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Alex Crivillé, Jurgen Van den Goorbergh, Steve Parrish, Dirk Heudolf. Tutta gente da mondiale: Crivillé è due volte iridato in 125 e 500; Jurgen "The Flying Dutchman" ha una lunga carriera nella 250, 500 e altro; Heudolf è meno noto, correva in 250, senza sprazzi, ma comunque nel mondiale. Quanto a "Stavros" Parrish, era amico fraterno e compagno di team di Barry Sheene nella classe 500 fino ai primi anni ottanta, in Inghilterra è ancora un personaggio di spicco, e certamente non si è dimenticato come si guida...Tutti e quattro sono stati invitati dalla Dorna a provare la Blusens BQR Honda Moto2 per la prima volta. E poi c'ero anch'io, invitato a sorpresa, quindi senza avere con me il mio abbigliamento da pista.
Le cose sono andate così: Dorna, con la collaborazione del team spagnolo Blusens (unico team a possedere un prototipo già avanti con lo sviluppo, effettuato correndo in Spagna col pilota Dani Rivas), voleva dare un primo assaggino della sua Moto2. La cosa è accaduta venerdì 26 giugno, nella pausa tra le sessioni di libere e le qualifiche delle varie categorie nel GP di Assen. Due giri secchi, cinque piloti in rappresentanza di altrettante nazioni, una sola moto disponibile per il test. Obiettivo: designare un primo contorno alla nuova categoria, che esordirà nel 2010 con già 38 team selezionati, tra cui molti dei team "satellite" della MotoGP. Tra l'altro, le uniche due Aprilia 250 che inizialmente sembravano iscritte pare non lo siano più, ma non è escluso che non vedremo una ciclistica progettata dalla casa di Noale attorno al designato motore Honda. Motore il cui costo dovrebbe aggirarsi sui 70/75.000 euro, che però verrebbero praticamente compensati da un bonus di pari importo che Dorna stessa elargirebbe ai team stessi.
Bella sorpresa
Attualmente seguo il Motomondiale come commentatore televisivo per Mediaset Premium: quindi passo ore e ore con le cuffie in un camper ad analizzare tempi, velocità, distacchi con gli occhi che ballano la samba su otto monitor più un computer, per la diretta del Gran premio, e non mi sarei mai immaginato che sarei stato convocato anch'io per questo test, davvero interessante, visto che l'argomento "Moto2" è oggetto di grandi discussioni. Nel pieno delle prove della 250, invece, vengo chiamato dal responsabile di produzione: "Te la senti di provare la Moto2 ?", mi chiede. Non ne so nulla, né dove, né quando, e nemmeno le modalità. Sta di fatto che mollo il mio compagno di microfono, un attonito Giulio Rangheri, voce numero uno delle nostre telecronache, per essere accompagnato rapidamente con uno scooter a recuperare un "vestito" adeguato per la pista. Con me solitamente ho giusto il paio di mutande in più per l'occorrenza, ma tuta, casco, stivali e guanti mica mi sogno di portarmeli ad ogni GP...
Mi vestono di tutto punto gli uomini di Dorna, per la verità con taglie piuttosto "comode" per me. Sono bruttino da guardare, (anche l'occhio vuole la sua parte...) e sebbene abbia alle spalle una buona esperienza di piste e di gare, quando mi trovo in pit lane con la tribuna centrale stracolma di gente, e il maxi schermo che indica le presenze del week end (ben 96 mila), una certa emozione l'avverto. A tenermi compagnia c'è Guido Meda, che mi dà istruzioni, ride, scherza, distrae emozioni e tensioni che dentro di me sono accentuate dal contesto: Assen, tracciato storico del mondiale, la folla sulle tribune, le attenzioni concentrate sui pochi invitati a provare la prima Moto2. Onestamente l'ultima cosa a cui penso è proprio la moto. Non scherzo, e non voglio nemmeno apparire sbruffone, ma non è la moto la causa del mio mal di stomaco. Onestamente non ho mai avuto opinione positiva della Moto2. Sono affezionato ai motori a 2 tempi, quasi non ho ancora smaltito il passaggio dalla 500 alla MotoGP, figurarsi una categoria in cui tutto, fino a pochi istanti prima del test, appare così nebuloso, nell'aspetto regolamentare come nella parte sportiva. In fin dei conti, scusate, ma voi cosa vi aspettate da una Moto2 ? Una sorta di 600, più verosimilmente una Honda CBR/RR preparata un po' alla svelta con un qualsiasi kit supersport in commercio, un paio di slick, et voilà: eccola, la Moto2. Lenta più di una 250, e lontana anni luce da una moto da corsa vera quale è la "duemmezzo". Io la pensavo così, non ho mai lasciato una sola chance a questa scelta così controversa della Dorna.
