Che cosa si prova all’ultimo giro? Le risposte (impensabili) dei piloti della MotoGP

Che cosa si prova all’ultimo giro? Le risposte (impensabili) dei piloti della MotoGP
Dazn ha chiesto ai piloti della MotoGP quali sono le sensazioni durante l’ultimo giro di un gran premio. Alcuni hanno riferito di non ricordare niente dei last lap, altri di farli praticamente senza respirare e, altri, ancora, di essere assaliti dall’ansia
25 maggio 2021

L’emozione che cresce e si fa sentire nello stomaco prima del verde, mentre i piloti sono schierati in griglia, era più che nota. In tanti l’hanno raccontata sia in passato che più recentemente. Ma adesso DAZN ha chiesto ai piloti della MotoGP cosa si prova durante un ultimo giro e le risposte sono state tutt’altro che scontate. Perché i duelli da affrontare o l’ansia di non vedere la bandiera a scacchi, portano molti a mettere a durissima prova i nervi.

“Mentalmente, in gara vai in un'altra dimensione, con un livello di concentrazione più elevato – ha affermato, ad esempio, Valentino Rossi - Poi, quando arriva l'ultimo giro, devi fare un ulteriore passo avanti:  è quasi tutto in apnea, per il 75% del giro non si respira. Ricordo che una volta nel 2006, al Mugello , avevo la Yamaha Camel e stavo combattendo Capirossi, che aveva la Ducati con le Bridgestone. È stata una gara incredibile. Q uando sono arrivato ai box, non ricordavo cosa fosse successo durante l'ultimo giro”. Più pragmatico, invece, Marc Marquez, che non nasconde di non amare particolarmente i corpo a corpo durante il last lap: “Per quanto mi riguarda – ha spiegato – se vedo di poter scappare cerco di scappare prima, perché l’ultimo giro è sempre troppo rischioso. Le sconfitte all’ultimo giro sono quelle che si ricordano meglio, ma sono orgoglioso di gare come il 2014 a Montmeló, o il 2013 con Lorenzo a Jerez”.

Dello stesso avviso di Marc Marquez anche lo spagnolo del Team Pramac, Jorge Martin: “Preferisco scappare e accumulare un vantaggio piuttosto che giocarmi tutto all’ultimo giro. Ma questo non significa che durante il last lap non si debba comunque essere più concentrati, perché è proprio quello il momento in cui diventa fin troppo facile vanificare tutto”. Una paura, quella di vanificare tutto all’ultima tornata, che Aleix Espargarò dice di conoscere benissimo: “All’ultimo giro torna la sensazione di mal di stomaco da nervi e tensione. Se sei vicino ad un'altra moto è molto importante essere concentrato e analizzare la rivale. Non è facile gestire un ultimo giro, lavorare con uno psicologo dello sport aiuta”.

Ma c’è anche chi quando arriva sotto la bandiera a scacchi non ricorda nulla dell’ultima tornata. Lo ha detto esplicitamente Franco Morbidelli: “Ci sono piloti che non ricordano l'ultimo giro, io sono uno di loro. All'ultimo giro si accendono tante luci nella testa del pilota, soprattutto se stai lottando per qualcosa di importante ed entra in gioco l'orgoglio”. “C’è così tanta concentrazione in quel momento – ha fatto eco Alex Rins – che all’arrivo mi chiedo se ho mai sbattuto le palpebre o no, se ho respirato o meno.   Quello che mi dà più soddisfazione è l'ultimo giro con Marquez a Silverstone, la vittoria all'ultima curva. Quando si taglia il traguardo si respira”.

Respirare: una cosa che dovrebbe venire naturale a tutti, ma non a Fabio Quartararo che, invece, ha raccontato che è una delle azioni che elenca per ricordare a se stesso di doverlo fare: “Sono molto concentrato, in alcune zone del circuito ricordo a me stesso che devo anche respirare. L'ultimo giro è molto stressante, ma l'adrenalina che hai è enorme. Quando hai qualcuno dietro di te è sempre più difficile, perché stai anche pensando di chiudere il massimo in curva per non rimanere bloccato. Ogni volta che fai un ultimo giro impari molto. L'unico modo per impararlo è viverlo. Quando tagli il traguardo, è una sensazione molto bella e ti rendi conto di quanto sei stato nervoso”. 

Ne sanno qualcosa anche Jack Miller e Pol Espargarò, anche loro alle prese con il ricordarsi di respirare. “Quando hai un momento di grande tensione e non sai cosa succederà – ha detto lo spagnolo della Honda - automaticamente quello che fai è bloccare tutto il tuo corpo e sei persino in apnea. E non ce ne rendiamo conto  ma questo influenza notevolmente la frequenza cardiaca. È qualcosa che sembra molto automatico, ma non lo è. È importante per me pensare che devo respirare”. “Trattengo il respiro durante un ultimo giro – ha ribadito Jack Miller - Perché tutto è concentrato in una sensazione”. Concentrazione a livelli non umani, quindi, al punto di perdere quasi i riferimenti vitali che non hanno strettamente a che fare con la gara e la bagarre, come ha sintetizzato il campione del mondo in carica, Joan Mir: “Non so dirti le mie reazioni, perché non so se sbatto le palpebre, non so se respiro, non sono consapevole di quello che sto facendo. Sono concentrato su qualcos'altro. La concentrazione funziona”.

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