L'analisi del duello Rossi-Lorenzo

L'analisi del duello Rossi-Lorenzo
Diverse scelte tecniche, motori differenti e traiettorie che s'incrociano. Max Temporali fa un'analisi obiettiva dei fatti che hanno scatenato tante polemiche nel weekend | M. Temporali
4 ottobre 2010

Punti chiave

 
Il confronto diretto Rossi-Lorenzo mette in evidenza situazioni tecniche differenti: lo spagnolo perdeva mediamente 8-10 km/h dalla Yamaha n.46 che montava il nuovo motore.


LE SCELTE TECNICHE
- Rossi e Lorenzo sono partiti con scelte tecniche differenti.
Per quanto riguarda le gomme: al posteriore tutti i piloti hanno optato per la mescola più morbida, all’anteriore solo Lorenzo e Hayden hanno deciso per la più soft.
Ramon Forcada, il capo tecnico della squadra di Jorge, ha dichiarato ai microfoni di Premium Motogp che «nelle prove ha percorso più di 30 giri col pneumatico più morbido davanti, quindi non c’è problema di durata».
Sempre Forcada si è espresso in merito alla scelta del motore: «A questo punto della stagione è meglio andare sul sicuro e correre montando un motore che conosciamo e che siamo sicuri non ci darà problemi». Fa riferimento al 4 cilindri usato invece da Valentino Rossi, che rappresenta l’evoluzione, quello con più tiro nelle marce alte, quarta-quinta-sesta. Lorenzo ha usato il vecchio, quello che ad Aragon ha mostrato grandi difficoltà in accelerazione e velocità.


LORENZO PIU’ LENTO CHE IN QUALIFICA
- Detto questo, analizziamo la gara dall’inizio. Lorenzo nelle prime curve ha potuto sicuramente permettersi di guidare con più grinta, dovuto alla gomma morbida e quindi più performante in quella fase; è lì che ha avuto il vantaggio su Rossi, potendolo superare con determinazione.
Poi però rispetto alle prove ha perso almeno 2 decimi di ritmo su tutta la gara, una situazione che fatica a trovare spiegazioni dal punto di vista delle temperature (anche perché gli altri piloti hanno mostrato coerenza nei tempi): quella dell’aria era pressoché identica, quella dell’asfalto è scesa da 41° a 34°, con un tasso di umidità praticamente invariato. Che in gara sia più lento delle qualifiche non è la prima volta che succede, ma questa volta la responsabilità può essere delle prestazioni del suo motore.


ROSSI E LORENZO, MOTORI DIVERSAMENTE VELOCI - La classifica delle velocità ha visto infatti spuntare un ottimo Rossi a 288,9 km/h al 21° giro, la M1 di Lorenzo ha ottenuto i 284,3 orari al 5° passaggio, ma per due terzi di gara ha accusato 8-10 km/h di distacco rispetto alla Yamaha n.46, soprattutto nella parte centrale e finale di gara.
Nella classifica Rossi ha la quarta velocità, a 2,3 km/h da Stoner che è 1°, Lorenzo è 10°, dietro anche a Spies e alle Suzuki. Nelle qualifiche, in cui ha usato il motore nuovo come Rossi, era arrivato a superare per 7 volte i 290 orari.
Indubbiamente in una pista in cui vi sono 5 rettilinei di varia lunghezza le prestazioni in accelerazione e velocità contano più che altrove. Tra il giro migliore fatto in prova e quello ottenuto in gara ha perso 1 decimo al T1 e al T3, e 1,5 decimi al T4, accusando quindi mancanza di accelerazione nei tratti in cui sono previste ripartenze a velocità basse.


TRAIETTORIE E SORPASSI – La mancanza di spunto fuori dalle curve, ha costretto Lorenzo a studiare

La carena di Max Temporali
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 sorpassi fatti di slancio. Ha dovuto affiancare Valentino in uscita dai tratti più lenti, aprendo prima il gas, per arrivargli al fianco alla curva successiva e tentare l’attacco. Lorenzo, adottando guida più pulita e rotonda, Rossi spigolando maggiormente, ma anche per questo consumando prima la gomma dietro. Le linee larghe di Jorge l’avevano già penalizzato ad Aragon contro Hayden, che lo superò in mezzo a una “esse”. Deve imparare a cambiare binario se si trova in bagarre, a costo di penalizzare la velocità sul giro, occorre chiudere la porta e rallentare l’avversario. Quello che lui non fa. Rossi in questo è maestro.


DUE CAMPIONI PER RAGIONI DIVERSE – Mi permetto di dire che entrambi hanno concluso una gara da 10 e lode: Rossi perché ha vinto un duello fantastico, in cui non si accettano polemiche sulla regolarità delle manovre e soprattutto dimostra di essere ancora “vivo” agonisticamente parlando, per chi se ne fosse dimenticato; Lorenzo perché aveva un motore inferiore e una situazione in campionato in cui era meglio rimanere più abbottonati e ciò nonostante non si è tirato indietro. In pista mi è parso uno “vero”, con gli attributi da campione. L’anno scorso la gara la vinse lui davanti a Rossi per 1,3 secondi. Palla al centro.
 

 

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