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Il quattro volte campione del mondo Hugh Anderson ha fatto il suo ingresso nella MotoGP Hall of Fame con una speciale cerimonia in Nuova Zelanda, condotta dall’inviato Simon Crafar. Hugh è il trentaseiesimo pilota inserito nell’”olimpo” del motociclimo.
Le prime apparizioni di Anderson risalgono al 1960 in 500 e 350, categoria nella quale è salito sul podio con la AJS. Nel 1962 ha preso il via anche in 125 e 50 vincendo i primi GP in entrambe le classi. I primi titoli arrivano per Anderson nel 1963 con le Suzuki nelle sue classi più piccole; l’anno successivo si ripete nella 50 e nel ’65 vince con la ottavo di litro sempre con la Suzuki.
E’ stato un bel pilota Anderson, specialista delle piccole cilindrate dove ha conquistato venticinque vittorie. Si è ritirato trentenne nel 1966, quattro titoli in appena sei anni, per dedicarsi alla sua seconda passione: il motocross. Pur continuando a correre e vincere in pista nei campionati nazionali neozelandesi. E’ un personaggio, amato da molti.
“Sono grato a Dorna per avermi reso una MotoGP Legend. E’ un grande onore per la mia carriera e per i mondiali che ho vinto - ha detto Hugh - e voglio ringraziare Dorna e Carmelo Ezpeleta, tutta la mia famiglia, i miei amici e sostenitori per questo onore e per il supporto che mi hanno dato in tutti questi anni. Un grande ringraziamento anche per aver dato vita a questo evento qui in Nuova Zelanda, è stata una giornata molto speciale”.
Anderson entra così a far parte di una lunga lista di MotoGP Legends che include nomi del calibro di Giacomo Agostini, Mick Doohan, Geoff Duke, Wayne Gardner, Mike Hailwood, Daijiro Kato, Eddie Lawson, Anton Mang, Angel Nieto, Wayne Rainey, Phil Read, Jim Redman, Kenny Roberts, Kenny Roberts Jr, Jarno Saarinen, Kevin Schwantz, Barry Sheene, Marco Simoncelli, Freddie Spencer, Casey Stoner, John Surtees, Carlo Ubbiali, Alex Crivillé, Franco Uncini, Marco Lucchinelli, Randy Mamola, Kork Ballington, Dani Pedrosa, Stefan Dörflinger, Jorge Martinez, Jorge Lorenzo, Max Biaggi, Luigi Taveri e l’indimenticato Nicky Hayden.
Ma, pur senza alzare la voce, chiediamo quando potremo celebrare l’ingresso tra le Legend di alcuni piloti italiani che lo meritano da tempo. Mi riferisco prima di tutto a Walter Villa che con i suoi quattro titoli (tre nella 250 e uno nella 350) merita il riconoscimento quanto Hugh Anderson o quanto Ballington, Biaggi, Lawson, Dorflinger e Martinez: tutti quattro volte campioni e già nominati Legend dalla Dorna.
Villa è purtroppo scomparso nel 2002, ma la sua famiglia e i suoi tanti amici sarebbero felici di vederlo tra i grandi della moto. E subito dopo segnaliamo Luca Cadalora, Pierpaolo Bianchi, Eugenio Lazzarini. Insieme a Loris Capirossi, tutti con tre titoli mondiali in bacheca. Come Pedrosa, per dirne uno.