Per fare le ferie tra colleghi bisogna inventarsi tutto il tempo possibile, quindi riusciamo ad ottenere un giovedì pomeriggio-lunedi. Può bastare per un itinerario di "soli" 2500 chilometri?
3 settembre 2012
I protagonisti
Manolo (Lolo) Falossi: Moto Guzzi Breva 1100 - Bicilindrico 85 cv - 233 kg
Simone (Buse-Buba) Buselli: Triumph Tiger 1050 - Tre cilindri 115 cv - 200 kg
Nicola (Puccio) Pucci: Honda Hornet 600 - Quattro cilindri 100 cv - 180 kg
Tre mesi di organizzazione per questo giro sulle Alpi... quali Alpi?...tutte!!! O quasi.
Come sempre il fido Puccio è presente, ma per fare le ferie tra colleghi di lavoro bisogna inventarsi tutto il tempo possibile, quindi riusciamo ad ottenere un giovedì pomeriggio-lunedì. Può bastare per un itinerario di "soli" 2500 km?! Per quest'anno una guest star d'eccezione: con noi verrà anche Simone "non mi va bene" Buselli, anche lui operaiaccio Knauf come noi.
Giovedì
Come sempre la mattina si lavora e la partenza è rimandata al pomeriggio. All'arrivo a casa mi aspettano solo le ultime cose da sistemare, previdentemente avevo già preparato tutto nei giorni scorsi e la moto ha pure il pieno fatto nel weekend. Partenza alle 15:50, dopo pochi km c'è il punto di ritrovo col Buse, passiamo da sotto Montecatini e al distributore c'è Puccio già presente.
Parte la gara al trofeo "Il peggiore" della vacanza e Buse stacca subito tutti con un "devo tornare a casa, ho lasciato i documenti della moto in garage". Partenza rimandata di una mezz'ora. Finalmente si parte... oggi itinerario noiosissimo,vista l'ora e i km da fare: tutta autostrada da Pisa a Ventimiglia, qualche tappa per la benzina e alle 8 e mezza siamo all'albergo; l'unico prenotato in anticipo di tutto il viaggio. Hotel Provenza, mettiamo le moto nel chiostro davanti all'hotel, saliamo per una rapida svestizione e siamo sul lungomare in cerca di un ristorante. L'albergatore ci aveva consigliato "Da Daniele" e il consiglio è stato proprio ben accetto: mangiata di pesce magistrale. A letto.
Venerdì
Sveglia alle 7, colazione e ritorno in camera per gli ultimi preparativi. Benzina, monto il mio ultimo acquisto (Videocamera GoPro Hero2 Hd) e siamo pronti per districarci sul Col di Tenda. Siamo in Francia, attraversiamo Sospel e parte la salita al Col de Turini.... la strada è bagnata e le nuvole minacciose ma il meteo ci grazia e tutto scorre bene. Foto di rito in cima al colle (1607m) e ci buttiamo giù per una splendida discesa panoramica, tutta curve e super paesaggi. Si fila che è una meraviglia, esce anche il sole ad accompagnarci ed entriamo sulla D2205 che ci porterà dritti dritti in cima al Col de la Bonette. Quando inizia la salita una pausa per mettersi qualcosa di più caldo e risiamo in sella, i gradi son diventati 17 e man mano che si sale diminuiscono ampiamente. In cima (2807m),davanti al monolite per le foto, la temperatura è di 6°. Scendiamo infreddoliti, i cilindri del guzzone scaldano tanto...che bello!
Scendiamo dal colle e a Jausiers, ci meritiamo una buonissima pizza. Si riparte se
nza attendere la digestione e subito si rincomincia a salire: il Col de Vars non è niente di chè in altezza ma la strada, come tutte quelle trovate fino ad ora, è bella e l'asfalto magnifico. Prendiamo un caffè in cima al passo (sapore discutibilissimo) e proseguiamo fino a Guillestre.
