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Una pista bella e tecnica, in un contesto piuttosto avvilente. Benvenuti a Brno, seconda città della Repubblica Ceca, molto cambiata negli ultimi 10 anni, ma sempre piuttosto “grigia” e poco entusiasmante. Il tracciato, al contrario, è divertente, selettivo, con tanti sali e scendi e curvoni ampi da “piegona”, con parecchie staccate dove provare un sorpasso. Insomma, un bel circuito: dato che qui si corre praticamente da “sempre”, perlomeno da quando io seguo il motomondiale, i ricordi sono tantissimi. Ne ho scelti tre, in ordine cronologico.
Come dimenticarla: la prima di 106 vittorie (per il momento), la conferma che Valentino Rossi non era un pilota qualunque, che non era al mondiale solo perché figlio di Graziano Rossi, ma perché era (è) un campione assoluto. Allora, dopo quel successo arrivato in volata, non si poteva prevedere una carriera così esagerata, ma si era comunque capito che Valentino aveva (ha) qualcosa di speciale. Quel GP ha rappresentato l’inizio di un’epoca straordinaria. E ancora non è finita.
Carico di tensione il GP del 2001, quando, dopo la pausa estiva, Max Biaggi – tra l’altro, indimenticabile anche l’impennata del 1998 con la quale Max celebrò il successo: le immagini si trovano ancora su youtube e il quasi “capottamento” mette ancora adesso i brividi - reduce dal successo al Sachsenring sogna la vittoria sulla “sua” pista per riaprire il mondiale, con Valentino Rossi apparentemente un po’ in difficoltà. Per 12 giri, i due acerrimi rivali sono uno attaccato all’altro, con Max davanti a dettare il ritmo; poi, però, Biaggi sbaglia e cade, Rossi trionfa in solitario, ipotecando il primo titolo in 500. Un episodio che, in qualche modo, ha contribuito a cambiare la storia del motociclismo.
Nel 2011, Marco Simoncelli conquista il primo podio in MotoGP, con una prestazione bella e convincente. Dato che a parlare del Sic mi viene sempre il groppo in gola, ecco l’intervista pubblicata quel giorno da Moto.it.
Un podio tanto atteso, quanto meritato: raramente si era visto un pilota così veloce, concretizzare così poco.
«Quasi non ci volevo credere quando ho tagliato il traguardo: grazie a tutti per avermi aspettato» si lascia andare Marco Simoncelli, giustamente emozionato. Il terzo posto è arrivato al termine di un fine settimana iniziato bene venerdì, ma proseguito tra qualche difficoltà in qualifica.
«Sì, in gara è andata molto meglio che in prova, anche se non riuscivo a guidare come avrei voluto. Ho passato un periodo durissimo, perché nonostante fossi molto rapido, i risultati erano addirittura inferiori al 2010. E’ comunque il mio primo anno con la moto ufficiale, è normale fare degli errori, ma oggi, finalmente, sono riuscito a concretizzare».
In qualche circostanza sei sembrato un po’ prudente nei sorpassi: eri condizionato dalle polemiche fatte in passato nei tuoi confronti?
«In qualche gara, dopo tutti i casini che ci sono stati, non ho corso attaccando come al solito, o come l’istinto mi diceva di fare, ma non questa volta. Ho fatto dei bei sorpassi: al primo giro ho passato all’esterno Rossi, poi ho infilato bene all’interno Lorenzo. Avrei voluto attaccare Dovizioso ma, semplicemente, non mi ha dato la possibilità: ha chiuso tutte le porte e negli ultimi cinque giri ha aumentato il ritmo. Per andargli dietro avrei dovuto prendere troppi rischi. Ho ritenuto più giusto portare a casa un terzo posto sicuro: avevo bisogno di questo risultato, che non è arrivato prima per vari motivi. Voglio ringraziare chi ha continuato a credere in me, anche nei momenti più difficili».
Come vivi questo primo podio?
«E’ un po’ come una liberazione. Quest’anno sono stato veloce in tante gare, tanto da poter puntare alla vittoria, ma poi un errore, un ride-trough (in Francia, nda), una leggerezza mi hanno tolto dal podio. Negli ultimi cinque giri non vedevo l’ora che finisse: ho fatto vedere che vado forte anche la domenica e non solo in prova. Il podio ti dà più sicurezza, ti toglie un po’ di pressione e ti fa guardare con più ottimismo il futuro».
Ci manchi Sic.