L'analisi tecnica del GP di Valentino

L'analisi tecnica del GP di Valentino
Una serie di dati indicano che Valentino Rossi non era al 100% della sua forma. E nemmeno la sua Yamaha era al massimo | M. Temporali, Sachsenring
20 luglio 2010

Punti chiave


LA VELOCITA’ SUL DRITTO


Parto dalla sua M1: in tre giorni non è mai stata veloce quanto quella di Lorenzo, che, anche in gara, ha sempre preso 3-4 e anche 5 km/h di velocità, in un rettilineo lungo appena 750 metri dove si passano i 270 all’ora. Si parla quindi di accelerazione, più che di velocità pura. E quando i tempi sul giro si confrontano sui centesimi di secondo, anche una piccola differenza di motore può cambiare la sorte del cronometro. Nel week end la velocità più alta l’ha rilevata la Honda di Pedrosa, con 284,4 km/h; Lorenzo è sesto, con 279,9, e Rossi terz’ultimo con 276,6 all’ora. Nella media sui 21 giri di gara aumenta però il divario a suo sfavore. Il dubbio è: ha lavorato meglio la squadra di Lorenzo o lo spagnolo aveva a disposizione qualcosa di più di Rossi ?


AL 5° E 6° GIRO HA PERSO IL CONFRONTO CON LORENZO

Partire in 2° fila, con le Honda e le Ducati davanti, che già hanno il vantaggio dell’accelerazione, significa dover restare dietro alla prima curva. E così è stato, nonostante Rossi sia scattato bene. Ha trovato Dovizioso davanti, che ha dato tutto per 4 giri, quando ha siglato il suo miglior crono, ma poi ha fatto da tappo. Valentino, che è arrivato al traguardo con 2,3 secondi di ritardo su Lorenzo, ha perso il confronto con lo spagnolo al 5° e 6° giro, girando 8 decimi più lento entrambe le volte. Fosse stato al 100% avrebbe saltato prima Dovizioso e non avrebbe perso tempo. Gli altri 7 decimi che restano da Lorenzo sono “responsabilità” di Stoner, che ha terminato una corsa stile Rossi a Laguna Seca 2009, e cioè cercando di ostacolare Valentino che aveva 2-3 decimi nel taschino.
Il secondo giro veloce della gara è proprio di Rossi, 1’22”035 (1,5 decimi più lento di Pedrosa), ovvero 64 millesimi più rapido di Lorenzo. Vale ha già ritrovato feeling con le gare.


L’ERRORE DI VALUTAZIONE ALLA PENULTIMA CURVA

Rettilineo in discesa e curva a sinistra, dove Rossi è sempre sembrato avere qualcosa in più di Stoner. All’ultimo giro, in quel tratto, Valentino ha chiuso la traiettoria in frenata, stando verso metà pista anziché tutto a destra come vorrebbe la traiettoria più corretta, per evitare di farsi superare. Forse pensava di avere Stoner attaccato alla coda, in realtà c’erano una manciata di metri. Con una linea più lenta in curva ed un’uscita più esterna, ha permesso a Casey di fare la sua traiettoria, scorrevole, precisa e veloce, che gli ha consentito di affiancarlo in accelerazione, rimanendo all’interno dell’ultima curva. Di fatto Rossi ha servito su un piatto una vittoria a Stoner che ha semplicemente svolto il suo compitino. Ricorda i tempi di Gibernau che vinceva solo su errore di Valentino.

 

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LO STATO DI FORMA


Prima le stampelle, che usa un po’ sì e un po’ no, all’interno del box. Poi il dubbio che la stampella venga usata dal lato sbagliato (stampella a sinistra, gamba convalescente a destra). Inoltre una salita-discesa insolita dalla moto che trova via via nei giorni la solita modalità di esecuzione.

Ma ciò che ha fatto più effetto è stato vedere la scarsa attenzione nella protezione della gamba “rotta”, una volta alla guida della sua M1, gamba che usciva a bandiera ad ogni staccatona sul rettilineo dei box, con lo stivale che sfiorava sull’asfalto. E’ vero che l’interruzione della gara dopo 9 giri ha dato modo a Rossi di tirare una boccata d’ossigeno, ma poi si è prodigato in una fantastica rimonta e in un corpo a corpo con Stoner da provarti fisicamente. Rossi sembra esserne uscito lucido come sempre. Ed è il motivo per cui mi porta a pensare che a Laguna Seca sarà già pronto per la vittoria.