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MONTMELO’ – La quinta vittoria stagionale, decima in MotoGP, una in più di Dani Pedrosa (che però ha disputato quasi il doppio della gare, 75 contro 40) è arrivata al termine di una gara combattuta fino al 15esimo giro. Poi, però, Andrea Dovizioso, l’unico in grado di tenere il suo passo, è caduto e per Jorge Lorenzo è stata una formalità tagliare per primo il traguardo.
«Sono molto stanco – confessa lo spagnolo -, perché oggi c’erano le peggiori condizioni di tutto il fine settimana, in particolare per la gomma anteriore. Dovizioso andava veramente forte, ma poi, fortunatamente per me, è caduto e non ho più avuto problemi. Sinceramente, nemmeno io sognavo di vincere cinque delle prime sette gare e trionfare a Barcellona è qualcosa di veramente speciale. Tutti sentono la pressione, anch’io, e prima della gara ero nervoso come sempre: l’importante è sapere controllare questo nervosismo, pensando positivo. Il vantaggio in classifica è importante (52 punti su Pedrosa, ndr), ma il mio modo di affrontare le corse non cambia: penso a ogni singola gara, cercando di vincerne il più possibile».
L’attuale superiorità di Lorenzo è perfino imbarazzante, anche perché Jorge non solo è velocissimo, ma è anche l’unico che riesce a esserlo con costanza. Alle sue spalle, invece, gli avversari si alternano e così lo spagnolo della Yamaha ha preso il largo in classifica. Il suo più immediato inseguitore è Pedrosa, che a Barcellona aveva forse la possibilità di giocarsi il successo se non fosse finito lungo alla prima curva: Dani spiega cosa è accaduto.
«Sono partito bene – svela -, ma a metà rettilineo la moto ha sbanchettato violentemente e quando sono arrivato alla frenata, la leva anteriore è andata a fondo corsa. Ho preso una paura incredibile, ho temuto di finire contro il muro: ho pinzato più volte, sono riuscito a rallentare e a fare in qualche modo la curva, seppure fuori pista. Ho spinto tanto per rimontare, sono anche riuscito a prendere un buon ritmo, ma non avevo comunque il passo per andare a riprendere Lorenzo e Dovizioso. Alla fine, il secondo posto non è male, ma mi aspettavo una gara migliore».
Anche Casey Stoner aveva il ritmo per stare con Lorenzo e Dovizioso, ma un dritto alla prima chicane, al sesto giro, gli ha fatto perdere tre secondi.
«Mi sentivo bene sulla moto – spiega l’australiano della Ducati -, anche se ho dovuto modificare un po’ l’assetto rispetto alle prove. All’inizio, l’avantreno tendeva sempre a chiudersi, ma se non avessi fatto l’errore sarei probabilmente riuscito a stare con i primi due. Quando sono ritornato terzo dietro a Pedrosa, speravo di attaccarlo, ma lui ha guidato benissimo e non mi ha lasciato la minima possibilità di provarci. Rispetto a Lorenzo, dobbiamo recuperare qualche decimo al giro: ci stiamo avvicinando, ma ancora non basta».
Marco Simoncelli stava facendo una buonissima gara, ma proprio quando vedeva De Puniet, in quel momento quinto, davanti a sette decimi, è caduto nel corso del 14esimo giro.
«Sapevo che girando con un passo costante attorno all’1’44 – sono le parole di SuperSic – si poteva arrivare molto avanti e così è stato. Avevo quasi preso De Puniet, ma ho lasciato i freni un attimo prima del solito e così mi si è chiuso lo sterzo a centro curva».
Deluso anche Ben Spies. «Nei primi dieci giri – si giustifica – non avevo la stessa aderenza dei miei avversari e così ho perso parecchie posizioni. Nel finale ho girato come i migliori, ma è chiaro che non sono soddisfatto».
Ma il più deluso di tutti è Andrea Dovizioso (ascolta l’audio dell’intervista), caduto quando si trovava a meno di mezzo secondo da Lorenzo. Andrea è uno molto analitico e che non parla mai a vanvera e dopo le prove aveva dichiarato che aveva il passo per stare con i primi e che Jorge era attaccabile: parole confermate dai fatti.
«Stavo facendo una prestazione esagerata – non riesce a darsi pace -, me la sarei giocata fino alla fine. Purtroppo, fin dal primo giro avevo un problema con il freno posteriore, che perdeva potenza mentre lo schiacciavi, a causa di una valvola che rimaneva aperta, forse per il doppio comando (Dovi usa il tradizionale comando a pedale accoppiato a uno al manubrio da azionare con il pollice sinistro, ndr). Io uso moltissimo il freno posteriore in inserimento e questo problema non mi ha fatto perdere velocità, ma ha reso difficile il controllo dell’anteriore, su una pista che, oltretutto, è già piuttosto severa con l’avantreno. Comunque stavo andando molto forte e Lorenzo non era perfettamente a suo agio: purtroppo ho oltrepassato di pochissimo il limite e sono finito a terra».
Ad Andrea rimane la consolazione di aver realizzato il miglior giro in gara in 1’43”154, 0”122 millesimi più veloce di quello di Stoner e 0”156 di quello di Lorenzo.