Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
SEPANG - Qualche problemino, un po’ di novità da provare, le gomme Michelin tutte da scoprire, gli automatismi da ritrovare: pochi giri (35) e neppure troppo veloci (1’59”666, 11esimo a 0”721 da Fabio Quarataro). Ma, ovviamente, non è il caso di preoccuparsi. Infatti, Andrea Dovizioso non si preoccupa. Per il momento.
“Diciamo che è stato un classico primo giorno di test dopo la pausa invernale. La GP20 non è molto differente, ma ci sono varie modifiche che richiedono tempo per essere messe a punto. Abbiamo anche dovuto affrontare qualche normale problemino: diciamo che oggi è stato fatto un lavoro di sgrossatura. Non abbiamo lavorato moltissimo: speriamo che domani ci siano le condizioni meteo ideali”.
Cosa cambia di più dall’anno scorso?
“Le gomme. Con le nuove Michelin devi cambiare modo di guidare e devi sistemare in modo differente la moto. Sotto questo aspetto, c’è un bel lavoro da fare, determinante per raggiungere certi livelli di competitività. Negli anni precedenti, le gomme introdotte a inizio stagione dalla Michelin erano migliorative, ma comunque simili a quelle vecchie, mentre questa si comporta in maniera differente. Per questo c’è molto lavoro da fare sull’assetto della moto per riuscire a sfruttarle al meglio, e va fatto qui, perché questo tracciato è più significativo rispetto a quello del Qatar. Ecco, la gomma diventa la priorità da capire e da gestire in questi tre giorni”.
Qual è la differenza?
“La carcassa è differente: con Michelin non è corretto parlare di “più morbida” o “meno morbida”. Questa ha più grip, è differente a centro curva e in trazione, cambia molto il modo come scivola. Per tutto questo, bisogna cambiare modo di guidare, trovare la messa a punto corretta, anche a livello di elettronica”.
Hai usato solo il telaio 2020: ormai la scelta è fatta?
“Sì, non abbiamo telai 2019, la scelta è stata fatta. Le differenze sono piccole, ma vanno sfruttate al meglio e a seconda del lavoro che fai in questi test puoi fare una bella differenza”.
Quella del telaio è stata una scelta obbligata o ragionata?
“E’ una scelta convinta, non c’era motivo per non usare la nuova ciclistica. Bisogna però capire bene qual è il margine di miglioramento”.
E il “motorone”?
“Direi bene, anche se non mi sono trovato con nessuno in pista, non ho avuto termini di paragone. Ma non è che i cavalli possono aumentare più di tanto, soprattutto nel nostro caso…”.