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A Biarritz Yamaha ha presentato la concept Faster Son, realizzata da Shinya Kimura su base MT-07. Soprattutto la Casa giapponese ha svelato le sue intenzioni: a brevissimo entrerà nel segmento delle modern classic con una gamma dedicata (chiamata Faster Sons) e una moto vincente (derivata dalla MT-07).
Linea classica, prestazioni moderne e prezzo contenuto. I presupposti sono molto interessanti. Per questo abbiamo parlato delle novità Yamaha con Paolo Pavesio, Direttore Marketing e Comunicazione di Yamaha Europa.
Non è facile conciliare la modernità della produzione Yamaha col concetto modern-classic, oggi diventato così di moda. Non è un’operazione rischiosa?
«No e il lavoro di Kimura lo dimostra perfettamente. Lui è riuscito a unire la nostra tecnologia (parliamo della Faster Son su base MT-07, nda) con un’anima che viene dal passato. La moto che ha fatto Kimura è davvero la “figlia veloce” delle moto che ha sempre realizzato fino a oggi».
Paolo, ora sei in Yamaha Europe, dopo aver tanto lavorato in Yamaha Italia. Come vedi il mercato delle modern-classic in Europa e nel nostro Paese?
«Il fenomeno è europeo, se non mondiale. L’Italia fa, come spesso accade, da guida sulle mode. Lo dimostra il successo della Ducati Scrambler, che ha va forte in Italia per il momento, ma è facile prevedere che andrà bene anche sugli altri mercati europei».
E presto la Ducati avrà compagnia. Siete pronti al lancio della vostra classica, prima moto della famiglia Faster Sons.
«Al di là delle provocazioni che stiamo lanciando, noi vogliamo essere un generalista di nicchia. Vogliamo interpretare i gusti e i bisogni nei diversi segmenti. Ci piacciono le moto da cross come anche le sport classic. Senza compromessi. Per questo cerchiamo di offrire moto diverse anche nel settore delle sport classic. Dal lavoro con i customizzatori abbiamo imparato molto in questi anni e ora cerchiamo di dare qualcosa di più attraverso la nostra personale interpretazione».
In effetti le nicchie sono importanti per Yamaha. Penso alle due tempi da cross. Ma poi il mercato vi premia o è uno spreco di energie inutile?
«Il mercato oggi è fatto di tante nicchie e resterà così in futuro. Noi vogliamo esserci da protagonisti, in tutte le nicchie. Il due tempi, come dicevi tu, è stato abbandonato da moltissimi (Yamaha è l'unica giapponese a offrire questo motore nel motocross, nda). Noi abbiamo continuato a produrle e aggiornarle e questa scelta oggi ci premia. Il 40% delle nostre vendite in Europa, nel segmento off-road, è fatto dalle moto a due tempi. Le due tempi stanno tornando protagoniste e la nostra scelta è stata premiata. Nel campionato europeo 125 il 30% delle moto sono Yamaha. Bisogna essere forti e avere coraggio di mettere uomini e risorse in tutte le aree del mercato».
La Yamaha Tracer è vendutissima in tutta Europa. Quali sono gli altri modelli che vi danno soddisfazioni?
«Abbiamo rinnovato negli ultimi due anni la gamma motocross e enduro e il nostro lavoro prosegue per essere sempre al top in quest’area. Abbiamo coltivato il segmento modern-classic fino a oggi come una nicchia, ma ora intendiamo diventare protagonisti. Arriveranno Faster Sons molto interessanti, ne sono sicuro».
Cosa ne dici di Wheels and waves?
«Questo è un mondo che fa storcere il naso a molti motociclisti, ma è una visione miope. La moto è un oggetto di passione, è un giocattolo costoso e il segmento delle classiche, che c’è sempre stato, ora sta diventando un fenomeno di moda. Io sono solo contento di questo. Se un segmento moto diventa di moda, questa è una buona cosa. Può avvicinare nuovi utenti, che mai avrebbero considerato la moto. E poi qui trovi i giovani, che non trovi ad esempio più in pista! Queste moto piacciono tantissimo ai ragazzi».
Tu sei un faster son?
«Direi di sì. In tempi non sospetti ho modificato la mia XJR, che è la moto che mi assomiglia di più e mi dà più soddisfazione. È questo che cerco nei giocattoli per adulti che non vogliono crescere troppo».
Foto: A. Perfetti, A. Pugiotto