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In occasione del GP di Assen Honda ha riunito alcuni dei suoi campioni del mondo per festeggiare il sessantesimo anniversario di presenza nel mondiale velocità. Nel video qui sopra, e nel testo che trovate qui sotto, ripercorriamo le tappe salienti di questo straordinario percorso.
Al Tourist Trophy, isola di Man, una Casa giapponese compare per la prima volta sul circuito motociclistico mondiale: il team è formato da quattro moto di 125 cc, ed è diretto dal team leader Kyoshi Kawashima, sostenuto con ogni sforzo dal presidente Soichiro Honda.
Le quattro moto si classificano 6°, 7°, 8° e 11°. Questi risultati permettono alla Honda di correre tutte le gare dell’anno successivo: nel 1960 la Honda si presenta sulle griglie di due classi: la discreta 125 (mai a podio) e l’ottima 250, che non vince gare, ma sale sul podio con Tom Phillis e Jim Redman; a Belfast (Ulster) entrambi concludono vicinissimi al vincitore Carlo Ubbiali con la MV, campione del mondo.
Alla seconda stagione completa, 1961, moltissime vittorie per Honda: nella gara di apertura, in Spagna, arrivò il primo successo nella classe 125, ottenuto dall’australiano Tom Phillis, mentre nel successivo gran premio, in Germania, la Honda vince in 250 con un pilota giapponese: Kunimitsu Takahashi, per la prima volta nella storia, porta la bandiera nipponica sul gradino più alto del podio.
E’ un’annata straordinaria: Honda vince il campionato costruttori sia nella 125 che nella 250. E al terzo anno di partecipazione al TT è capace di trionfare anche sull’Isola di Man: Honda conquista i primi cinque posti in entrambe le classi, vinte dal mitico Mike Hailwood. Nelle stagioni successive arrivano vittorie e titoli con lo svizzero Luigi Taveri in 125, con il rodesiano Jim Redman e ancora con Hailwood, in 250 e 350.
Soichiro Honda vuole tutto: nel 1966 decide di competere anche nella classe regina, la 500, schierando finalmente le sue moto in ogni categoria del campionato mondiale velocità, eccetto i sidecar.
Strappa il campione del mondo Hailwood alla MV Agusta, vince le prime due gare dell’anno con Redman, ne conquista altre tre con Mike, centra subito il titolo costruttori, anche se deve accontentarsi del secondo posto nel campionato piloti. Hailwood è secondo alle spalle di Ago con la MV anche nel ’67, dopo un campionato tiratissimo e cinque successi a testa.
Alla fine della stagione 1967 la Casa dell’Ala si prende una pausa: ha dimostrato di possedere le tecnologie vincenti nelle competizioni al massimo livello, ha fatto conoscere il proprio marchio in tutto il mondo, ha aperto la strada alle altre Case motociclistiche nipponiche.
Yamaha, Kawasaki e Suzuki entrano nel circuito mondiale, e presto domineranno nelle varie classi.
Tanto che nel 1969, per tentare di ridurre il gap delle industrie europee, la FIM decide di imporre limiti di peso e di frazionamento, nonché un massimo di sei marce per il cambio.
L’annuncio arriva due anni prima: Honda ritorna, sta lavorando sul progetto di una nuova 500 GP a quattro tempi. L’ ambiziosa e costosa NR500, quattro cilindri a V, 32 valvole e pistoni ovali, scende in pista nell’undicesima gara della stagione 1979 a Silverstone.
Un debutto da dimenticare: i piloti, Katayama e Grant, si qualificano a fatica e si ritirano presto, l’inglese addirittura alla prima curva con caduta e relativo incendio.
Sarà soltanto nel 1981, dopo radicali modifiche al progetto e cospicui investimenti, che la moto sarà in grado di poter ottenere la sua prima vittoria, alla 200 Miglia di Suzuka del 1981, grazie al giapponese Kyiama. L’esperienza negativa del motore a quattro tempi convince la Honda: è necessario passare al due tempi.
La HRC si concentra sul progetto della nuova 500 due tempi, e per il motore viene scelta una configurazione a tre cilindri a V per contenere ingombri e pesi.
La NS500 scende in pista nell’82 con tre piloti: il campione del mondo in carica Marco Lucchinelli, Freddie Spencer e Takazumi Katayama. La moto è competitiva: Spencer è sul podio già all’esordio in Argentina, stabilisce la pole nella quarta gara (a Jarama), è secondo a Misano, vince a Spa e si ripete anche al Mugello, chiudendo la stagione al terzo posto.
