GP d’Italia: per gli appassionati è quello del Mugello, anche se negli anni ha anche avuto la denominazione di GP di San Marino (1982, 1984, 1991, 1993) o delle Nazioni (1976, 1978, 1985). Per tutti i piloti, il GP d’Italia è un appuntamento speciale, per Valentino Rossi addirittura «una questione d’onore». Inevitabilmente, sono tanti i ricordi legati al Mugello: ecco quelli per me più nitidi.
1993: REGGIANI “DIFENDE” CAPIROSSI
Nel GP di San Marino, classe 250, sono
Loris Reggiani (Aprilia) e Loris Capirossi (Honda) a giocarsi la vittoria: Reggiani esce per primo dall’ultima curva (la “Bucine”), ma grazie alla scia Capirossi passa per primo sotto la bandiera a scacchi per un soffio (0”118). Al parco chiuso i due, inevitabilmente, sono di umore opposto: il vincitore è euforico e in diretta televisiva
si lascia scappare un «l’ho in(beep)ato» che viene subito stigmatizzato e criticato, con tante polemiche esagerate per una frase sicuramente fuori luogo, ma anche assolutamente “innocente” e non cattiva. Per fortuna, ci pensa Reggiani a rimettere le cose a posto: in una lettera pubblica, non solo giustifica il rivale, ma ne prende le difese: un grandissimo, come sempre.
1995: SCHWANTZ ANNUNCIA IL RITIRO
Il ricordo del 1995 non è per un episodio successo in pista, ma, purtroppo, per una commovente conferenza stampa nella quale
Kevin Schwantz annuncia il ritiro, costretto ad alzare bandiera bianca per i postumi della frattura dello scafoide sinistro. Durante la conferenza, Kevin, inevitabilmente, si commuove e viene omaggiato con quella che gli americani chiamano “Standing Ovation”, tutti in piedi a battere le mani per almeno dieci minuti di orologio: da pelle d’oca. Indimenticabile.
1997: ROSSI CON LA SCHIFFER
Nel 1997, Valentino Rossi domina con l’Aprilia 125 e al Mugello vince in solitaria. Nel giro d’onore,
porta a spasso una bambola gonfiabile con le “sembianze” di Claudia Schiffer, chiara presa in giro a Max Biaggi del quale in quel periodo si parlava di una presunta relazione con Naomi Campbell: una trovata mediatica che, inevitabilmente, contribuisce a inasprire il rapporto tra i due grandi campioni italiani.
In 250, la sfida è tutta tra Max Biaggi (Honda) e Marcellino Lucchi (Aprilia), collaudatore della Casa di Noale, che sogna il suo primo successo iridato. La RSV 250 è velocissima, Marcellino passa Max in rettilineo e con la mano lo “saluta” facendogli il numero quattro con le dita, per ricordargli che ha quarant’anni, ma si distrae e finisce lungo alla San Donato: si deve accontentare del secondo posto per appena 0”050.
1998: LA RIVINCITA DI LUCCHI
Il bravo collaudatore dell’Aprilia si riprende la rivincita nel 1998, quando si impone per distacco sui compagni di Marca Valentino Rossi, Tetsuya Harada e Loris Capirossi, con Valentino e Tetsuya piuttosto rabbuiati sul podio, per niente soddisfatti di aver preso paga da un quarantenne.
2000: SFIDA ITALIANA IN 500
Ecco un anno dove ci si esalta a dire: «Io c’ero!».
In 500, Loris Capirossi (Honda), Valentino Rossi (Honda), Max Biaggi (Yamaha) lottano per la vittoria, in una sfida con sorpassi e controsorpassi, con i tre piloti racchiusi in pochi decimi. L’unico a non sbagliare è Capirossi: Rossi cade a quattro giri dal termine, Biaggi a pochi chilometri dalla bandiera a scacchi: da pelle d’oca.
