ANALISI GARA 125
Anche in condizioni di asfalto difficili, soprattutto nella prima fase, con grandi chiazze di umido e gomme slick,
Marquez ha saputo gestire ottimamente la gara, infliggendo 17 secondi al secondo (Koyama – Aprilia) in 27 giri. Un altro mattoncino che attesta il talento dello spagnolo, evidenziato da un errore di valutazione di
Espargarò che, in uscita dalla curva in discesa (la penultima della pista)
è andato a mettere la ruota dietro sull’erba sintetica (ancora zuppa di acqua) in piena accelerazione,
volando a terra a 2 giri dalla fine.
Prima di quel momento, tra i due, appurato che nessuno fosse in grado di fuggire, è iniziato il passaggio del timone della corsa, a volte impostando un ritmo serrato, altre rallentando anche 2 secondi al giro.
Marquez ha dato l’idea di saper gestire benissimo strategia e improvvisazione, approfittando anche del sorpasso di un doppiato in ingresso curva e portato a compimento d’astuzia, trattenendo i freni fino all’ultimo per superarlo all’ultimo centimetro, per non lasciare tempo e spazio ad Espargarò di infilarsi a sua volta, che lo seguiva. Davvero tosto e lucido Marquez.
Per tutta la corsa, la Derbi n.93 di Marc è risultata più veloce in accelerazione della sorella n.44, soprattutto all’uscita dell’ultima curva, quella in salita, che porta sul rettifilo dei box.
ANALISI GARA MOTO2
Nonostante la pista molto corta (la seconda dopo Laguna Seca), le posizioni in gara sono risultate molto sgranate.
La gara si è corsa su un ritmo lento, circa 1 secondo più piano rispetto a ciò che si è visto in prova, frutto anche di un asfalto poco gommato a causa della pioggia scesa fino a tarda mattina. La scelta delle gomme è stata fondamentale e ne ha condizionato la gara.
Iannone ha corso con gomme dure, nonostante la temperatura sull’asfalto fosse ben più bassa (27°C) rispetto a quella del venerdì (50°C) e della gara di Barcellona. Considerando che le Dunlop hanno il problema del consumo (ossia lavorano poco e non si consumano), forse avrebbe potuto scegliere una mescola più morbida come hanno fatto altri piloti.
Sul podio sono finiti i telai Moriwaki, FTR e Suter; l’unico con gomma perfetta è risultata la Suter di Rolfo, che appariva come appena rodata; motivo per cui è riuscito a recuperare girando fortissimo nella fase finale. In Moto2 continua ad esserci ancora tanta sperimentazione e improvvisazione dovuta alla mancanza di dati ed esperienza.
ANALISI GARA MOTOGP
I piloti acciaccati hanno potuto trovare un piccolo lato positivo nell’interruzione della corsa al nono giro compiuto, per riprendere forza ed energie. L’unico pilota partito con gomma posteriore nuova è stato Simoncelli, che ha così potuto terminare la corsa davanti ad Hayden senza essere penalizzato dal consumo del pneumatico sul finale, che ancora gestisce con un minimo di difficoltà.
A proposito di italiani,
Melandri ha lottato con una Honda modificata nell’angolo di sterzo (doveva essere provato nel warm up, che però ha piovuto), più aperto, risultando più difficile negli inserimenti in curva, che hanno richiesto più fisicità nella guida. La pista che gira a sinistra e la spalla infortunata ad Assen ancora mal messa hanno
steso ko Marco dopo una manciata di giri.
Dovizioso è partito in tromba,
ha segnato il suo miglior crono al 4° passaggio e poi ha impostato un ritmo altalenante con tolleranza di 1 secondo per tutta la gara, lasciando un ampio interrogativo sui problemi incontrati, soprattutto tra l’11° e il 14° giro quando ha girato in 23” alto.
Ha terminato a 17 secondi in 21