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Jerez de la Frontera - Piero Taramasso è una persona affabile, molto aperta: con lui puoi parlare di qualsiasi tipo di problema legato alle gomme. Non si nasconde, non si tira mai indietro, accetta le critiche e ti spiega le sue ragioni. Non vuole convincerti, ti dà la sua spiegazione tecnica per capire meglio.
Questa volta, però, è infastidito: le parole di Franco Morbidelli di ieri lo hanno sorpreso e amareggiato (“Sull’esito della tua prestazione incide in modo determinante quante posizioni guadagni al via e in che posizione sei dopo due giri: poi la temperatura sale e non puoi fare nulla, tranne che provare a far raffreddare le gomme. E’ l’anteriore il punto debole…”). Gli abbiamo chiesto una replica: inizialmente non voleva, poi accetta di parlarne, anche se sta molto attento a usare le parole.
“Ho sentito le parole di Franco, abbiamo verificato i dati (che sono a disposizione anche del team , nda): non c’è stato nessun problema di gomme, la pressione non è mai andata sopra i 2 bar e la temperatura non è arrivata a 100 °C. Valori nella norma, quando l’asfalto è a 50-55 °C. Non metto in dubbio le sue sensazioni, ma i problemi ci sono quando la pressione arriva 2.2/2.3 bar e la temperatura della gomma supera i 120 °C”.
Taramasso spiega come siano tanti i parametri che incidono sulla guida, non solo le gomme, ma anche l’aerodinamica, le moto, gli abbassattori, i dischi sempre più grandi, quindi sempre più potenti ma anche che emanano più calore rispetto ai primi.
“I team e gli ingegneri - sottolinea il responsabile Michelin - hanno fatto un grande lavoro, adesso sanno come gestire temperatura e pressione, mantenerle a livelli accettabili per la gara”.
A sostegno di Taramasso ci sono alcuni dati: Binder ha fatto il suo giro veloce all’ultimo passaggio; Bagnaia ha realizzato il crono più rapido del GP al 19esimo passaggio; difficile riuscirci se la gomma non funziona bene.
Giusto anche fare il punto della situazione sui famosi dati che, dal GP di Spagna avrebbero dovuti essere tenuti in considerazione da regolamento e non soltanto a livello “informativo”.
“Michelin è favorevole. Noi chiediamo che la pressione minima non sia inferiore a 1.88 per il 50% della gara della domenica e del 30% per la sprint. Non cambia niente a livello di lavoro, le pressioni sono le stesse, viene solo introdotto un processo di controllo unificato”.
Per quanto riguarda il futuro, Michelin vuole arrivare a un anteriore che funzioni bene a 1.7, più stabile nel mantenere la pressione: verrà provato nei test di lunedì a Misano dopo il GP, per essere introdotto nel 2025.