Il test
Sono l'ultimo del gruppo, la moto è nelle mani dei meccanici, il minimo è alto, circa 2.500 giri, la sella fatico a scavallarla per quanto è alta e tocco terra in punta dei piedi, ma questa è la normalità sulle attuali moto da corsa.
Parto con la frizione in mano, ma la moto non è dotata della classica "primona" lunga, come invece pensavo. Giù la visiera, dentro le marce, con il cambio che denota una taratura dell'elettronica fin troppo sensibile. Conosco la pista a metà: avevo già girato sul vecchio tracciato, ma non conosco il nuovo. Vado via blando, in un paio di curve addirittura con una marcia in più. Il motore tira davvero di brutto, sembra quasi un 700, altro che 600 ! Scendo fino a 5/6.000 giri, poi apro fino a 16 mila ed è una crescita continua di potenza.
So bene che la preparazione non è quella definitiva, qui si parla di circa 135 cv, mentre il regolamento dichiara potenze superiori ai 150... Sul dritto dietro ai box, che misura poco meno di un chilometro, il motore allunga fortissimo: baaaam-baaaam-baaaam, quarta, quinta, sesta, con un urlo che suona in "la" e soprattutto i giri che non calano mai nei cambi marcia. Ma c'è un'altra cosa che so fare bene, oltre a tirare sul rettilineo: frenare ! Urca, la decelerazione è talmente forte che ad ogni staccata hai il sangue che ti va alla testa, sembra di avere davanti due dischi da 400 mm! Facciamo il punto: qui sono due i valori in campo. Primo, il telaio: un vero telaio da corsa, che ti dà la sensazione (ripeto: sensazione) di poter reggere potenze ben maggiori. La differenza rispetto a un telaio da 600 stradale riguarda principalmente i minori trasferimenti di carico: la moto, infatti, rimane sempre molto"piatta", sia in accelerazione che in frenata.
Secondo, il peso piuma: la moto è leggerissima, te ne accorgi alla prima curva. Sono circa 138 chili che, rispetto a una Supersport (peso limite per una 4 cilindri, 158 chili), danno veramente una bella mano a far sembrare il motore più potente di quello che è, e i freni più grandi ed efficienti di quelli che sono.
Se poi tra gli ingredienti ci sono anche pneumatici slick (il regolamento ha sancito Dunlop come fornitore unico) e cerchi leggeri (giusto per chiarire: montati su una Supersport, su una pista lunga, rispetto a gomme scolpite e cerchi originali, c'è circa un secondo e mezzo di differenza nel tempo sul giro), potete immaginare che la difficoltà più grande, al primo approccio con la Moto2, è quella di fare l'abitudine a una maneggevolezza esasperata. La moto inizialmente ti cade dentro alla curva, e devi subito accelerare per non chiudere troppo la corda: ti sembra quasi di non avere nulla tra le mani, una moto fantasma. Un fantasma che però fa un baccano terribile, tanto che in alcuni punti della pista, dove il rumore dello scarico ti rimbalza di più tra casco e cupolino, ti vanno in risonanza i padiglioni auricolari, occorrono assolutamente i tappi. Ma per chi è fuori a guardare ed ascoltare, che spettacolo ragazzi! 16 mila giri e scarico aperto sono la cura antidepressiva per qualunque motociclista. Per quanto mi riguarda c'è solo una moto che mi ricorda questa agilissima BQR: la Honda RC211V di Dani Pedrosa, che provai nel 2006. Piccola, affilata nelle forme, gommoni in primo piano, guida iper leggera e superpotenza controllata. Adrenalina prodotta: scarsa, come anche quella scatenata da questa Moto2 rispetto all'amata 250. Ma questo è un altro discorso. Di fatto, il mio scetticismo verso questa nuova categoria, viene letteralmente spazzato via fino all'ultimo granello. La moto è davvero notevolissima, e non ho dubbi sul fatto che riuscirà a girare più veloce della 250. A questo punto, il mio pensiero è che i giovani con questa categoria avranno una scuola migliore nel preparare il passaggio alla MotoGP. Fidatevi, vedrete che sarà così. Persino Valentino Rossi dovette ricredersi sul passaggio alle 4 tempi... E l'equazione vale tutta: la vecchia 500 sta alla MotoGP come la 250 sta alla Moto2. Ora bisognerà ricollocare nell'era moderna un'altra categoria che mi sta particolarmente a cuore: la 125. Ma per quella c'è ancora tempo.
Max Temporali
Foto Milagro