MISANO ADRIATICO – Il clima è da “riviera romagnola”, quindi piacevolmente “vacanziero”: un buon inizio. Il tempo ideale per una gara di moto, su una pista che non piace più di tanto ai piloti, ma con alcuni punti difficili e spettacolari. Anche qui, i piloti da battere saranno i tre spagnoli – Marquez, Pedrosa e Lorenzo per rispettare la classifica iridata -, con Jorge Lorenzo particolarmente galvanizzato dall’ultimo successo di Silverstone e finalmente accontentato dalla Yamaha: domani debutterà il tanto atteso cambio “seamless”. “Noi eravamo intenzionati a provarlo lunedì nei test, ma Lorenzo e Rossi hanno insistito così tanto che abbiamo “dovuto” anticipare i tempi” spiega Lin Jarvis, numero uno delle corse della Casa Giapponese.
SEAMLESS: SARA’ SUFFICIENTE?
Ci sono voluti tre anni per la Yamaha per mettere a punto un cambio che
la Honda utilizza in gara con Pedrosa dal GP della Rep.Ceca del 2010: decisamente troppi. Basterà per raggiungere la RC213V? Lorenzo e Rossi, naturalmente, ci sperano. “Non ci sarà una differenza nel tempo sul giro, ma sulla distanza:
il cambio seamless dà dei benefici in gara, aiuta il pilota a non fare errori” spiega Valentino.
“L’ho provato a Brno, sembra un po’ come guidare uno scooter:
rende la moto più stabile, con meno scuotimenti ed è più gentile con le gomme” aggiunge Jorge, che deve recuperare 39 punti su Marquez. Molti, considerando quello che sta facendo Marc: giusto che la Yamaha provi anche questa carta. Ma secondo Rossi, non è un azzardo. “Non è la mossa della disperazione – risponde a una domanda al riguardo Valentino -: in Yamaha ci stanno lavorando da un po’ e adesso è pronto, anche per quanto riguarda l’affidabilità”. Ma secondo Rossi, è un male che si sia arrivati a questo punto tecnologico. “Il problema è nato qualche anno fa:
lo dovevano vietare, soprattutto in un momento nel quale si parlava di voler risparmiare”.
SFIDA A TRE. E ROSSI?
L’obiettivo di Valentino, naturalmente, è quello di salire sul podio. “O quantomeno stare più vicino a quei tre là, su una pista che per me ha ricordi incredibili: qui ho guidato la mia moto “vera”, anche se si girava al contrario”.
Quei tre là, però, al momento rimangono inavvicinabili. Marquez: “La spalla non è al 100%, ma sto bene, posso guidare al meglio. Solitamente, nei circuiti lenti vado bene”. Lorenzo: “Qui ho vinto negli ultimi due anni, vengo da un bel successo a Silverstone, sono in un buon momento di forma, la pista mi piace”. Pedrosa non parla, perché non c’è: arriverà a Misano solo stasera. “Era già nei piani, ha chiesto un giorno in più per continuare le cure alla spalla destra infortunata al Sachsenring” fanno sapere dalla Honda, cercando di zittire alcune
voci spagnole che dicono che Dani si sia infortunato nuovamente in bicicletta (era già successo l’anno scorso). Speriamo, per la spettacolarità della gara, che la versione ufficiale sia quella vera.
IO E MIO FRATELLO
Ma nel circuito intitolato a “Marco Simoncelli”, a due passi da Tavullia, tutto il tifo è naturalmente per Rossi, quarto anche
ieri sera nella gara di kart. “Sono abbastanza disperato, bisogna migliorare” ha scherzato Valentino sul risultato a 4 ruote, che però fotografa anche quella a 2. “Per me è una gara molto importante, bisogna partire bene dal primo turno di libere, lavorare bene sulla messa a punto”, ripete, per l’ennesima volta il nove volte iridato, che domani assisterà al
debutto del fratello Luca Marini in Moto3, con una FTR-Honda. “Sono molto contento per lui, è la sua prima gara mondiale: sarà importante per lui, non tanto per il risultato, quanto per capire, per imparare dai piloti più veloci.
Luca è un ragazzo intelligente, perfino troppo per fare il pilota (ride, NDA): bisogna capire se ha talento per guidare. Quest’anno, nel CIV, è cresciuto tanto, adesso si deve confrontare con quelli più forti”.
DOVIZIOSO: “ROSSI, UN CAPOLAVORO NEL 2012”
Il GP di Misano significa anche
GP di Casa per la Ducati, che qui ha girato a lungo (sette giorni, per un totale di 1500 km) con il collaudatore Michele Pirro e tre giorni anche con Andrea Dovizioso. Sarà sufficiente per annullare un distacco che è superiore al secondo al giro? Improbabile. Come spiega anche Dovizioso. “Nel 2012, causa mal tempo, di fatto si era iniziato a girare in qualifica e anche in gara si era andati piuttosto piano. Valentino la domenica aveva fatto un capolavoro, non di velocità, ma di costanza, girando in tutta la gara con una differenza minima nel tempo sul giro di non più di tre decimi. Quest’anno, però,
se il meteo sarà buono come previsto, si andrà molto più veloci: forse riusciremo a stare più vicino ai primi, ma il risultato finale non cambierà di molto rispetto ai precedenti GP”.