EWC 2016. Bellino (Husqvarna) e Phillips (Sherco) primi due eroi Enduro GP

EWC 2016. Bellino (Husqvarna) e Phillips (Sherco) primi due eroi Enduro GP
La nuova Enduro GP Class premia “ufficialmente” per la prima volta gli… ufficiali Husqvarna e Sherco della E2, non a caso ancora la classe regina del mondiale. A scalare le piccole serie di successi, colpi di scena, sorprese del Gran Premio di Agadir
11 aprile 2016

Agadir, 10 Aprile. Un gran chiasso all’incoronazione dei primi vincitori della classe Enduro GP della Storia e della stagione, Mathias Bellino sabato e Matthew Phillips domenica. Sono loro gli eroi del primo week end mondiale dell’Enduro. Logico, la GP Class è la grande novità ed è anche l’attesa ufficializzazione del miglior risultato assoluto e del pilota che l’ha ottenuto.

Un momento: “assoluto”? Sì, proprio assoluto. Ma allora non c’è niente di nuovo, e la vera notizia è, semmai, che dopo dodici anni finalmente riemerge, torna allo scoperto e alla luce del sole quello che, nella storia dell’Enduro come di altri Sport, è il riconoscimento ’”original”, primordiale evidenza di primato quando le corse erano più semplici e chiare. Lo stesso riconoscimento che è diventato sempre più difficile da percepire da quando si è iniziato a creare il diversivo delle classi e delle categorie, con l’intento di premiare un maggior numero di partecipanti e di incoraggiarli con un maggiore “share” di gloria.

A dire il vero, la diversificazione ha avuto anche il benefico effetto di accrescere i motivi di interesse e di spettacolo dell’evento e dei tornei. Ed ecco quindi che ritorna la Classifica Assoluta, di fatto la grande novità regolamentare del EWC 2016, tredicesimo Enduro World Championship dell’era Blanchard. La proposta suggerisce una diversa chiave di lettura delle gare del Mondiale, ma quello che cambia sostanzialmente, anche dal nostro punto di vista è che, contrariamente a quanto abbiamo fatto nelle ultime stagioni, saremo autorizzati a dichiarare i nomi dei migliori “assoluti” subito, senza doverci mettere lì a ricostruire manualmente una classifica che ufficialmente non esisteva più, alla ricerca dell’autore della performance massima.

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Agadir, Marocco, è l’idea di Alain Blanchard per aprire in modo un po’ esotico, ma tutto sommato pratico e senza strafare, un Mondiale intercontinentale portandolo per la prima volta in Africa. Il risultato è buono, solo “minacciato” dalla figuretta del Super Test inaugurale del venerdì, metà con la luce e da metà sempre più verso il buio, con gli inevitabili scompensi, le inevitabili critiche e l’inevitabile annullamento della prova per le 3 classi “standard” e la GP.

Poco male, il mattino dopo tutto si è rimesso in marcia nel modo corretto, e la gara è risultata piacevole, combattuta e ben organizzata, e qualche errore di gioventù ad un Moto Club debuttante in un contesto senz’altro diverso dal solito si può ben perdonare.

Le evidenze non sono mancate, così come felicità e delusioni, dispiaceri, belle sorprese e colpi di scena, tanto che al termine del primo Gran Premio dell’Enduro 2016 è già possibile fissare alcuni punti di un certo peso. Per esempio possiamo dire che il “defender” della E1, Campione in carica Eero Remes sull’italiana TM, è partito in gran forma, ed è stato in grado non solo di stabilire la prima doppietta del Mondiale nella classe di appartenenza, ma anche di rendersi protagonista di un crescendo irresistibile che lo ha portato con la “piccola “ moto a podio anche nella ben più difficile Enduro GP.

Christophe Nambotin
Christophe Nambotin

Il contraltare del GP di Agadir è la maledetta, sfortunata prima giornata di Christophe Nambotin, l’asso di KTM, conclusa con la frattura del quinto metacarpo della mano destra, e ti pareva, la prematura conclusione del GP con l’inevitabile ritiro di sabato, e l’incertezza incombente sulla partecipazione al prossimo Gran Premio del Portogallo che dista da quello del Marocco una sola settimana.

Nambotin è fortissimo, uno dei fuoriclasse più strabilianti della nostra epoca, ma è davvero sfortunato, e la sua stagione più delicata e, forse, più impegnativa con la “missione” di rappresentare quasi da solo KTM, parte subito in salita. “Nambot” si è infilato suo malgrado in un tunnel di disgrazie che ricorda un po’ quello, per fortuna attraversato, di Johnny Aubert. E a proposito del bi-Campione del Mondo della scorsa decade, come ci aspettavamo il suo avvio di Mondiale è stato eccellente.

L’Aubert del sabato è stato irresistibile e “full” con la vittoria della E3 e il secondo posto sul podio della GP. Il forse prevedibile calo di Aubert alla domenica, ha per fortuna coinciso con l’esplosione dell’altro pilota schierato da Beta, Steve Holcombe. L’inglese scelto dalla marca toscana e da Fabrizio Dini ha “mimato” il sabato del collega Aubert vincendo la classe e sfiorando il podio della GP.

Classe regina - lo “sospettavamo” tutti, no? - la E2 ha espresso la “crema” della GP con un duello magnifico e di altissimo livello tecnico e agonistico tra il pilota ufficiale Husqvarna Mathias Bellino, vincitore di entrambe le classi sabato, e il neo ufficiale Sherco Matthew Phillips, l’australiano tornato tra le braccia di Fabrizio Azzalin che domenica ha restituito fino all’ultimo centesimo l’esatta somma al collega e rivale francese. Fa bene vedere che Alex Salvini è subito lì, alle spalle dei due forsennati del Gran Premio della E2 del Marocco. Il bolognese deve ancora completare il percorso di affiatamento con il nuovo assetto tecnico di Beta, dopo aver lasciato il Team RedMoto, ma ha già messo in mostra una grinta invidiabile e che fa ben sperare per il futuro italiano del Mondiale.

Giacomo Redondi
Giacomo Redondi

E chi invece ci fa come sempre ben sperare, ma anche incrociare le dita, è Giacomo Redondi, altra nuova “leva” del Team italiano Honda, che ha dominato entrambe le giornate di gara della Junior, una sonora doppietta quindi, imponendosi due volte di misura, ma preciso, proprio sull’avversario più quotato al totalizzatore della Junior, Josep Garcia. E rimanendo in tema di italiani, è senz’altro una bella sorpresa il quinto di sabato e, soprattutto, il secondo posto ottenuto domenica da Gianluca Martini con la Kawasaki.

Una buona promessa è il secondo posto di sabato, e anche nel Mondiale provvisorio della E1, di… Jamie McCanney, parliamo di un inglese ma pensiamo al fatto che milita nel Team Yamaha italiano di Massimo Migliorati. Se pensiamo agli altri azzurri, beneficio d’inventario per Albergoni, Moroni e Battig, ma nella E1 ha stentato anche un asso della levatura di Ivan Cervantes, nulla di serio da parte di Guarneri, Philippaerts e Montanari, ma la E2 è veramente esplosiva e richiede un po’ più di attenzioni, e non c’è da spellarsi le mani nella E3 per Gritti e Oldrati, ma non lo faremmo neanche per uno come Barragan che non è andato oltre, e preferiamo al momento seguire con la solita ammirazione l’indomabile Monni.

Rimessi in moto i camion, si parte ora alla volta delle Colonne d’Ercole, passate le quali si approderà in Portogallo, a Gouveia, per il secondo Gran Premio dell’Enduro Mondiale 2016.

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