Katayama vince in Svezia, e campione è Franco Uncini con la Suzuki.
E’ la stagione storica, con il primo titolo in 500 della Honda. Freddie Spencer, dopo un entusiasmante testa a testa con il connazionale Kenny Roberts e la sua Yamaha, vince il titolo per soli due punti.
Il numero delle vittorie è pari per i due fuoriclasse americani, sei a sei. Per la prima volta nella sua storia, Honda vince sia il campionato mondiale piloti che quello costruttori per la top class.
L’anno prima, 1984, arriva la NSR a quattro cilindri, e nel 1985 Spencer decide di correre sia la classe 500 che la 250.
E’ l’ultima doppietta iridata vincente della storia: Freddie batte le Yamaha di Lawson e Sarron nella mezzo litro, mentre nella 250 ha la meglio sul compagno di marca Toni Mang per soli tre punti. Quattordici le sue vittorie in stagione, divise equamente nelle due classi.
Honda è rientrata fin dalla stagione 1987 anche nella classe 125, nell’89 conquista il titolo costruttori (grazie a Gianola e Spaan), e finalmente nel 1990 conquista il titolo piloti della minima cilindrata, 24 anni dopo l’ultimo mondiale di Taveri. Loris Capirossi e il team Pileri si aggiudicano il campionato nell’ultima gara, ma lo confermano anche nel ’91 con grande autorità.
Dopo aver sfiorato il tiolo nel 1992, l’australiano Mick Doohan inizia nel 1994 il suo ciclo vincente in 500: cinque stagioni di dominio, battendo di volta in volta la concorrenza di Luca Cadalora (Yamaha), Daryl Beattie (Suzuki), Alex Crivillè, Tadayuki Okada e infine Max Biaggi (Honda).
Per Mick ben 44 vittorie nelle cinque stagioni e altri 22 podi, oltre a 43 pole position.
Valentino Rossi vince l’ultimo titolo 500 a due tempi con grande autorità e ben undici vittorie, precedendo Biaggi e Capirossi.
Si chiude così per la Honda un ciclo straordinario, iniziato diciannove anni prima (nell’82): un primato che è anche tecnologico, con undici titoli piloti e dodici titoli costruttori nella classe al top.
Honda continuerà a sviluppare la NSR500 anche l’anno dopo, perché nel 2002 le GP con motore a due tempi corrono insieme alle nuove MotoGP. Nella prima gara del 2001 si registra anche un traguardo importante: le prime 500 vittorie della Honda nel campionato mondiale velocità, festeggiate proprio nel GP del Giappone a Suzuka, il circuito di casa.
E’ la stagione della storica svolta: la top class viene denominata MotoGP, ed è riservata alle quattro tempi 990.
Honda presenta la RC211V con un innovativo 5 cilindri a V a scoppi irregolari, e quest’ultima soluzione è ripresa dalla tecnologia sviluppata con il due tempi. Con undici successi parziali, Valentino Rossi è il primo campione del mondo del nuovo corso, precedendo in classifica Biaggi e il compagno di marca Ukawa.
Altra stagione storica: nell’ultimo anno delle 990, Honda torna alla vittoria del campionato piloti grazie a Nicky Hayden. Il compianto americano rischia di perdere il titolo nella seconda parte di stagione, e batte nell’ultima gara il campione del mondo in carica Valentino Rossi, dal 2004 con Yamaha.
L’anno successivo Honda presenta la nuova RC212V con motore V4 da 800 cc, come previsto dai nuovi regolamenti.
Casey Stoner scende dalla Ducati e riporta in Honda i titoli della MotoGP, Piloti e Costruttori, dopo cinque anni di digiuno.
Dieci vittorie per l’australiano, che in sella alla nuova RC213V da 800 cc precede in classifica Lorenzo con la Yamaha e Dovizioso con la Ducati, e che all’inizio della stagione successiva annuncerà il suo ritiro.
E’ la stagione del primo dei cinque titoli del catalano Marc Márquez, campione del mondo in carica della Moto2, che passa di categoria e subito batte Lorenzo e la Yamaha.
Marc si ripete l’anno dopo, vincendo consecutivamente le dieci prime gare con una straordinaria dimostrazione di superiorità del binomio moto/pilota; conquista cinque GP anche l’anno dopo, ma il titolo mondiale gli sfugge. Dal 2016, il 93 riprende a macinare vittorie e titoli iridati.