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Abbiamo parlato con l'ex campione del mondo Casey Stoner che, come al solito, ha lanciato un forte monito sullo stato attuale della MotoGP.
Con Stoner abbiamo fatto il punto anche sulla sua battaglia personale contro la sindrome da fatica cronica che lo ha colpito negli anni.
"Per me la MotoGP oggi è un disastro - ha detto senza mezzi termini l'australiano -. Abbiamo troppa elettronica, troppe ali, troppi controlli. Stiamo facendo gli stessi errori della Formula 1 del passato".
Secondo Stoner, il vero vantaggio della MotoGP rispetto alla F1 è sempre stato quello di creare gare spettacolari, ma ora questo aspetto è in pericolo.
"Dobbiamo tornare all'essenza delle corse motociclistiche. Vogliamo vedere i piloti che scivolano, si muovono, impennano, cercano di controllare la moto. Questa è la bellezza della MotoGP".
Invece, lamenta come oggi siano gli ingegneri a prendere il controllo, con problemi di temperatura delle gomme, dei freni e di stabilità che complicano le gare.
Parallelamente alla sua visione critica dello sport, Stoner ha rivelato la sua battaglia personale contro la sindrome da fatica cronica: "I primi tre anni sono stati un completo disastro. Non potevo lasciare casa per sei mesi di fila, facevo fatica a spostarmi dal letto al divano".
Nonostante i progressi lenti ma costanti, ammette che non è stata ancora trovata una soluzione definitiva.
Nonostante le difficoltà, Stoner mantiene un legame speciale con l'Italia e i suoi tifosi: "Qui ho trovato un'incredibile fan base. Non importa dove vado, vengo riconosciuto anche dopo più di dieci anni dal mio ritiro. L'apprezzamento che ricevo in Italia è qualcosa di unico, che non sperimento in nessun'altra parte del mondo"