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LE MANS – La cabala della pole ha colpito anche Valentino Rossi: nessun pilota quest’anno, di tutte le categorie, è riuscito a vincere scattando dalla prima posizione. Non ce l’ha fatta nemmeno Valentino, che dopo essere stato al comando per 11 giri, ha dovuto poi arrendersi alla superiorità di Jorge Lorenzo, questa volta efficace fin dal via.
La sensazione era che, se fosse riuscito ad andare al comando, Lorenzo avrebbe potuto scappare, come aveva ipotizzato lui stesso alla vigilia, e così è stato, perché con la strada libera davanti, Jorge non ha più avuto avversari, Per qualche giro, Rossi ha tentato di resistere, ma ha subito capito che avrebbe dovuto accontentarsi del secondo posto.
Per il terzo gradino del podio, la sfida all’interno del box HRC è stata vinta da un tenace Andrea Dovizioso, che proprio all’ultimo giro ha infilato alla prima variante Dani Pedrosa,poi infilato negli ultimi metri anche da Nicky Hayden. Proprio qui, l’anno scorso, Dovi era stato battuto da Pedrosa nell’ultimo giro, perdendo così il terzo posto: si è preso una bella rivincita.
Il mondiale di Casey Stoner può essere considerato concluso
Dopo solo tre gare, il mondiale di Casey Stoner può essere considerato concluso, perlomeno per quanto riguarda le aspirazioni di successo finale: l’australiano è caduto al terzo giro, mentre cercava di rimontare dalla quarta posizione.
«Non so cosa stia succedendo» ha poi commentato sconsolato, devastato da una crisi che, a questo punto, diventa perfino preoccupante. Così, inaspettatamente, l’uomo di punta Ducati è adesso Nicky Hayden, autore di una buona gara su una pista storicamente a lui poco congeniale.
Una boccata di ossigeno per i piloti del team Gresini: Marco Melandri ha finito sesto, Marco Simoncelli decimo dopo essere stato tutta la gara in ottava posizioni.
Caduto, per la seconda volta consecutiva, Loris Capirossi al settimo giro mentre era ottavo, fuori nello stesso passaggio anche Ben Spies, scivolato quando era undicesimo.
Elias dopo tre gare è già in testa al mondiale, addirittura con un margine di 18 punti
vantare di aver battuto Valentino Rossi all’ultimo giro (in Portogallo nel 2006): ecco perché dopo tre gare è già in testa al mondiale, addirittura con un margine di 18 punti su Tomizawa (scivolato all’inizio).
In una gara caratterizzata da un sacco di cadute – 30 piloti al traguardo su 41 partiti -, Elias ha avuto a che fare prima con Alex Debon, penalizzato però da una partenza anticipata, poi con Jules Cluzel, caduto per la troppa foga, quindi con Julian Simon, che da questo GP ha sostituito il telaio RSV con il Suter, evidentemente con ottimi risultati. Fino a tre giri dal termine, Simon ha sperato anche di potersi giocare la vittoria, per poi accontentarsi di un più che positivo secondo posto quando Elias ha cambiato ritmo senza possibilità di replica.
Finalmente un po’ di soddisfazione per i piloti italiani anche nelle categorie minori, con Simone Corsi terzo dopo una bella battaglia per Andrea Iannone, che comincia a prendere le misure alla nuova categoria. Simone, che è arrivato in Moto2 all’ultimo momento, ha subito preso in mano la moto e il suo terzo posto in classifica generale dice che può essere uno dei grandi protagonisti.
Sfortunatissimo Alex De Angelis, centrato alla prima variante dalla moto di un pilota caduto davanti a lui: Alex è stato fortunato a non farsi male, ma ha avuto un inizio di stagione davvero sfigato, con tre “zero” nelle prime tre gare.
So di andare controcorrente, ma la Moto2 continua a lasciarmi perplesso. E’ vero che i piloti sono tutti molto vicini, è vero che al traguardo ci sono quattro telai diversi ai primi quattro posti, ma lo spettacolo è determinato soprattutto dalle cadute, mentre la potenza è così bassa, i lavori da fare sulla moto così ridotti, che la categoria è poco formativa. A Le Mans, tutti questi limiti sono emersi in modo evidente.