Montesa 4RIDE

  • Voto di Moto.it 8 / 10
Montesa 4RIDE
Andrea Buschi
Montesa non smette più di stupire, completando la sua linea con una versione motoalpinistica derivata dalla 260 RT ed ispirata alla EVASION del 1991. Una moto polivalente ed intuitiva per chi desidera avvicinarsi al fuoristrada senza le difficoltà di mezzi troppo specialistici.
22 febbraio 2016

Dopo la presentazione statica di novembre, che è stata anche occasione per conoscere l’azienda di Santa Perpetua nella sua struttura e linea produttiva, eccoci finalmente al test su strada, nell’affascinante scenario della Costa Brava e più precisamente a San Felieu de Guixols, ad una cinquantina di chilometri da luoghi come Lloret de Mar e Tossa de Mar, già teatro di alcuna prove di Campionato Mondiale Trial nel decennio a cavallo tra il 1995 e 2005. Luoghi questi che i tecnici Montesa hanno scelto per mostrare l’ecletticità di questo nuovo modello espressamente dedicato ad un pubblico nuovo di aspiranti fuoristradisti senza particolari velleità sportive che cercano nel mezzo a due ruote praticità, leggerezza e guidabilità.

La realizzazione della 4RIDE, come detto chiude il cerchio ed idealmente completa una linea che va dalla massima espressione racing della 300RR dedicata al pilota con DNA corsaiolo all’entry level della 4RT, passando per la race replica Repsol, sempre dedicate al trialista puro.

La tecnica della 4RIDE

Il motore, lo stesso della versione 260RT, è il conosciuto monocilindrico quattro tempi di 258cc, con un nuovo cambio, sempre 5 marce, dotato di una rapportatura adeguata ad un utilizzo anche stradale. Il propulsore mantiene comunque tutte le sue peculiarità e questo ci viene sottolineato dai Tecnici Montesa in sede di presentazione, insieme all’importante intervento sulla centralina elettronica che garantisce buona potenza a consumi decisamente ridotti, 120 km con un pieno in strada e 90 km in fuoristrada. Aumentano anche lunghezza e dimensioni dello scarico con un silenziatore maggiorato e la leva di accensione più lunga e facilmente utilizzabile.

Anche il telaio rimane lo stesso della linea Trial, viene però corredato da sospensioni adeguate al nuovo utilizzo. La forcella una Tech di derivazione trial viene allungata nella corsa di 24 mm, mentre il mono ammortizzatore posteriore R16V ne guadagna 12, anche in questo caso particolare attenzione è stata data alla corretta taratura, cercando un assetto equilibrato lavorando sull’idraulica. Da sottolineare il bellissimo serbatoio in alluminio spazzolato che guadagna una capienza di 4,4 litri, incastonandosi perfettamente nel telaio.

Potenziato anche il reparto frenante Braketech con dischi maggiorati da 150 a 180mm sia all’anteriore che al posteriore. Parlando di ruote troviamo i robusti cerchi da 21 anteriore e 18 posteriore già utilizzati nel trial e dotati del nuovo Dunlop Trial. Il reparto comandi mantiene quanto già presente sui modelli Trial, quindi pompe Braketech, manubrio S3 con piega “Lampkin” e pedali cambio e frizione della COTA, mentre sono più larghe le pedane poggiapiedi.

Molto bella e curata la nuova veste estetica. Rispetto alla presentazione di novembre la moto si presenta ora perfettamente rifinita nel design, che risulta essere molto pulito, senza sporgenze e bulloneria in vista. La sella inserita con gusto nella linea della moto, protegge un vano ricavato nello spazio guadagnato tra la stessa e la scatola filtro, un bel volume utilizzabile per posizionare oggetti utili soprattutto al fuoristrada. Nel complesso la trasformazione da COTA a 4RIDE costa solo una decina di chilogrammi in più portando il peso di questa moto a soli 85 kg in ordine di marcia.

Come va?

