Ha avuto luogo a Pechino, durante il primo week-end di luglio, la seconda edizione del salone motociclistico realizzato in collaborazione con Confindustria Ancma. Presenti 101 espositori
A Pechino dal 2 al 4 luglio scorso si è tenuta la seconda edizione del “China International Motorcycle & Parts Expo”, ovvero l’Eicma-China 2011.
Si tratta di una organizzazione congiunta tra la nostra Confindustria Ancma - l’ente che raggruppa i costruttori di moto, bici e parti accessorie ed organizza ogni anno lo storico salone di Milano Eicma, e quindi vanta un’enorme esperienza a livello logistico e organizzativo – e gli enti cinesi CCCM (China Chamber of Commerce for Motorcycles) e Genertec, una grossa holding che opera a 360° in parecchi settori dell’industria e del commercio. Il tutto con il supporto del Ministero dello Sviluppo Economico italiano, il Ministero del Commercio cinese e l’Istituto per il Commercio Estero (ICE).
Lo scopo di questa joint venture è ovviamente quello di promuovere un interscambio tra i due Paesi. Non scordiamoci, infatti, che la Cina produce più o meno la metà delle moto che circolano per il nostro pianeta, mentre l’industria italiana – che peraltro, com’è noto, è presente laggiù sia direttamente che in cooperazione con varie realtà locali – vanta un carisma decisamente unico nel panorama mondiale, a livello di know how ma anche di stile. E questo ovviamente vale per le moto, ma anche per i relativi accessori e capi di abbigliamento.
Il mercato Cinese, insomma, potrebbe avere una enorme potenzialità ricettiva. Usiamo il condizionale perché in effetti non è proprio tutto oro quello che luccica.
La situazione attuale in Cina, 200 milioni di “ricchi”!
Per esempio, in molte città le moto vengono addirittura bandite, o comunque vengono limitati i numeri di immatricolazioni, perché, secondo gli amministratori locali, creano solo confusione e inquinamento…Non solo: i prezzi delle motociclette d’importazione arrivano addirittura a raddoppiare, a causa dei dazi e dei costi di omologazione e immatricolazione esorbitanti.
Negli ultimi anni, peraltro, le motociclette di bassa e media gamma sono state viste come mezzi per persone meno abbienti, quindi sono state molto snobbate. Considerando anche che in megalopoli come Pechino i trasporti pubblici, e la rete metropolitana in particolare, sono tentacolari ed efficientissimi, gran parte dei cinesi hanno abbandonato i milioni di biciclette con le quali siamo stati abituati a vederli nei vari documentari o nei film, e piuttosto di comprarsi una moto poco prestigiosa, preferiscono andare in giro con le biciclette, gli scooter o le moto elettriche, che ritengono più consone alla loro immagine attuale. Che è quella di una nazione che in pochi anni ha incrementato il suo fatturato globale in maniera impressionante.
Per quanto riguarda i ricchi “veri”, attualmente in Cina sono quantificabili in poco meno del 15% della popolazione: stiamo dunque parlando più o meno di 200 milioni di individui, che ovviamente sono ritenuti di riferimento a livello di scelte di tendenza. In ogni caso un numero elevatissimo, dunque, che da solo dice quanto valga la pena impegnarsi per diffondere in Cina il nostro orgoglio motociclistico.
Eicma China: promozione, innovazione e tutela
Proprio questo è l’obiettivo di Eicma-China, la cui funzione si può riassumere dunque in tre parole chiave: promozione, innovazione e tutela. La prima si riferisce al supporto fornito da Confindustria Ancma alle aziende italiane (ma anche internazionali) affinché trovino una facilitazione nella vetrina e nelle opportunità che può offrire il mercato cinese. Quanto all’innovazione, l’evento di Pechino vuol essere un viatico che porti appunto ad un maggiore scambio di know how tra i due Paesi.
Ma, soprattutto, vuole essere uno strumento che valorizzi e tuteli i marchi italiani. L’artigianalità di alto livello e l’eccellenza nel design e nella realizzazione, che caratterizzano le aziende del nostro Paese, devono essere dunque salvaguardate con azioni mirate.
L’edizione del 2011: 22.000 mq di cui 3.000 gestiti da Ancma
La manifestazione Eicma-China 2011, dove la delegazione italiana comprendente l’ingegner Corrado Capelli, presidente di Confindustria Ancma e il direttore generale Pier Francesco Caliari, è stata accolta dall’ambasciatore Attilio Massimo Iannucci e da alcuni rappresentanti del governo locale, quest’anno si è svolta al China National Convention Center, adiacente al famoso stadio olimpico del 2008, anziché al Palazzo dell’Agricoltura, proprio per rimarcarne l’aumentata importanza rispetto all’edizione inaugurale dello scorso anno, alla quale parteciparono 122 espositori.