2001: SOLO ROSSI, NEL BENE E NEL MALE
Nel 2001, la gara delle 500 viene interrotta dalla pioggia e si riparte con la pista completamente allagata. Nel giro di ricognizione, però,
Valentino Rossi, in versione “hawaiana” per i colori di tuta, casco e carenatura, perde il controllo della sua Honda NSR 500 e finisce a terra. Viene riportato ai box con lo scooter dall’ex pilota Gianni Rolando e riesce a ripartire con la seconda moto. Al via è inevitabilmente piuttosto prudente, ma nel finale si scatena e con una serie di sorpassi da applausi si riporta in scia ad Alex Barros, ma nell’ultimo giro cade nuovamente: una delusione enorme, dopo un GP esaltante.
2002: SFIDA ROSSI-BIAGGI
Nel 2002, il primo della MotoGP, un’altra
bella sfida Rossi-Biaggi, rispettivamente campione e vice campione del mondo della 500: vince Valentino per distacco, ma fino al penultimo giro c’è grande equilibrio.
2005: TRIONFO ITALIANO
Da qualche anno, sono i piloti spagnoli a dominare, ma fino a poco tempo fa erano gli italiani a monopolizzare gare e podi. Nel 2003, Rossi trionfa davanti a Capirossi e Biaggi e
nel 2005 sono addirittura quattro i nostri piloti che si giocano il successo, in un altro GP pazzesco: Rossi, Biaggi, Capirossi e Melandri trasformano il motomondiale in una gara del CIV, il Campionato Italiano di Velocità. Che meraviglia.
2008: LA PRIMA DI SIMONCELLI IN 250
Nel 2008, Marco Simoncelli conquista la sua prima vittoria iridata in 250, dopo uno spaventoso contatto in pieno rettilineo con Hector Barbera, che vola a terra ad alta velocità, fortunatamente senza conseguenze: tante – e inevitabili – le polemiche a fine gara. E’ comunque un'altra giornata trionfale per i colori italiani: Simone Corsi vince in 125, Valentino Rossi in MotoGP, ultimo successo (per ora…) del fenomeno di Tavullia al Mugello.
2009: VITTORIA STORICA PER LA DUCATI
Nel 2009, Casey Stoner regala alla Ducati un successo storico, perché è il primo – e per ora unico – della moto di Borgo Panigale al GP d’Italia, nonostante il Mugello sia, da sempre, la loro pista di collaudo.
2010: ROSSI SI ROMPE UNA GAMBA
Nel 2010, dopo un avvio di stagione un po’ al di sotto delle aspettative,
Valentino Rossi arriva al Mugello carico e con grande voglia di rivincita, ma nelle libere di sabato cade alla frenata della variante “Biondetti”, riportando la frattura scomposta ed esposta di tibia e perone della gamba destra. Subito viene trasportato all’ospedale di Firenze, dove viene immediatamente operato: Valentino tornerà in sella un’ottantina di giorni dopo al Sachsenring.
2011: DOVIZIOSO SI COMMUOVE SUL PODIO
Nel 2011, vince Lorenzo (da allora imbattuto al Mugello), ma ad esaltare gli appassionati italiani è Andrea
Dovizioso, che nell’ultimo giro riesce a superare il compagno di squadra e futuro campione del mondo Casey Stoner, conquistando un secondo posto da applausi a soli 0”997 dal rivale della Yamaha. Sul podio, davanti alla solita marea di tifosi festanti, il Dovi si commuove, cosa piuttosto insolita per lui.
2013: MARQUEZ, CHE BOTTI
Il 2013 viene ricordato soprattutto per le
cadute di Marc Marquez, tre in totale, compresa quella in gara a un giro e mezzo dalla fine mentre si trovava in seconda posizione. Ma è soprattutto quella del venerdì a rimanere ancora oggi impressa nella memoria, con Marc che finisce a terra a circa 340 km/h appena dopo lo “scollino” del rettilineo principale: che brividi!