Bagnaia: "La parola chiave è: insieme"

Bagnaia: "La parola chiave è: insieme"
Il campione del mondo della Moto2 ci tiene a dividere i meriti con il team, con la VR46 e con tutti quelli che lo hanno aiutato: “Insieme al team abbiamo fatto un ottimo lavoro, abbiamo vinto, perso, faticato, combattuto. Sempre tutti insieme. E’ una vittoria di tutti”
4 novembre 2018

SEPANG – Campione del Mondo. Pecco Bagnaia è campione del mondo, come è giusto che sia: nel 2018 ha dimostrato di essere sempre il più forte. Lo confermano anche i numeri: otto vittorie, 11 podi in totale, 304 punti, 32 in più di Miguel Oliveira, ininterrottamente in testa al campionato dal GP d’Austria, quindi da otto gare. Per conquistare il titolo, aveva una serie di combinazioni favorevoli, ma lui ha voluto riuscirci da “solo”: il terzo posto gli garantiva il titolo indipendentemente dalla posizione di Oliveira.


«Sono partito con l’obiettivo di salire sul podio, anche se sapevo che non sarebbe stato facile, perché in qualifica avevo faticato un po’. Ma la squadra, come sempre, ha fatto un grandissimo lavoro. Ho spinto per otto giri, poi quando Oliveira mi ha superato sono stato attento a non stargli troppo vicino, per prendere aria e per non scaldare troppo gomme e freni. Pasini mi è arrivato vicino: siamo amici, ho sperato che non mi ostacolasse. Poi, però, ho trovato altre energie, ho spinto di nuovo per stare tranquillo. E’ stata una stagione incredibile, assieme a Luca (Marini, NDA) siamo cresciuti tanto, lui sarà un avversario tosto per tutti nel 2019. Per quanto mi riguarda, è la prima volta che combatto per il titolo, nella mia carriera avevo vinto solo l’europeo con le MiniGP 50 cc. Avevo la possibilità di passare in MotoGP già nel 2018, ma volevo provare a conquistare il titolo della Moto2. Ho lavorato bene durante l’inverno, ho capito di poter essere competitivo».

 

Otto vittorie, quale la più importante?

«Due. La prima in Qatar, perché mi ha dato la consapevolezza di essere forte. E poi quella in Austria, quando sono tornato in testa alla classifica: lì ho capito di poter conquistare il titolo. Ma anche il successo ad Austin è stato fondamentale».

 

Qual è stata la chiave di questa stagione?

«Aver firmato subito con la Ducati per il 2019 mi ha tolto i pensieri, ho potuto concentrarmi solo sulla Moto2: credo sia stato il mio punto forte. Qualcuno mi ha criticato perché avevo deciso di passare in MotoGP senza avere ancora vinto un GP in Moto2 (Bagnaia ha firmato a febbraio, prima dell’inizio del mondiale, NDA), ma io ero tranquillo, sapevo quello che potevo fare».

 

Qual è la parola di questo mondiale?

«”Insieme”. Insieme al team abbiamo fatto un ottimo lavoro, abbiamo vinto, perso, faticato, combattuto. Sempre tutti insieme. E’ una vittoria di tutti e devo dire grazie alla squadra, alla mia famiglia, a Sky, a Valentino, alla VR46, alla mia fidanzata, a mia sorella Carola (sempre al suo fianco, NDA), che mi ha sopportato quando ero nervoso e rompevo le scatole».

 

Qual è stato il momento più difficile della tua carriera?

«Il 2013: arrivavo dal CEV dove ero uno dei più forti, ma nel mondiale mi sono ritrovato a essere uno dei più scarsi. Ma quella stagione difficilissima mi ha aiutato, mi ha dato forza: senza il 2013, sarei più debole mentalmente, non sarei qui. E lì è stata fondamentale l’Academy: senza di loro sarei stato a casa, non avrei più corso. E anche il team Aspar mi ha aiutato a diventare più forte, un pilota vero».

 

Come sono stati i giorni precedenti la gara?

«Molto intensi. In Australia avevamo fatto male perché ci siamo fatti prendere dalla frenesia. Qui abbiamo lavorato meglio, siamo sempre stati sul pezzo, non abbiamo commesso l’errore di voler strafare. In questi giorni ho cercato di non pensarci, ma ieri sera ha cominciato a chiudersi lo stomaco, non ho mangiato, questa mattina non ho fatto colazione. Avevo mal di pancia, ho provato una sensazione veramente strana. Per fortuna c’erano qui i miei genitori, mia sorella, la mia fidanzata, tutta la mia famiglia: manca solo mio fratello, ma mi ha seguito da casa».

 

Qual è il complimento più bello che hai ricevuto?

«Tantissimi, non saprei. Ma è bello vedere le persone che ti vogliono bene emozionate: vuol dire che abbiamo fatto un buon lavoro. Tutti insieme».

 

Adesso sei pronto per la MotoGP.

«Bisognerà iniziare da zero, sarà totalmente differente. Ma la ducati mi ha dato tutto quello che volevo e mi ha voluto a tutti i costi. Ci sarà tanto da imparare, ma sono contento di iniziare una nuova avventura».

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