Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
In 28 anni di motomondiale, l’ingegnere Pietro Caprara ha conquistato 120 podi e 4 titoli costruttori. Ha lavorato, tra gli altri, con: Luca Cadalora; Norifumi Abe; Stefano Perugini; Roberto Locatelli; Casey Stoner; Alex De Angelis; Andrea Dovizioso; Pecco Bagnaia; Aleix Espargaro; Andrea Iannone e tanti altri.
Da qualche anno, è nel mondo SBK: per il 2024 ha un contratto con Kawasaki Europe e sarà a fianco di Tito Rabat. Insomma, un tecnico di grande esperienza, uno che conosce bene i due campionati. Ospite della trasmissione “#4chiacchierecon…”, Caprara ha fatto, tra l’altro, un paragone tecnico tra la MotoGP e la SBK. Ecco cosa è emerso.
“La prima grande differenza tra i due campionati è data dalle gomme: Michelin e Pirelli hanno caratteristiche quasi opposte. Tutti parlano di Pirelli come di una gomma più facile da utilizzare: è vero solo in parte. Michelin ha una finestra di lavoro molto precisa: se riesci a rimanere in quella finestra, la prestazione è elevatissima. Pirelli ha una fascia di utilizzo più ampia, ma richiede un trattamento più gentile. Tanti dicono: se MotoGP avesse le Pirelli sarebbe più performante. Io non riesco a dire questa cosa, sono troppe le differenze: è impossibile fare paragoni, non è così scontato che con le Pirelli si andrebbe più veloci come ritengono in molti. L’altra grande differenza negli ultimi anni è data dall’aerodinamica, che va intesa nel suo aspetto totale: sulla MotoGP è molto più esasperata, SBK ha più vincoli regolamentari”.
Pietro è poi entrato più nel dettaglio, settore per settore.
MotoGP: potrebbe avere 330 cv, che vengono limitati a meno di 300 per i consumi; SBK: 240-260 cv, dipende dalle configurazioni. Uno è un prototipo, uno è un motore derivato dalla serie: un prototipo è ottimizzato fin dalla progettazione in ogni particolare per essere più leggero e compatto possibile; quello di serie deve essere affidabile e avere dei costi di produzione per poterlo vendere. Anche nel caso della SBK, però, ogni componente viene curato molto di più rispetto al propulsore del modello disponibile dai concessionari.
C’è una grande differenza dovuta ai sensori che si possono o no utilizzare: la SBK è più restrittiva per regolamento. Ducati, in SBK, è molto avanti sotto l’aspetto elettronico, gli altri costruttori stanno lavorando. In MotoGP riesci a personalizzare e massimizzare quasi tutti i parametri: l’elettronica è molto più evoluta per le possibilità in più di intervento che ti permette il maggior numero di sensori”.
In MotoGP puoi lavorare senza limiti su torsioni e rigidezze: hai possibilità infinite. In SBK hai restrizioni dimensionali, che devono rispettare il telaio di serie, ma si possono adattare alcuni parametri, come per esempio la rigidezza. L’approccio nell’evoluzione è però molto simile tra i due campionati. Anche qui, incidono le caratteristiche delle gomme: le Michelin sono tendenzialmente più rigide rispetto alle Pirelli. Posso avere una moto perfetta, ma se sbaglio la rigidezza e non si sposa con gli pneumatici, ecco che non faccio prestazione.
Con le soluzioni anteriori, puoi andare a limitare le conseguenze su gomma e pressione se sei in scia a un altro pilota. Poi c’è il discorso del carico e come evacuare il calore prodotto. Sull’aerodinamica incidono tantissimo gli “abbassattori”, con conseguenze su molti aspetti, come, per esempio, il “tiro catena”. In SBK l’aerodinamica incide sulla penetrazione della moto e, parzialmente, sul carico anteriore. In MotoGP l’aerodinamica ha conseguenze anche sulla temperatura della gomma anteriore, sulla stabilità del veicolo, sulla divisione dei chili che applichi sulle sospensioni e, di conseguenza, anche sulle gomme. L’aerodinamica è rimasto l’unico settore dove gli ingegneri hanno libertà di sviluppo”.
Nella diretta, Caprara ha parlato anche dei piloti con cui ha lavorato, con alcuni aneddoti interessanti soprattutto su Cadalora, Stoner, Dovizioso e Iannone.