La superficie espositiva di quest’anno è stata di 22.000 metri quadri totali, 11.000 dei quali netti, 3.000 dei quali gestiti da Ancma per tutti gli espositori non cinesi.
È dunque evidente che, rispetto alla grandezza e alla potenzialità di un Paese come la Cina, il salone di Pechino è ancora allo stato embrionale: basta considerare che il nostro Eicma copre una superficie espositiva netta di quasi 50.000 metri quadrati.
Laggiù, tra l’altro, si svolgono annualmente da tempo altri due eventi di questo tipo, a Canton (due volte l’anno, tra l’altro) e a Zongshen, che però in un prossimo futuro potrebbero arrivare a riunirsi in unica manifestazione nazionale: l’Eicma-China, appunto, che ovviamente si amplierebbe e ne guadagnerebbe in termini di prestigio e autorevolezza.
I marchi italiani presenti quest’anno, alcuni dei quali inglobati nell’area “big brand” assieme ai partner cinesi (vedi Gruppo Piaggio, Garelli, e la stessa Benelli, di proprietà del gruppo Qianjiang) erano Ducati, MV Agusta, GiVi, Regina Catene, Spidi Sport, il consorzio Italspares (Alpina Raggi-Adler-Meteor Piston), il gruppo Gianetti Ruote, Momo Design, Luma Italia, New Max, Plastiche Cassano, Pistal Racing, Gianetti Ruote oltre a New Rock Shoes, Doyl, che però sono da considerare extrasettore. Ma anche i francesi della Peugeot ci facevano compagnia.
Le curiosità esposte al Salone
Naturalmente in un’esposizione come quella di Pechino di curiosità ce n’è a iosa, come si può constatare guardando la nostra gallery. Numerosi i veicoli elettrici, e moltissime le copie perfette di modelli del passato: come la bella Jincheng da enduro, parente stretta delle mitiche Honda XR; oppure le custom Assembly, vedi Yamaha Virago XV535. Molto belline anche le Skyteam prodotte dalla Jangsu Sacin: in particolare la sportiva da 125 cc a 4 tempi evidentemente “ispirata” alla Honda Dream 50 (in Italia se ne sono viste poche), ma anche la midi-moto stile Honda Monkey e Dax, sempre da 125 cc. Molto gradevole anche la Qingqi monocilindrica 250, anche per le sue grafiche evidentemente ispirate a quelle delle Harley da short track. Nella gallery compare anche una Qjiang QJ600GS: si tratta di una quadri cilindrica da 600 cc dall’estetica un filino “apriliesca”, equipaggiata con un motore che ricorda abbastanza un Honda. La moto, già esposta al salone pechinese l’anno scorso, è destinata al mercato interno e a quello sudamericano, dove peraltro potrebbe anche apparire col marchio Benelli, visto che è farina del sacco della Zhejiang Qianjiang Motor… Arriverà un giorno anche da noi? Mai dire mai…
Da notare che alla manifestazione di Pechino sono state presentate anche le Aprilia Mana allestite appositamente per la Polizia di ChongQing, ovvero la più estesa e popolosa municipalità con status di provincia della Repubblica Popolare Cinese, il che sembra già un buon passo avanti, in relazione agli obiettivi che si prefigge Eicma-China. Da dove, peraltro, è partito un tour benefico a favore della Croce Rossa, organizzato da Benelli in collaborazione con la Onlus “MotoforPeace” e con la stessa Zhejiang Qianjiang Motorcycle Co.LTD, con 6 moto Benelli della famiglia TNT/Trek e 6 Dragon 150 della Casa madre cinese.
Beijing
È davvero enorme la Cina, o meglio, la Repubblica Popolare Cinese (Zhônghuá Rénmín Gònghéguó, secondo il “pinyin”, ovvero il sistema di trascrizione ufficiale del cinese standard). Una nazione che si estende su oltre 9,5 milioni di chilometri quadrati, ed è pure la più popolosa del mondo, visto attualmente ospita quasi 1.342 milioni di abitanti! La sua città più ricca di popolazione è la capitale, Pechino (Beijing, per chi vuol andare a vedere sull’iPhone che tempo c’è laggiù), la cui estensione municipale supera la metà della superficie del Belgio, e ospita praticamente l’uno per cento del popolo cinese, cioè circa 14 milioni di anime.
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