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Simbolo di potenza nonché sua diffusa unità di misura, il cavallo ha sempre animato la fantasia delle corse e della velocità nell'uomo. La mitologia ci ha addirittura regalato la figura del centauro, da sempre l'icona del motociclista. Probabilmente è vero che i grandi talenti del motociclismo hanno tanti aspetti in comune con questo straordinardella MotoGPio animale, e chi li segue da vicino, che sia terapista o accompagnatore o soprattutto amico - o tutti e tre le figure insieme - sarebbe proprio il caso di chiamarlo "scudiero"...
Anche in questo mi è stato grande maestro il dottor Claudio Costa le cui conoscenze e intuizioni circa i piloti di moto non sono sicuramente inferiori a quelle già elevate in campo medico. Dai suoi tanti, personali studi approfonditi a sfondo psicologico, Costa trae sempre straordinarie considerazioni e anche quando talvolta queste sfociano nell'eccesso dell'epica è sempre affascinante ascoltarle e analizzarle per tentare di spiegarci meglio certe importanti differenze tra i fuoriclasse a due ruote.
Fra queste, un'empirica e romantica teoria che un giorno il dottor Costa raccontò in mia presenza a un giovanissimo - ma già campione - pilota del motomondiale secondo la quale ogni grande talento, al di là dei risultati, è paragonabile a un cavallo puro sangue che può mostrarsi nero se spinto dalla follia, bianco se guidato dalla ragione.
Quando è l'aspetto nero a dominare sul bianco questo cavallo corre con maggiori rischi ma è certamente più probabile che possa impressionare e regalare emozioni; quando invece il bianco ha il costante sopravvento sul nero si riduce sicuramente il fattore rischio ma può divenire ben più complicato esprimere e dimostrare il talento. Così, soltanto quei talentuosi cavalli che sanno abilmente farsi neri o bianchi a seconda che sia necessario essere l'uno o l'altro, lottano per vincere.
Una sorta di conflitto interiore che se ben gestito può essere, forse, il segreto per mantenere meglio in equilibrio un talento, in moto e nel tempo.
«Vai così forte pur vestendoti del solo cavallo bianco?!» disse dunque Claudio a quel pilota che, a suo modo, si limitò a un timido sorriso... allora Costa aggiunse: «pensa cosa potresti fare se solo tu riuscissi in certi frangenti a liberare il nero, il cavallo nero!».
Oggi, più che mai, a distanza di qualche anno, quel pilota riflette ancora sul quel monito tanto che ha deciso di celebrarlo imprimendo quei due aspetti del cavallo da corsa sul suo nuovo casco...
Tra l’altro, a Sepang, dove i primi test invernali hanno già inaugurato una nuova stagione Motogp, e' appena iniziato, secondo il calendario cinese, proprio l'anno del cavallo!
Buon anno dunque furie imbizzarrite e domate che siate. E buone corse, a tutti.
Francesco Chionne