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Rossi è il più veloce al T1, ma perde 4-5 decimi nel terzo settore e nell’ultimo lascia un altro paio di decimi
Valentino (23 giri, più di tutti con Dovizioso ed Hayden) gli è a soli 2 millesimi, ma conta ben 13 passaggi in 56” quasi netto che fa pensare possa rompere il muro per scendere in 55” se riuscirà a sistemare i problemi che la sua moto evidenzia nel terzo settore di pista. Rossi è infatti più veloce di tutti al T1, ma perde in media 4 decimi (a volte sono anche 5) nel terzo settore e anche nell’ultimo ci lascia un altro paio di decimi.
La parte finale del tracciato è caratterizzata da curve più aperte e veloci, si usano terza e quarta marcia (la prima parte è invece tutta da seconda) e ci sono allunghi importanti dove anche l’accelerazione del motore conta.
Dovizioso è quarto, primo dei piloti Honda, ma staccato nettamente dai primi tre: quasi un secondo e due il suo ritardo da Stoner, ma ha una moto che si ripresenta in testa alle classifiche delle velocità massime, con 319km/h (il record in Qatar è dello scorso anno con Pedrosa che ha toccato i 338,557 km/h); un evidente segno di indebolimento dei motori MotoGP con l’arrivo dei propulsori contingentati.
Le 4 Yamaha (con la media dei 313 km/h) occupano gli ultimi otto posti della classifica, dietro alle due Suzuki.
Le squadre sono così indietro coi lavori che la sensazione è che oggi tutto possa cambiare alla velocità della luce
La sensazione è che oggi tutto possa cambiare alla velocità della luce: le squadre sono così indietro coi lavori che basta un turno per vedere risalire un pilota che in questo momento è magari ventesimo. Come Claudio Corti, ad esempio (19esimo), o Niccolò Canepa, ventottesimo, che prende quasi 2 secondi e mezzo dal suo compagno di squadra. Le prime tre moto in classifica hanno nomi diversi: Force GP210, Suter e RSV, segno che l’equilibrio tecnico non manca. La più bella del lotto resta però Bimota, diciassettesima col tailandese Wilairot.
I motori Honda non hanno evidenziato problemi in questo primo turno di prove, dove hanno mostrato prestazioni diverse, con velocità di punta contenute fra i 261 km/h (Baldolini, al decimo posto) e 270,8 km/h (per la moto di Talmacsi, nono posto), ma dove sono complici scie (e sono tante, viste le numerose moto in pista), rapporti di trasmissione finale, aerodinamica e corporatura del pilota. Certo fa un po’ strano vedere che le Bimota si prendano dai 16 ai 20 km/h dalle moto del Team Speed Up ed Elias abbia la settima e ultima velocità (su 41 moto…). Di lavoro da fare ce n’è davvero ancora parecchio.
Parecchi piloti in pista, che derivano da scuole differenti: 125 e 250, e motori a 4 tempi, Superstock e Supersport. La classifica dà ragione ai primi
Per il momento siamo lontani circa un secondo e mezzo dai tempi fatti lo scorso anno in gara dalle 250, mentre ricordo che il giro veloce fatto segnare sempre in gara dalle Supersport anno 2009 è di Andrew Pitt (Honda) in 2’02”577 (si è corso a marzo con il 44% di umidità, 31 gradi di temperatura dell’aria e 53 dell’asfalto, rispetto al 32% di umidità di ieri, con 27 gradi per aria e asfalto). Le velocità massime raggiunte dalle Supersport erano racchiuse fra i 275-280 km7h. Ovviamente i dati vogliono solo aiutare a comprendere meglio dove posizionare, in questa fase di avvio, la categoria della Moto2.
Punterei un occhio invece sul debuttante Alberto Moncayo, 18 anni, campione uscente del CEV, grintoso come un leone. Il ragazzo, quattordicesimo, ha stoffa e sorprenderà. Purtroppo l’Italia schiera solo 3 piloti (Moretti,del Team Fontana, si aggiungerà solo dalla gara di Jerez). Quindi Savadori, Marconi e Ravaioli qui in Qatar,con il più veloce (Savadori) staccato di 5 secondi e mezzo dalla testa. Se in gara entriamo in zona punti sarebbe già un successo…