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ASSEN – Velocissimo, lucido, determinato: praticamente un robot.
«Ma non è così – racconta Jorge Lorenzo, che nel giro di festeggiamento è tornato a piantare la bandiera di Lorenzo’s land (terra di Lorenzo) mimando proprio le gesta di un robot -: mi piacerebbe essere perfetto, di fare sempre tutto giusto, ma la realtà è differente. Quando sei in moto i pensieri ti vengono, si sente la stanchezza e non è così semplice come può sembrare da fuori».
Uno così diventa difficilissimo da battere, anche se, naturalmente, Lorenzo ci tiene a sottolineare che non è affatto semplice dominare come sta facendo.
«E’ stata un po’ più difficile di Silverstone, perché all’inizio Pedrosa e Stoner, che avevano scelto le gomme soffici erano velocissimi. Proprio perché non sono un robot sentivo la pressione di chi mi stava dietro: in certe situazioni devi rimanere tranquillo e affrontare i problemi. Sapevo di avere un piccolo vantaggio da metà gara in poi e l’ho sfruttato al meglio, ma a due giri dalla fine sono entrato un po’ troppo forte all’ultima chicane e ho rischiato di cadere. Sono in testa con un buon vantaggio e, fino a oggi, sono stato molto costante, arrivando quattro volte primo e due secondo, ma bisogna rimanere concentrati».
Dopo il brutto GP di Gran Bretagna, Dani Pedrosa è tornato nelle primissime posizioni, con una gara per certi versi impeccabile, considerate le difficoltà delle prove. Proprio questa alternanza di risultati dei piloti Honda-HRC lascia un po’ perplessi: questa volta è stato Andrea Dovizioso a faticare più del previsto. Per una volta, Dani e Andrea (ascolta l’audio) sono d’accordo: colpa della difficoltà di messa a punto della RC212V.
«Sono sorpreso del mio risultato – confida Pedrosa -, perché in prova ho avuto un sacco di problemi. Nel warm up abbiamo fatto delle modifiche e all’inizio sapevo di potere avere un vantaggio per le gomme morbide. Ho preso fiducia, ho visto che potevo stare con Lorenzo e ho spinto sempre più forte, anche perché la moto rispondeva bene. Poi, Jorge è andato ancora più forte e non sono più riuscito a recuperare quello che perdevo nel T1 (il primo settore, ndr). Per noi è impossibile essere costanti come lo è Lorenzo, perché in ogni gara dobbiamo ricominciare da capo e facciamo una gran fatica a trovare l’assetto vincente».
Finalmente sul podio Casey Stoner, che però, ancora una volta, non ha convinto completamente: per nove giri, è rimasto attaccato a Pedrosa e sembrava anche più veloce dello spagnolo, ma poi Casey ha mollato di colpo.
«E’ bello tornare sul podio – sono le parole dell’australiano -, anche se è passato troppo tempo (era l’ottobre scorso, GP della Malesia, ndr) dall’ultima volta. A metà gara ero un po’ più veloce di Pedrosa, avrei voluto passarlo ma non ci sono riuscito e ho iniziato ad avere gli stessi problemi tecnici di Silverstone: la moto faticava a cambiare direzione e così è stata dura fisicamente controllarla. Come in Gran Bretagna ho avuto un po’ di problemi alle braccia: dopo il GP di Silverstone avevo dovuto prendere degli antinfiammatori. Non ci si può accontentare di un terzo posto, bisogna provare a vincere».
Buon quarto posto per Ben Spies, che ha confermato quanto fatto vedere nelle prove: quella di Assen è una delle otto piste che l’americano conosce e questo gli ha sicuramente facilitato un compito per altri versi molto difficile, perché Spies è alle prese con la categoria più impegnativa del mondo.
«Sono contento dei risultati che ho ottenuto fino adesso – afferma il campione del mondo superbike -, ma ho ancora molto da imparare. Tra la mia M1 e quella ufficiale ci sono sicuramente delle differenze, anche se non le so quantificare, ma il mio compito è fare il meglio che ho con il pacchetto a mia disposizione».
Solo nono Marco Simoncelli, rallentato, pare, da un problema alla gomma posteriore, mentre Loris Capirossi è arrivato al traguardo prima solo del compagno di squadra Alvaro Bautista: un risultato che la dice lunga sulla crisi della Suzuki e a fine gara Loris è apparso demotivato come poche volte lo si è visto nella sua carriera.
Nelle prossime gare, ci potrebbe essere un altro pilota italiano – o meglio, di San Marino -, in MotoGP: Alex De Angelis sostituirà Hiroshy Aoyama, infortunatosi alla vertebra T12 nel GP di Gran Bretagna.
«Stiamo effettivamente trattando – ha confermato il pilota della Moto2 -, ma io ho un contratto con il team Scot. Credo che arriveremo a un accordo anche se, difficilmente, lo faremo per il prossimo GP a Barcellona».
De Angelis, ricordiamolo, non è a sua volta al meglio fisicamente, ma spera di riprendersi per il GP di Germania, quando, effettivamente, dovrebbe salire sulla Honda clienti del team Interwetten.
In Moto2, dominio assoluto di Andrea Iannone: ascolta l’intervista audio.
«Willaroit è andato in testa – spiega -, ma dopo solo tre curve sono riuscito a passarlo: credo sia stata la mossa decisiva. La Moto2 permette al pilota di fare la differenza e insieme alla squadra stiamo lavorando bene. Al campionato non penso, ma siamo in crescita. Voglio mandare un saluto a Luca Boscoscuro (il team manager, tornato in Italia al capezzale dalle mamma malata, ndr): ti aspettiamo a Barcellona».