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La pista del Mugello vanta uno dei rettilinei più lunghi del Mondiale (1.141 metri) che richiede un motore potente, permette di sviluppare velocità dell'ordine dei 250 km/h ma vuole anche un impianto frenante che non faccia perdere in frenata quanto si guadagna sul dritto.
E' qui, alla staccata della San Donato (curva 1) che c'è la frenata più tosta, visto che si scende fino alla velocità di 93 km/h. Per riuscirci i piloti si attaccano ai freni per 5,9 secondi durante i quali percorrono 317 metri. La decelerazione è brutale: 1,5 g, il liquido freni raggiunge i 9,9 bar di pressione e i piloti imprimono un carico di 4,6 kg alla leva anteriore.
La temperatura dei dischi arriva così a 770°C, tuttavia la distanza tra le 14 curve restanti consente ai dischi in carbonio di raffreddarsi.
Al Mugello complessivamente i piloti usano i freni nove volte al giro, per un totale di 29 secondi, valore che corrisponde al 28% della durata complessiva della gara.
Di tutti i GP disputati in questo inizio di stagione è la percentuale più bassa: a Jerez e Le Mans è stato raggiunto il 34%, a Portimao il 33% e a Losail il 30%.
I tecnici Brembo, che lavorano con tutti i piloti schierati nella MotoGP, spiegano che sommando tutte le forze esercitate sulla leva del freno anteriore dalla partenza alla bandiera a scacchi, il valore sfiora i 780 kg. Tanti, ma sono circa 200 in meno rispetto alle gare di Le Mans e Jerez.
La ragione è nella presenza di cinque frenate il cui carico sulla leva è compreso tra 4 e 5 kg, quattro delle quali hanno una decelerazione di 1,1-1,2 g.