Posto familiare per me, in quanto 2 anni fa passai per queste strada in moto; quindi so già dove andare per il Col D'Izoard... la strada è come me la ricordavo e la salita alla vetta è sempre mozzafiato. Anche il freddo ed il vento sono gli stessi e a 2300m danno non poco fastidio, bella la discesa fino a Briancon.
Rinfrescata al Bar e via sul Monginevro. Siamo in linea con l'itinerario studiato a tavolino e ci avvantaggiamo superando Cesana e fermandoci a Susa. Buttarsi sulle montagne sarebbe un errore e visto l'ora tarda, decidiamo di fermarci qui. Hotel Napoleon, tripla a 94 euro con garage e colazione... bueno!
La sera aperitivo, cena sostanziosissima e giretto per la bella città con le sue rovine romane. Si ridorme.
Sabato
Solita sveglia e colazione, si prova un nuovo attacco per la videocamera e il tutto ci porta via un po' di tempo. Comunque l'idea Buselli di attaccarla alla freccia è geniale e sembra davvero una gara di motogp.
Lasciata Susa ci dirigiamo sul Moncenisio ed il suo splendido lago, bella la salita ma molto bella la discesa...ritmi...da gara!
Arrivati a Lanslevillard ci dirigiamo verso il Col de l'Iseran, farà freddo. La strada inizialmente scorre in una vallata larga e per molti km dritta. Poi di botto diventa stretta, tortuosa e a picco sulla montagna. Non ci sono protezioni ed allora(giustamente) ce la prendiamo comoda guardando il paesaggio e scansando marmotte pazze che si buttano nella strada. Quassù c'è sempre molta neve e i ghiacciai sono perenni, in cima al passo ci facciamo la solita foto, sfoggiando la maglietta dei Bikers Il Castagno. Attraverso il Piccolo San Bernardo entriamo in Italia e approfittiamo dell'autostrada per percorrere i 28 km che ci separano da Aosta. Direzione Svizzera e il Gran San Bernardo. Ci fermiamo in una trattoria sulla strada e poi di nuovo in sella; in cima al passo ci attende un raduno di strane auto, si và da quella variopinta a quella con il tappetino d'erba, per passare da quella di Batman.
Scesi in Svizzera arriva la parte più noiosa di questa giornata, con l'attraversamento di molte città per evitare il costoso pedaggio delle autostrade (33 euro). Ricordate la gara per "il peggiore"? Il primatista Buse oggi è scattato ancora, prima partendo col bauletto aperto, poi accorgendosi che la sua gomma posteriore era alla frutta, quindi alla ricerca di un gommista. Tra un no ed un altro no attraversiamo Martigny, Sion fino all'inizio delle salite e delle curve. La strada scorre in un canalone, ma fortunatamente la calura della città sta scomparendo.
Arriviamo ad Ulrichen, siamo un po' in ritardo sul programma e evitiamo la deviazione per il Passo della Novena, Airolo e la strada della Tremola. I rimpianti per il taglio dell'itenerario durano pochissimo: la strada che sale al Belvedere con la Furkastrasse è stupenda e il panorama in vetta con il lago ghiacciato lo è ancor di più. Foto, un gelato e la mia furia di ripartire agita giustamente i miei compagni di viaggio che se la vorrebbero prender comoda. Mi intrattengo scattando foto a simpatiche marmotte che sfuggono all'obbiettivo come saette.
Saliamo in sella direzione Andermatt, la strada scende anche troppo: freni caldissimi e leva a fine corsa; la mancanza di qualsiasi protezione rende tutto... più effervescente. Arrivati a destinazione, piccola deviazione di pochi km fino al Ponte del Diavolo della Svizzera (noi lo abbiamo vicino a Borgo a Mozzano). Una gola stupenda con un ponte della ferrovia e sotto questo magnifico spettacolo architettonico. La leggenda narra che il diavolo aiutò gli abitanti a costruire il ponte in una notte, ma in cambio pretese la prima anima che lo avrebbe attraversato. Gli abitanti però gli mandarono una capra, il diavolo si arrabbiò, prese un masso per distruggere il ponte ma gli abitanti vi misero una croce sopra e il diavolo fù sconfitto. E ai giorni odierni è tutto lì, ponte, capra e diavolo... e la croce scolpita nella montagna.
