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VALENCIA – Ventitré anni, 128 GP tra 125 e Moto2, 12 vittorie (4 in 125, 8 in Moto2), 24 podi (5+19), 8 pole (3+5), Andrea Iannone viene considerato come il pilota italiano più promettente. Purtroppo, fino adesso, ha raccolto meno delle sue possibilità e da domani inizierà un’affascinante - ma difficilissima - avventura con la Ducati nel team Pramac MotoGP. Ecco aspettative, speranze, obiettivi del pilota di Vasto.
“E’ un giorno fantastico, lo considero allo stesso tempo un traguardo e un punto di partenza. Bello iniziare questa avventura in MotoGP con la Ducati, una Casa italiana. Ci vorrà calma, pazienza, anche perché, al di là dei tre giorni di test al Mugello (1’48”3 il miglior crono, NDA) non ho nessuna esperienza. Lì ero andato bene, ma in gara sarà tutto differente, perché c’è poco tempo a disposizione e non puoi girare dalla mattina alla sera. Sarà importante capire l’elettronica, i freni, le gomme e tutto quello che c’è di differente rispetto a una Moto2. Ho tanta voglia di iniziare e in Ducati vedo una gran voglia di riscatto”
E’ il momento giusto per passare di categoria?
“Sì, anche se, naturalmente, mi sarebbe piaciuto arrivare in MotoGP dopo aver vinto il titolo della Moto2. Ci abbiamo provato, ma non è stato possibile: non ho rimpianti”.
Valentino è Valentino, io sono io… Mi ha fatto un grosso “in bocca al lupo”. Sono contento che lui torni in Yamaha: con quella moto può dire la sua, è ancora un pilota fortissimo
Il tuo amico Valentino Rossi ti ha detto qualcosa?
“Valentino è Valentino, io sono io… Mi ha fatto un grosso “in bocca al lupo”. Sono contento che lui torni in Yamaha: con quella moto può dire la sua, è ancora un pilota fortissimo. E’ sempre stato il mio idolo e per me è bello avere adesso la possibilità di correre contro di lui. E’ chiaro che sarebbe bellissimo fare meglio di lui, ma so già che è impossibile: bisogna rimanere calmi. Del resto, se ha avuto difficoltà lui, che è Valentino Rossi, è impensabile che non ce le abbia anch’io: non faccio miracoli, non sono mica Padre Pio…”
Qual è il tuo obiettivo?
“Il mio confronto deve essere per forza con i debuttanti in MotoGP, ovvero Marc Marquez e Bradley Smith, anche se tutti dicono che Marquez guiderà la moto migliore e io la peggiore. Ma io non la penso assolutamente così”
Viste tutte le difficoltà che ha avuto Rossi, cosa ti ha convinto a firmare un contratto di due anni (più un’opzione per il terzo) con la Ducati?
“Ho pensato alla concretezza che ti può garantire una Casa ufficiale rispetto a un team privato. In tutti questi anni, ho sofferto tanto per la mancanza di budget all’interno della squadra: firmando per la Ducati mi sono liberato di un peso, posso solo pensare a guidare e a divertirmi, cercare di lavorare al meglio con la squadra per andare forte in pista”.