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LOSAIL – Settimo a 16”431: i numeri nel GP del Qatar di Valentino Rossi non possono certo essere considerati esaltanti. Ma considerando la situazione fisica di Valentino, il risultato non è male, specie perché, comunque, quella di Rossi è stata la migliore Ducati al traguardo. Inoltre, l’1’56”053 realizzato al 15esimo giro, dice che, giorno dopo giorno, migliora l’affiatamento di Valentino con la GP11, al momento non all’altezza di Honda e Yamaha.
«Sono abbastanza contento – è il suo commento -, anche se, naturalmente, non è che posso fare i salti di gioia per il settimo posto: realisticamente, non potevamo fare meglio. Forse, se non arrivavo lungo alla prima curva, perdendo tempo con Barbera, potevo stare qualche giro in più con Dovizioso e Simoncelli, ma non ce l’avrei fatta a batterli. C’è stato un momento del GP nel quale sono andato piuttosto forte, ho fatto buoni tempi e ho girato come l’anno scorso con la Yamaha. A un certo punto, però, ho iniziato ad avere i problemi che avevo l’anno scorso con la M1, dopo che mi ero fatto male alla spalla. Visto che le due moto sono totalmente differenti, significa che è solo un problema mio. Da quando mi sono fatto male alla spalla, ho perso velocità negli ultimi giri, che invece era uno dei miei punti forti in passato. Già dall’inizio non ho tanto forza, ma dopo qualche giro ne perdo ancora, poi inizio a faticare con le gambe, divento lento nei cambi di direzione e da lì in poi faccio fatica, perché queste moto le devi guidare forte. Anche con la Yamaha nel 2010 mi succedeva così: negli ultimi giri, la moto scivola troppo dietro, perché non ho più la forza per controllarla quando apro il gas a centro curva. Non è quindi un problema che puoi risolvere con la messa a punto. Abbiamo lavorato bene, la moto aveva un buon setting per la gara e abbiamo dei progetti a corto e lungo termine. Il primo problema da risolvere per stare più vicini a quelli davanti è la mia condizione fisica: mi ci vuole un mese, un mese e mezzo per ritornare al 100%. Quindi bisogna ancora tenere botta a Jerez e poi speriamo che nell’intervallo prima dell’Estoril riesca a recuperare tanta forza e resistenza. Abbiamo parlato tanto con gli ingegneri della Ducati e gli abbiamo dato delle indicazioni precise su come dovremmo lavorare per la seconda parte della stagione e anche per l’evoluzione della 1000 del prossimo anno. Il più grande problema, che va eliminato con parti nuove, è che questa moto tende un po’ a sottosterzare. Sicuramente se sono in forma, sto più vicino ai miei rivali; ancora non guido la GP11 nel miglior modo possibile: ho bisogno di più esperienza e chilometri».
Cosa avresti potuto fare se fossi stato a posto?
«Secondo me avrei potuto fare quarto. O comunque giocarmela con Dovizioso e Simoncelli, fare dei 1’55” alto ed essere costante per tutta la gara. Questa è una pista difficile per la spalla, perché ci sono tante frenate sulla destra. Bisogna avere pazienza e continuare ad allenarsi a casa».
Si può fare un paragone con Stoner sulla Ducati?
«Intanto lui era in forma al 100% e conosceva questa moto da quattro anni, mentre io da qualche mese. C’è anche una questione tecnica: lui guidava molto forte, ma poi non è che vinceva tanto, soprattutto negli ultimi anni. Andava spesso al limite e poi sbagliava. Inoltre, Honda e Yamaha hanno fatto un salto in avanti più grande e sono più competitive del 2010, mentre la Ducati è più o meno quella. Ma anche io non sto guidando come faceva Stoner».
Giovanni Zamagni
Fonte file audio: Valentinorossi.com