Il percorso sapientemente preparato per l’occasione su sterrati e sentieri dell’entroterra catalano ci ha regalato tre ore di puro divertimento e l’opportunità di gustare la bontà di questo prodotto che idealmente ricuce lo strappo tra moto da Trial e utilizzo stradale. La moto, avendo solo cura di non ruotare il gas in questa prima fase, parte al primo colpo con una pedalata morbida e il suo discreto borbottio mi fa pensare quanto sia positivo per il rispetto dell’ambiente guidare una moto silenziosa nel bosco.

In movimento questa moto regala una piacevole sensazione di guida, sia che ci si trovi su asfalto, dove la spaziatura del cambio permette di muoversi anche a basse velocità con la quarta delle cinque marce che garantisce sempre una buona ripresa anche sottocoppia, oppure che ci si trovi nel fuoristrada progressivamente più complicato dove la 4ride da sicuramente il meglio di sé. Buona quindi la stabilità sulle veloci strade bianche, solo l'anteriore paga una certa imprecisione, con buona probabilità a causa del pneumatico da Trial che privo di tassellatura sulla spalla non restituisce la necessaria sicurezza.

Inasprendo le difficoltà la musica cambia e la derivazione trialistica della moto emerge in tutto il suo splendore mostrando controllo, aderenza, forza motrice, tutti elementi che gratificano il pilota qualunque sia la sua estrazione. Solo alzando gli ostacoli si trova qualche limite nelle dimensioni di sella e fianchetti, che ovviamente riducono un poco i movimenti del corpo normalmente utilizzati durante l'esecuzione di curve in contropendenza e gradini. Vista con l'occhio del trialista questo mezzo è sicuramente promosso a pieni voti, non esiteremmo un istante ad avventurarci su un percorso hard di una Mountain Trial finalmente con la libertà di percorrere i sentieri senza scorta di carburante caricato sulle spalle e con acqua, attrezzi, documenti ed immancabile smartphone posizionati nel provvidenziale vano sotto sella.

Vissuta con lo spirito dell'endurista, questa moto non tradisce e diventa un ottimo attrezzo per imparare le tecniche trialistiche utili anche nelle estreme. Certo non illudiamoci di tirare staccatone o saltare scrubbando, ma nemmeno di andare a passo di lumaca; la moto infatti, una volta capita la reazione delle morbide sospensioni, garantisce buone prestazioni anche nei passaggi più veloci.

Proprio l'aspirante fuoristradista trova in questa moto la piena risposta alle sue esigenze

Crediamo quindi che proprio l'aspirante fuoristradista trovi in questa moto la piena risposta alle sue esigenze. Si accende facile, è leggera, maneggevole e ti permette di fare aperitivo (analcolico) in centro città, così come salire alla baita degli amici senza problemi, il tutto con un impatto ambientale pressoché irrilevante. Contrariamente a quanto ipotizzato durante la presentazione statica questa moto è stata pensata attentamente e la sua trasformazione da COTA 4RT a 4RIDE è avvenuta modificando sapientemente tutto ciò che serve, offrendo all'acquirente un modello fortemente caratterizzato dalla nuova dimensione di polivalenza; naturalmente senza dimenticare una concessione all'estetica e soprattutto la vocazione ad arrampicare eredità delle cugine da Trial.

L’estrazione trialistica di chi scrive ci ha portato come di consueto ad approfondire la conoscenza di questo mezzo attraverso i tre parametri usuali, aggiungendone per l’occasione un quarto dedicato.

Salita e discesa

Durante lo svolgimento del test abbiamo potuto sfruttare dei momenti dedicati all’approfondimento del mezzo, cercando quindi di testare la moto in salite e relative discese da livello trialistico decisamente elevato. In queste situazioni la moto si comporta molto bene trasmettendo un buon feeling, rimanendo sempre equilibrata con una trazione incredibile; anche seduti, a patto di non rimanere appesi, il mezzo mantiene le caratteristiche sopracitate.

Completano queste buone sensazioni un motore sempre presente con una prima marcia universale ed un allungo notevole, una frizione modulabile che non soffre il maggior peso della moto ed i freni che in discesa insieme al comparto sospensioni restituiscono la medesima sensazione di controllo delle specialistiche COTA.

