Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Archiviato il GP di Spagna con un punticino di speranza conquistato da Alvaro Bautista, il direttore tecnico dell’Aprilia Romano Albesiano fa il bilancio dopo quattro gare e i test di Jerez, dove ha debuttato, con esiti confortanti, il cambio seamless.
«Siamo più o meno in linea con le previsioni: dobbiamo fare esperienza. Lo so che ripeto sempre le stesse cose, ma questa è la realtà: abbiamo anticipato il rientro, senza però avere perfettamente chiara la situazione. Obiettivamente, l’impatto con la prima gara è stato drammatico, ma siamo intervenuti modificando alcuni aspetti: in SBK è tutto meno esasperato. Anche per le caratteristiche delle gomme Bridgestone, in particolare quella posteriore: abbiamo dovuto lavorare tanto sull’erogazione della coppia e sull’elettronica, stiamo cercando di migliorare i sistemi di gestione, non dimenticando però che dall’anno prossimo ci sarà la centralina unica».
E la ciclistica?
«Questo è l’aspetto più critico, abbiamo penato molto e non siamo ancora a posto, ma il nostro livello di competitività è in linea con le aspettative».
Bautista ha conquistato un punto, ma ha chiuso a oltre 57” dal primo. Come dire: più di due secondi al giro; non sono comunque troppi?
«Alvaro ha perso subito oltre quattro secondi per un contatto con Barbera e dal terzo giro ha avuto problemi con i freni, si è allungata la corsa della leva e in inserimento doveva usare molto il freno posteriore. Inoltre, se si guarda lo storico dei tempi, si scopre che quella di Jerez è una delle piste che genera più distacco tra il primo e il decimo classificato. Insomma, ci sono delle “scusanti” a una differenza così elevata, anche se, a onor del vero, mi aspettavo un passo migliore».
Melandri, invece, continua ad essere sempre ultimo, o quasi.
«L’inverno e le prime gare sono state molto difficili per Marco, ma in Argentina si è visto un miglioramento e in Spagna un altro. Sappiamo di avergli chiesto un grosso sacrificio, ci sta mettendo impegno: sono certo che con il tempo crescerà».
Ma rifaresti la scelta di portarlo in MotoGP, nonostante lui volesse rimanere in SBK?
«Quando abbiamo parlato del progetto MotoGP, lui era convinto ed entusiasta… Marco è un pilota fortissimo: lui è molto sensibile, se gli diamo la moto che chiede ha il potenziale per stare tranquillamente nei dieci. Quindi sì, rifarei questa scelta: forse non la rifarebbe lui…».
A Jerez avete provato il cambio seamless: come è andata?
«Lo abbiamo testato con Bautista, che aveva già esperienza con quello della Honda. Il responso è stato senz’altro positivo: adesso dovremo mettere “sotto” i fornitori per accelerare la lavorazione. Speriamo di portarlo al Mugello o, al più tardi, a Barcellona».
Sempre nei test, avete riprovato una ciclistica già scartata a febbraio a Sepang: come mai?
«Melandri ha utilizzato un telaio e un forcellone simili a quelli, ma con assetti molto differenti. Anche questa volta, però, i difetti sono stati superiori ai pregi».
Cosa vi chiede Melandri?
«Lamenta una certa instabilità delle moto e, come Bautista, vorrebbe una moto che girasse meglio, che avesse meno sottosterzo. Inoltre, dice che con c’è grip sul posteriore, ma credo che, con queste gomme, sia un problema comune».
Mentre si lavora sulla moto 2015 bisognerà progettare quella del prossimo anno: a che punto siete?
«Siamo in avanzata fase di progettazione, con le modifiche scaturite dai dati raccolti dai primi GP. Sarà difficile averla pronta per i tradizionali test di Valencia di fine anno, ma andrà in pista prima del 2016».
Avrà caratteristiche simili a questa o sarà completamente differente?
«Sarà un'Aprilia. Quindi: un V4 stretto, ma ottimizzata in alcuni componenti. Faccio un esempio: i nostri carter sono quelli della Tuono; il cliente può essere soddisfatto per questo, ma per la MotoGP è un limite, anche per dimensioni longitudinali più lunghe, che ci costringono a usare forcelloni differenti. Ecco, tutti questi aspetti verranno cambiati, ma la filosofia di base è la medesima».
In Ducati, tanto per non fare nomi, non hanno avuto paura di rinunciare alle tradizioni pur di tornare competitivi: può essere un limite per Aprilia radicarsi su certe posizioni?
«No: l’Aprilia non ha mai sacrificato l’aspetto tecnico per motivi “commerciali”: siamo convinti che le nostre scelte siano vincenti e competitive».
Quando ritieni si possa iniziare a colmare la differenza con i primi?
«Il primo obiettivo è prendere punti con entrambi i piloti in ogni GP, con la speranza di arrivare qualche volta nei dieci a fine stagione».