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SILVERSTONE – La prima reazione che ho avuto all’annuncio di giovedì della HRC di aver prolungato il contratto di Cal Crutchlow fino al 2020 è stata: perché? Perché tutta questa fretta? Non trovo una risposta. Crutchlow aveva già un contratto con la HRC per tutto il 2019: che fretta c’era di prolungarlo a metà 2018? Secondo me nessuna. Tutti i piloti ufficiali, hanno un contratto firmato fino al 2020: questo significa che per Crutchlow non ci sarebbero state alternative alla fine della prossima stagione. E allora, ripeto la domanda: perché tutta questa fretta da parte della HRC? Non la capisco proprio. Crutchlow – 32 anni, 134 GP disputati, 3 vittorie, 14 podi, 4 pole, 4 giri veloci – è sicuramente un buon pilota, ma ormai si conosce il suo valore, si sa quello che può o non può dare alla Honda. E allora, perché non aspettare un attimo, vedere se nel 2019 emerge un giovane interessante, un pilota su cui investire, sicuri, comunque, che Cal non ha alternative. Ecco, i miei dubbi sono questi.
«Assieme alla HRC abbiamo pensato che fosse giusto prolungare il contratto di Cal e allinearci agli altri piloti. Avrà ancora la RC213V ufficiale, al di là di qualche componente, come può essere quest’anno il forcellone in carbonio» ha spiegato Lucio Cecchinello. Dal suo punto di vista la mossa non è sbagliata: con Crutchlow ha la certezza di avere una moto ufficiale, con un altro pilota chissà.
TROPPA FRENESIA
La riconferma di Crutchlow con tanto anticipo prosegue comunque una tendenza frenetica per me incomprensibile, iniziata nel 2016, quando alla quarta gara (a Jerez) venne annunciato dalla Ducati l’ingaggio di Jorge Lorenzo per il biennio 2017-2018. Da allora, la situazione è precipitata e ancora prima della prima gara del 2018 erano già stati annunciati i rinnovi di Vinales, Rossi, Marquez, l’ingaggio di Bagnaia (mossa comprensibile, quest’ultima, trattandosi di un giovane promettente) e prima del GP d’Italia la Ducati è stata in qualche modo “obbligata” a prendere una decisione su Lorenzo, poi rivelatasi clamorosamente affrettata. Credo che per il futuro questa strategia debba essere rivista, così non ha senso andare avanti, anche perché ancora prima di metà stagione ci si trova con piloti “separati in casa”, con nessuna prospettiva e grandi tensioni. Come, per esempio, avviene in Suzuki con Andrea Iannone, che non perde occasione per criticare il lavoro della Casa giapponese. Oggi, alla 18 locali (le 19 in Italia) verrà invece annunciato il nuovo team Yamaha satellite con Franco Morbidelli e Fabio Quartaro.