Più in alto si scorgono anche bunker e gallerie della 2° guerra mondiale. Dopo una mezz'ora di piacevole sosta ripartiamo a ritmo medio-alto, ancora una ottantina di km ci separono dalla nostra meta.
Arriviamo a Bonaduz, meta prevista, albergo (welcome Bikers) tutto esaurito per un matrimonio ed è tardi, incomincio un po' a esser noioso, Hotel Alte Post hanno una camera per 3 anzi, un appartamento. Viene una ottantina di euro a testa... un po' caro ma è tardi e siamo in Svizzera, non certo un posto per spender poco, quindi accettiamo e prenotiamo per la cena. Appartamento principesco, tutto in legno con salone, divano, cucina separata, angolo libreria,t re camere separate, bagno e... una fisarmonica... mah?!
Scendiamo a cena: insalata, bistecca e vino della zona, altri 60 euro, non certo prezzi da motociclista ma poi alla fine... chi se ne frega!
Domenica
Ci alziamo, fuori vento e cielo scuro, facciamo colazione (compresa nel prezzo...e che cavolo!), carichiamo le moto e siamo in marcia. Mi inserisco nella competizione "il Peggiore" lasciando i tappi dei pneumatici al distributore dopo averli gonfiati. Torno indietro di qualche km e al mio ritorno una leggera pioggerella è lì ad attendermi. Proseguiamo, ma subito ci rifermiamo perché il tempo peggiora, meglio patire del caldo, ma almeno essere asciutti.
Vestizione, siamo impermeabili... o quasi. Scelta ottima: il cielo ci colpisce con un acquazzone biblico.
Poco dopo Tiefencastel ci fermiamo per una sistemata, un riassetto alla nostra tenuta, col Puccio che blocca i pantaloni con del nastro adesivo. Un po' orso bruno con quella tuta, rimane in bilico nel risalire sulla moto, salvato in extremis da Buba, vuole forse vincere la gara?!
Sul Julierpass la temperatura scende a 6° e i guanti (in pelle) zuppi mi congelano le mani.
Benedetti cilindri Guzzi che fate tanto caldo. Benzina a St Moritz e continua il riassetto per il poro Puccio che infila i suoi piedoni prima in dei calzini asciutti poi in delle buste di palstica... arrangiamenti!
Incomincia l'ascesa al Passo del Bernina, in cima continua a piovere ma scendendo le nuvole si allontanano e al rientro in Italia il sole ci accoglie.
Svestizione... aaahh che bello... liberi nei movimenti e parecchio leggeri.
Arriviamo a Tirano, poi Aprica ed Edolo. Pausa pranzo a base di Pizza.
Siamo in Italia e si vede: smanettoni a destra e a manca ci incrociano e sorpassano con non pochi rischi; ci facciamo riconoscere: noi non andiamo certo piano, ma c'è chi esagera come sempre.
Parte la salita verso il Gavia, prima Ponte di Legno, poi la strada si fa stretta anzi è un sentiero. Due moto con borse si scambiano il giusto ma macchina moto ci si deve fermare.
La strada più in alto si allarga un poco, ma il manto diventa un susseguirsi di buche e toppe; all'arrivo in cima ci aspetta una mezz'ora di pausa con una puntata fino alla madonnina poco più in là, una passata al bar...e bisogni vari. La discesa fino a Bormio sembra un'autostrada rispetto a prima, adesso ci aspetta lo Stelvio e i suoi tornanti.
