MotoGP 2020. GP di Stiria. Andrea Dovizioso: "Una situazione destabilizzante"

 MotoGP 2020. GP di Stiria. Andrea Dovizioso: "Una situazione destabilizzante"
Andrea molto deluso: “Non c’è una spiegazione chiara di quello che sta succedendo, nessuno ha tutto sotto controllo. Uno dei miei punti forti e della mia squadra era la costanza, adesso è impossibile esserlo. Si fanno solo delle supposizioni, ma non ci sono certezze”
23 agosto 2020

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Andrea Dovizioso non si dà pace: era convinto di potersi giocare la vittoria, invece non è nemmeno salito sul podi. Come mai questi alti e bassi, non solo di Andrea, ma un po’ di tutti i piloti?
“Non c’è una spiegazione chiara e questo mi dà molto fastidio. Se vai piano perché hai un problema, imprechi, ci lavori e provi a metterti a posto. Ma adesso è completamente differente. Sono partito per la gara convinto di poter essere velocissimo, sicuro di poter fare una buona gara, invece sono stato lentissimo. Credo che nessuno abbia la situazione sotto controllo, come si vede dalle prime gare. E’ difficile da spiegare e per uno come me è destabilizzante. Uno dei punti forti miei e della mia squadra è la costanza, ma adesso è impossibile essere regolari. Si fanno solo delle supposizioni, ma non ci sono certezze: significa che la situazione non è sotto controllo”.

Quindi, un campionato così come si vince?
“Lo chiedi alla persona sbagliata: non lo so. Ma io credo che nessuno lo sappia. La realtà è che ti concentri a lavorare sotto certi aspetti, poi in gara le gomme si comportano in modo completamente differente. Ma di cosa stiamo parlando? Difficilmente ci siamo trovati in una situazione del genere. Da una parte, abbiamo tutte le possibilità di giocarci il titolo, ma così c’è troppa incertezza, si vive alla giornata. E’ complicato: di solito, un campionato si costruisce con il lavoro, si studiano le problematiche, si risolvono: adesso sfido qualsiasi team e pilota a spiegare cosa sta accadendo”.

E’ un problema di qualità delle gomme o di utilizzo troppo ristretto?
“Entrambe le cose. Abbiamo parlato anche in Safety Commission: è chiaro che è un problema generale, non è soltanto la mia opinione. Non c’è mai una gara uguale all’altra, ti fa girare… Si vive male tutta questa incertezza, perché passa da essere super competitivo a lottare per l’11esimo posto, non per il quarto. Non è normale. Non voglio accusare nessuno, ma quando fai due gare sulla stessa pista non possono accadere cose così differenti. Noi ci siamo lamentati subito di questa gomma nuova, adesso lo fanno anche gli altri: l’avevamo capito prima. E poi le gomme non sono tutte uguali. Io ho un buon rapporto con la Michelin: stanno facendo il massimo possibile, non li accuso assolutamente, ma ne abbiamo parlato con loro anche in SC. In questo momento non tutto è sotto controllo, non tutte le gomme sono uguali. Ma questo è il secondo aspetto: il primo è che non è chiaro il funzionamento”.

Cosa pensi, invece, del “verde”, delle penalità date e non date?
“Non ho mai condiviso questo regolamento: il verde fuori dalle curve andrebbe usato esattamente come si usava una volta la ghiaia. Il verde c’è solo per una questione di sicurezza, i circuiti adesso sono più sicuri, ma adesso viene usato come un rischio: uno ci prova, sapendo di poterlo fare. Non farebbe lo stesso se fuori ci fosse la ghiaia. Io credo che sia necessario penalizzare pesantemente chi va sul verde fin dalle prove: vedrai che dopo non ci vai più. In gara, poi, quando si è tutti assieme, sai che puoi forzare, azzardare, perché fuori dalla curva c’è il verde: se era come una volta, che finivi nella ghiaia o cadevi e potevi farti male, oppure perdevi tantissimo. 

Espargaro andava penalizzato?
“Io credo che sia cambiato l’approccio alla curva: se ci fosse stata la ghiaia, cosa avrebbe fatto Pol? Ci sono piloti più lucidi che cercano di trarre il massimo da ogni situazione e altri che ci provano sempre e comunque. Ma se tu hai un pilota all’interno, chi comanda la staccata è lui. A quel punto hai due possibilità: se lui fa un errore, va un po’ lungo, puoi incrociare, ma se lui fa tutto giusto è lui che comanda. Ma se provi a resistere a tutti i costi, sarà sempre lui a comandare. Miller è stato aggressivo, ma Pol poteva fare qualcosa di differente”.

Perché così tanti problemi ai freni?
“E’ normale che i freni si adeguino allo sviluppo della moto, come era successo nel 2012 in Giappone: c’era un problema, è stato risolto. E’ un adeguamento all’evoluzione della moto. Noi in Ducati siamo stati più bravi, perché io freno molto aggressivo, abbiamo sempre usato il materiale migliore, i dischi più grandi perché ne avevamo bisogno. Ogni moto frena in maniera differente, ma altre Case non sono state pronte come lo è la Ducati”.

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