Super Marquez sulla strada di Rossi, Sofuoglu il talento di Estoril in Moto2. In MotoGP, la Yamaha di Lorenzo è la moto con la miglior messa a punto, lo dicono i tempi… degli altri | M. Temporali, Estoril
Marquez è uno di quei talenti che nascono ogni 20 anni. E non solo per la sua velocità in pista. In gara 2 ha mostrato tonnellate di lucidità e freddezza, nonostante abbia solo 17 anni. Caduto nel giro di allineamento, si è accorto dal maxi schermo televisivo di essere inquadrato e l’ha “usato” per segnalare ai meccanici che sarebbe rientrato ai box, la moto era danneggiata. E’ stato costretto a partire ultimissimo in griglia ed ha fatto una partenza da 10 e lode: 4° alla prima curva. Gran motore della Derbi, gran lavoro dei meccanici perché la piccola 125 volasse sul dritto (245,3 km/h, a un soffio dal record 2009 di Cortese con 245,6 su pista asciutta), tanto da essere più veloce di 2 decimi di Terol e Smith sullo scorrevolissimo T2. Il tutto, condito dalla magia di Marc. Il suo atteggiamento da candidato al titolo è tutt’altro che da “braccino” come dimostrato invece da Elias in Moto2 e da Lorenzo in MotoGP. Marquez ha le caratteristiche di Valentino Rossi ‘97.
ANALISI GARA MOTO2
Gara contraddistinta da problemi di usura delle gomme. Chi aveva un assetto non del tutto perfetto, ha subìto più di altri la scarsa aderenza degli pneumatici e l’asfalto infido. Solo De Angelis, Redding e Iannone sono stati più veloci sul finale che nella prima parte di corsa, tutti gli altri hanno avuto un calo più o meno pesante, nonostante la pista mostrasse condizioni migliori proprio nei giri conclusivi. Difficile interpretare i tempi e i parziali senza riferimenti stabili. La firma di questa Moto2 è però turca: Sofuoglu, che non aveva mai visto Estoril ed aveva girato solo con pista bagnata, è stato eccezionale, andando in fuga nella prima metà gara, per poi rimanere a secco di gomma. Anche la Suter che guidava è ben diversa da una Supersport derivata dalla serie, più rigida di telaio e lenta di motore. Oltre che veloce, Kenan è un leone nella bagarre. Il suo 5° posto è il più “reale” dell’intera classifica, falsata da un week end davvero particolare. Merita una sella in Moto2 nel 2011.
Il cronologico dei tempi di Lorenzo è diverso da quello di tutti gli altri piloti, Rossi in primis: prudente fino al 7° passaggio Jorge, aggressivo Valentino, che fino a quel giro ha sempre guadagnato decimi di secondo, siglando il tempo di 1’38”545 al 5° giro che lo stesso Rossi non è più riuscito ad avvicinare nei successivi 10 giri. Stesso quadro per tutti gli altri piloti, Dovizioso, Simoncelli, Hayden e compagnia, che hanno spiccato ottimi tempi nei primi passaggi, poi, al contrario di quel che ci si sarebbe aspettati conoscendo meglio le condizioni della pista giro dopo giro, il ritmo ha subìto un rallentamento. A cominciare da Valentino si nota un passo poco regolare, altalenante. Lorenzo invece, dall’8° passaggio è sceso in progressione fino al 20° giro, dando l’idea di avere una moto più in ordine, che gli permettesse una costanza che su una pista scivolosa dove non si è provato nei giorni precedenti, diventava la cosa più difficile da ottenere. In sostanza, ottimo Lorenzo, ma eccellente lavoro della squadra, la migliore in questo week end, almeno a livello di strategia. Hanno usato l’assetto del 2009 di Estoril, mentre altri, come il team Ducati, ha dato a Stoner la moto delle ultime gare (dal GP di Argon avevano fatto tecnicamente un altro step avanti). La sensazione, stando alle dichiarazioni di Davide Brivio ai microfoni di Premium, è che anche nel team di Rossi si sia andati a cercare quel qualcosa in più nell’assetto che dava però meno garanzie. In una gara prevedibilmente lenta come questa che si è conclusa con un tempo superiore di 42 secondi rispetto al 2009, ha vinto la prudenza della squadra di Lorenzo, che per la terza edizione vince il GP portoghese con distacchi abissali.
Simoncelli va rivalutato a Valencia, in un week end, si spera, “normale”, per verificare la sua competitività negli ultimi giri. Dovizioso ha preso oltre 26 secondi da Lorenzo (quasi 1 secondo al giro) e fino a pochi giri dalla fine era in bagarre con un Pedrosa ancora convalescente. Il salto di qualità ancora non è arrivato.
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