Il Gradino

Pur non trovando un gradino perfettamente a 90°, abbiamo effettuato questo test su una riva rocciosa a bordo strada di circa 120 cm. Anche in questo caso il risultato è stato positivo, la moto sale con sicurezza rispondendo come lo farebbe la cugina 4RT, bisogna solo avere l’accortezza di adeguare i movimenti necessari alla maggiore escursione delle sospensioni più lunghe e ricordarsi che la sella alta, nella fase di rimbalzo finale del gradino, spingerà un poco sul sedere. Ma anche in questo caso la prova è superata con successo.

In curva

Aspetto fondamentale della guida trialistica, la curva con questa 4RIDE risulta essere molto simile alla versione COTA, l’angolo di sterzo non varia e solo i fianchetti laterali limitano un po’ la piega della moto nelle virate più strette. Anche nelle contropendenze in salita la moto è equilibrata e garantisce sempre la necessaria sicurezza, certo le sospensioni più lunghe ed una maggiore altezza da terra richiedono un minimo di assuefazione, ma senza mai inibire i movimenti.

È certamente curioso come il peso in ordine di marcia di questa moto sia lo stesso delle moto con le quali chi scrive gareggiava nel 1988 nel massimo campionato italiano e mondiale, un gran risultato che conferma il potenziale trialistico della 4RIDE.

Strada

I quindici minuti di asfalto necessario a raggiungere i percorsi off-road ci hanno permesso di provare a pensare e guidare questa moto come un mezzo da città. Anche in questo caso la 4RIDE non delude, il motore pastoso con una rapportatura azzeccata, il manubrio largo e la seduta ergonomica regalano una sensazione di facilità e controllo stupefacenti. Agile nel traffico, sicura nelle rotonde ed alle partenze ai semafori, piacevole nel misto a buona velocità, tra l’altro la moto raggiunge agevolmente i 100 km/h, mostrando con orgoglio la sua polivalenza.

Per chi è?

Nonostante il prezzo un poco elevato (ma d’altra parte la qualità si paga) esteticamente 4RIDE risulta molto curata ed oggettivamente piacevole; si propone come alternativa ai super specialistici modelli da Trial, pur mantenendone l’indole fondamentale, si apprezza una maggiore comodità nella guida, grazie a sospensioni leggermente più alte e soprattutto grazie ad una sella di buone dimensioni perfettamente integrata nell’estetica della moto.

Anche l’ergonomia dei comandi, seppure di origine corsaiola, regala al pilota una piacevole sensazione di controllo che aumenta ancor più appena ci si inoltra nei percorsi fuoristrada. Quindi una moto per tutti, che riprende in pieno la filosofia di successo delle moto da Trial negli anni 80, ovvero libertà e dialogo rispettoso con la natura. In conclusione, esprimiamo il nostro sincero apprezzamento ed augurio di successo commerciale a Montesa (Honda) che dimostra di continuare a vedere nel Trial un mezzo globale per la realizzazione dei suoi modelli off-road.

Pregi e difetti

Pro

  • Facilità di guida in strada e fuori | Polivalenza | Motore

Contro

  • Leva cambio troppo lunga | Prezzo

Maggiori informazioni:
Moto: Montesa 4RIDE
Data pubblicazione: 22/02/2016
Luogo: Costa Brava (Catalunya ES), San Felieu de Guixols
Meteo: nuvoloso, 12°C.
Terreno: Secco, gippabili sabbiose e sentieri di roccia rossa polverosa.
Foto: Sebas Romero

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Scheda tecnica Montesa 4 Ride 260 (2016 - 17)

Cilindrata
259 cc
Cilindri
1
Categoria
Trial e Moto Alpinismo
Potenza
Peso
81 kg
Sella
885 mm
Pneumatico anteriore
80/100 21"
Pneumatico posteriore
120/100 R18
Inizio Fine produzione
2016 2017
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