Prima, seconda, terza, prima: tutta così la salita, con i suoi tunnel che ogni tanto spezzano la ripetizione.
Molte foto in cima e un po' di shopping, ci attendono. Foto sul podio, foto al cartello e foto alla discesa che ci aspetta. Videocamera accesa (la discesa è stata un po'...illegale), imposto il navigatore per la prossima destinazione. Alzo gli occhi... Puccio è scattato!!! Ci buttiamo giù a rotta di collo, le curve sono tutte visibili e si vede bene chi viene in senso opposto, mi ci vogliono circa 6-7 tornanti per riprendere la Hornet e il suo pilota. Le curve sembran non finire, poi si entra nel bosco e riecco la vegetazione, le curve incominciano ad esser cieche, quindi gas a mezzo, marce lunghe, composto in sella e velocità ridotta, facciamo i bravi! A Prato allo Stelvio facciamo una piccola deviazione fino a Curon per vedere il campanile sommerso; purtroppo abbiamo pochissimo tempo ma la visita è stata gradita. Ripercorriamo un piccolo tratto a ritroso e poi fra centinaia di campi di mele arriviamo fino a Merano. Era previsto di arrivare a Vipiteno attraverso il giovo, ma la gomma del Buse è veramente... slick, quindi ci fermiamo nell'ostello della città in attesa che il lunedì mattina aprano i gommisti per un rapido pit-stop.
Camera quadrupla, convertita in tripla con bagno, parcheggio e prima colazione... 24 euro a testa.
Lunedì
Dopo la colazione Buba carica la moto e parte dal primo gommista, niente da fare. Si procede così fino al terzo, ma anche questo niente da fare. Decidiamo allora di deviare e tramite il navigatore arriviamo dentro Bolzano in un centro gomme veramente attrezzato e fornito. La gomma c'è. Buba però deve tornare di volata a casa, per motivi personali, quindi lo salutiamo con dispiacere e continuiamo con il nostro viaggio. Tramite autostrada torniamo a nord fino a Chiusa, poi Ortisei e Selva val Gardena, Passo Sella, Pordoi, Passo Falzarego e Cortina: tutto un susseguirsi di curve, foto e stupendi paesaggi. La strada fino a Pieve di Cadore è noiosa e trafficata, i gradi salgono, comincia a far caldo.
A Longarone ci fermiamo a pranzo: porzioni abbondanti che col caldo ci lasciano un po' senza respiro. Giacche nel bauletto saliamo a ritmo blando fino alla diga del Vajont (meta iniziale del nostro viaggio che poi si è un pochino allargato).
Attendiamo di oltrepassare la galleria al semaforo, poi tutto si apre davanti a noi. Non è tanto per la diga che si rimane senza fiato, un po' per quello che rappresenta, ma soprattutto per le dimensioni della frana: una montagna venuta giù di botto. Saliamo fino a Crasso per avere una vista più ampia, ripeto....senza fiato. Nuova impostazione del navigatore, l'ultima: Casa. 428 km. Mesti mesti ci dirigiamo a Ponte nelle Alpi e l'autostrada non ci abbandonerà fino a Firenze.
Siamo arrivati: 600km giornalieri e 2260 totali. Un po' sotto quelli stimati, ma per la pioggia e il problema gomme abbiamo dovuto accantonare alcune strade; meglio così: c'è la scusa per tornare.
Premio Peggiore del Viaggio Simone Buselli - Dimenticato documenti moto e ritorno veloce a casa, macchina fotografica senza scheda di memoria, bauletto aperto, gomma finita.
Nicola Pucci - Cavalletto non messo in garage e rimbalzo contro la mia persona, rimasto in bilico da fermo con aiuto per salvarsi da eventuale caduta, piedi fasciati nelle buste di plastica perchè zuppi d'acqua.
Manolo Falossi - Tappi pneumatici lasciati al distributore, tremendo bisogno fisiologico sul Gavia.
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