coppia massima |
98 Nm @ 6.000 giri/min (95/1/EC) |
Alesaggio x corsa |
92,0 x 75,1 mm |
Frizione |
Multidisco in bagno d’olio, del tipo assistito con antisaltellamento (doppia su versione DCT-ABS) |
Trasmissione finale |
Catena sigillata con O-Ring |
Cambio |
Manuale a 6 rapporti sempre in presa / Sequenziale a 6 rapporti doppia frizione DCT con funzione G per guida in fuoristrada |
Controllo di trazione (solo su versioni ABS e DCT-ABS) |
Honda Selectable Torque Control System (HSTC) a 3 livelli, disinseribile |
Telaio |
Semi-doppia culla in acciaio con telaietto reggisella ad alta resistenza |
Raggio di sterzata |
2,5 m |
Peso a secco |
208 kg (vers. STD), 212 kg (vers. ABS), 222 kg (vers. DCT-ABS) |
Peso con il pieno |
228 kg (vers. STD), 232 kg (vers. ABS), 242kg (vers. DCT-ABS) |
Capacità serbatoio |
18,8 litri |
Dimensioni (LxLxA) |
2.335 x 875 x 1.475 mm (vers. STD), 2.335 x 930 x 1.475 mm (vers. ABS / DCT-ABS) |
Interasse |
1.575 mm |
Altezza sella |
Regolabile 870 / 850 mm |
Altezza da terra |
250 mm |
Sistema ABS (solo versioni ABS e DCT-ABS) |
A 2 canali, disinseribile sulla ruota posteriore |
Freni anteriori |
Dischi flottanti da 310 mm con profilo a margherita, flangia in alluminio, pinze radiali a 4 pistoncini con pastiglie in metallo sinterizzato |
Freno posteriore |
Disco da 256 mm con profilo a margherita, pinza a 2 pistoncini con pastiglie in metallo sinterizzato. |
Freno di stazionamento (solo versione DCT-ABS) |
Leva al manubrio |
Ruota anteriore |
A raggi con cerchi in alluminio |
Ruota posteriore |
A raggi con cerchi in alluminio |
Cerchio anteriore |
21M/C x MT2.15 |
Cerchio posteriore |
18M/C x MT4.00 |
Pneumatico anteriore |
90/90-R21 con camera d’aria |
Pneumatico posteriore |
150/70-R18 con camera d’aria |